Verità e metafora del soggetto al colloquio
La verità che il soggetto arriva a dire di sé non è mai tutta la verità..per questo diciamo la metafora è importante perché la metafora è un modo di costruire con i pezzi che abbiamo in mano una nuova immagine ma che non può mai essere la verità ultima del soggetto, c’è sempre qualche cosa che manca.
E in fondo possiamo dire mentre sull’ asse immaginario non c’è barra c’è un girare permanente dall’uno all’altro polo( c’è sempre una quota di idealizzazione, l’io si vede senza barra).
È in una posizione diciamo simbolica che c’è la barra, il soggetto arriva a un punto che in qualche modo lo divide: la barra è la struttura del soggetto come soggetto dell’inconscio .
La barra ,$ è il soggetto che non è padrone a casa sua, c’è una dimensione inconscia che addirittura è prevalente e che possiamo dire lo costituisce.
In fondo è un modo di articolare la prima con la seconda topica; Freud ha la necessità di articolare la sua invenzione in due topiche che non sono sovrapponibili perché Io Es e SuperIo è un funzionamento preso su un piano dei rapporti che si stabiliscono tra il soggetto e la sua realtà psichica.
Il soggetto non si percepisce nella sua divisione zoppica quando fa un lapsus inciampa letteralmente dentro questo suo non possedersi ma dal lato del suo rappresentarsi diciamo così si rappresenta più volentieri come un Io che domina la scena.
In realtà Freud ci mostra un Io che non è padrone a casa sua, Io che è servitore di 2 padroni, ci descrive la fragilità dell’Io e non la fragilità nevrotica
Allora noi abbiamo a che fare nella consultazione contemporaneamente con l’Io che nella sua fragilità però vorrebbe non scegliere tra i due padroni, vorrebbe condurre lui il carro.
Certamente su questo asse sta il fatto che la funzione dell’immaginario permette al soggetto di pensarsi come una superfice liscia , capace di condurre le cose Io mi mostro in una certa maniera l’ideale è fatto apposta per mostrare qualcosa che non è diciamo così.
Tutto questo non sul piano cosciente o più o meno preconscio d’accordo?
Freud nel suo dirci l’Io come funzione immaginaria, vorrebbe mostrarsi come un padrone ma non lo è perché è determinato dalle due strutture più importanti Es e SuperIo, che sono inconsce e, aggiunta non da poco, anche l’Io ha delle radici inconsce.
Le sue identificazioni sono identificazioni inconsce dunque non c’è un luogo della soggettività che sia sempre salvo rispetto a questo spossessamento.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Beatrice Segalini
[Visita la sua tesi: "Il panico: un approccio integrato"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Metodi e tecniche di analisi della domanda nel colloquio psicologico
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