Caratteri fondamentali dell'educazione materna agazziana
L'Italia di quel tempo era una società rurale in cui erano centrali nell'educazione il ruolo della famiglia e soprattutto della madre, le sorelle Agazzi propongono una revisione dell'asilo infantile che lo renda ancora di più a misura di bambino. Intanto pensano che dalla scuola materna debba essere eliminata qualsiasi forma di precocizzazione istruttiva. Il bambino deve crescere in un ambiente stimolante e immerso nel dialogo con l'adulto. Nella scuola materna deve esserci un'atmosfera famigliare che riprenda quella domestica segnata dalla presenza materna delle educatrici. Viene data molta importanza all'esperienza del bambino e vengono messi a sua disposizione materiali semplici e quotidiani che verranno utilizzati per la sua formazione pratica, sociale e spirituale orientata secondo gli influssi della cattolicità, non per la sua istruzione.
La figura dell'educatrice: L'educatrice deve avere particolari capacità di iniziativa, promozione e organizzazione, deve essere inoltre sensibile e flessibile e capace di coordinare il lavoro e la vita dei bambini salvaguardando la continuità con la famiglia.
Ambienti e materiali: La scuola deve essere simile alla casa che è l'ambiente a cui il bambino è più abituato, inoltre visto che le attività che il bambino conosce di più sono quelle domestiche quindi legate all'agricoltura e all'artigianato la scuola le deve riproporre a misura di bambino. Oltre all'aula e al giardino con animali e piante, ha un ripostiglio per i grembiuli e gli altri capi e un museo “delle umili cose”. Le Agazzi avevano notato la tendenza dei bambini a portare da casa piccoli oggetti di vita come bottoni fili ecc e quindi avevano avuto l'idea di costituire il museo facendo svuotare le tasche ai bambini ma nono come punizione ma così da mettere in comune quegli oggetti e farlo diventare una raccolta da cui attingere per i giochi. Gli oggetti di corredo sono invece muniti di appositi contrassegni che muteranno nel corso degli anni, le sorelle Agazzi dividevano i bambini in classi di età(piccoli, medi grandi).
I metodi : fare da sé → Il bambino deve imparare a fare da sé rispettando l'ordine ed essendo però in grado di affrontare attività collettive ed il mutuo insegnamento con gli altri. Il metodo intuitivo è la via principale di apprendimento, supportato dall'azione indiretta dell'educatrice che rispettando la libertà del bambino organizza e predispone ambienti e situazioni.
Le attività di vita pratica: Le azioni di vita pratica come quelle legate all'igiene, alla preparazione della tavola, alla pulizia e all'ordine solo importanti elementi educativi poiché si insegna ai bambini a vivere in modo civile a rispettarsi ed a obbedire alle regole di vita. Molto importante è anche l'attività di giardinaggio, i bambini lavorano in apposite aiuole con strumenti proporzionati alla loro età sovrappongono il loro lavoro a quello spontaneo della natura, imparano ad avere un rapporto positivo con la natura e sviluppano il loro senso di osservazione anche in merito agli eventi atmosferici e ad i cicli stagionali. Il giardinaggio è un'attività di pre-lavoro ma si può ritrovare in questa attività anche una dimensione estetica, importante è il senso dell'armonia e della bellezza dell'ambiente in cui vengono educati.
Gioco ed educazione estetica: Secondo le sorelle Agazzi bellezza ed armonia sono alla base dell'educazione estetica e vanno ritrovate i tutti i piccoli momenti di vita quotidiana. E' importanti spingere i bambini a ricercare la loro creatività attraverso la manipolazione di materiali poveri e a loro comuni come la terra, la sabbia, i sassi. Il bambino con questi materiali costruisce qualcosa e coniuga insieme il gioco e la produzione estetica e diventa perciò un'artista in miniatura.
Anche il disegno deve essere incoraggiato sia come espressione di libertà che come rappresentazione di fatti psicologici e sociali in seguito ad un racconto dell'educatrice, verranno utilizzati pastelli, matite,fili, semi, carta: tutti materiali per un'arte povera ma creativa.
Infine è importante la recitazioni di fatti di vita quotidiana, attraverso la drammatizzazione il bambino acquista sicurezza in sé ed equilibrio intellettuale e morale.
L'educazione sensoriale: Per le Agazzi le forme geometriche sono un punto di arrivo non di partenza, per questo per la loro educazione sensoriale vogliono partire dalla forma naturale delle cose. I bambini sono innanzi tutto attratti dal colore per questo i diversi colori vengono scoperti mediante la presentazione di oggetti che variano solo in base al colore. Dal colore si passa poi alla materia scoprendo che cose di uno stesso colore possono riguardare materiali completamente diversi; a questo scopo possono essere utili le cianfrusaglie del “museo”. Infine vi è il confronto con gli oggetti che permette di scoprire proporzioni, somiglianze ed uguaglianze. Con questo tipo di educazione sensoriale si stimola anche l'intelletto e la curiosità avviando ad un atteggiamento analitico. Infine l'educazione sensoriale stimola anche l'educazione linguistica in quanto attraverso gli esercizi i bambini costruiscono frasi ed esprimono pensieri, scoprono la differenza tra sostantivi e aggettivi e imparano a riconosce genere e numero delle parole.
L'educazione linguistica: Deve iniziare attraverso una serie di esercizi collettivi. L'analisi della lingua parte dai contrassegni e segue il criterio di fornire progressivamente parole più lunghe e foneticamente più complesse. L'idea è quella di un apprendimento sistematico attraverso la conversazione con l'educatrice, una grammatica senza grammatica. Anche il canto rientra nell'educazione linguistica inoltre si carica di valori estetici,sociali e morali e accompagnano le attività pratiche della giornata.
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Dettagli appunto:
- Autore: Selma Aslaoui
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Storia delle teorie dell'infanzia
- Docente: Pironi Tiziana
- Titolo del libro: Cultura pedagogica - la storia
- Autore del libro: Avalle, Cassola, Maranzana
- Editore: Paravia
- Anno pubblicazione: 1997
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