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Corpo in "La lunga vita di Marianna Ucria". Gravidanza e carne maschile



Marianna è sempre attiva: la vediamo aggirarsi, alla terza gravidanza, fra secchi di gesso, montagne di sabbia per la ristrutturazione della villa di Bagheria. La vediamo lavorare con pennelli e colori. Le sue mani sono operose, poco eleganti per essere una nobile, scure, attive. La vediamo aggirarsi in cucina, visitare le stamberghe dei braccianti
 E la vediamo riflettere sul proprio corpo e sulla propria affettività
Centrale è il discorso sulla sessualità. Al primo rapporto con il marito la tredicenne reagisce a pugni e calci, scappa di casa, ma viene riportata a forza dal marito, presso il quale il padre intercede perché la tratti con riguardo. Seguono, fra un parto e l’ altro, una serie di incontri “armati”, dei quali l’ autrice da conto a pag. 150 in cui, interpretando il pensiero di Marianna,  dice che il marito- zio, il Duca Ucria di campo Spagnolo, barone della Scannatura, aveva ereditato dai padri un’ idea dell’ amore da rapace: si punta, si assale, si lacera e si divora. Dopo di che si va via sazi lasciandosi dietro una carogna, una pelle svuotata di vita.
Eppure di questo marito Marianna sa provare pietà e anche una specie di rammaricato affetto, quando resta sola con il suo corpo privo di vita, nella cripta dei Cappuccini in attesa di essere imbalsamato con il salnitro naturale, come tutti i suoi antenati che stanno lì intorno e la guardano. Solo i frati sapevano farlo. E il marito- zio non è un personaggio tutto negativo, è un personaggio complesso, prigioniero dei propri pregiudizi nobiliari. Lo vediamo aggirarsi nei suoi feudi con uno sguardo cupo, tetro e insistente, spinoso, cocciuto, ostile, sospettoso. Una notte, ad un assalto, Marianna reagisce con un rifiuto, solo un movimento del capo. Il marito esce sulla terrazza dove resta a lungo silenzioso e stupefatto. Questo silenzio stupefatto dice molte cose sul rapporto uomo-donna
Viceversa, quando Marianna cede alle lusinghe del giovane e bellissimo servo Saro, che si era innamorato di lei e l’ aveva fatta oggetto di un corteggiamento ingenuo e sfrontato, a volte addirittura teatrale nella sua spontaneità, Marianna, nell’ accoglierlo dentro di sé ritrova “una parte del proprio corpo che credeva perduta per sempre” e , aggiunge l’ autrice di lei che non aveva mai pensato di racchiudere nel proprio ventre una carne maschile che non fosse un figlio o un invasore nemico

Tratto da LE OPERE DI DACIA MARAINI di Loredana Rossi
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  • Autore: Loredana Rossi

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