La letteratura per l’infanzia: Edmondo de Amicis e il libro Cuore

La letteratura per l’infanzia: Edmondo de Amicis e il libro Cuore

Il libro “cuore” si collega ai problemi sociali e scolastici dell’Italia della seconda metà dell’Ottocento, testimoniando la necessità  di fornire ai ragazzi nuovi libri di lettura capaci di svolgere un’opera di unificazione anche ideologica del Paese. Il giovane Enrico di Edmondo De Amicis, studente di una Torino che si sta avviando sulla via dell’industrializzazione, è un efficace documento dei valori e della realtà dell’educazione borghese dei fanciulli nell’Italia dell’età post-risorgimentale.

Il giornalista e scrittore Edmondo de Amicis scrive “Cuore”, romanzo per i ragazzi poveri, sotto forma di diario di un anno scolastico in una terza elementare di Torino. A tenere il diario è Enrico, un alunno di famiglia piccolo borghese. Le annotazioni di Enrico sulla vita della classe fanno gradualmente emergere i profili dei suoi compagni e del maestro e sono accompagnate da pagine di commento inserite nel diario dai famigliari, fra cui spiccano quelle del padre che talvolta assumono un tono moralistico. Mensilmente il maestro detta agli alunni un racconto che viene riportato nel libro; tutti i racconti riportano un gesto di eroismo compiuto da ragazzi di diverse regioni di Italia.
L’insieme dei racconti dominato da un tono patetico-sentimentale. Tutti gli episodi sono funzionali ad una medesima morale, incentrati sui valori borghesi dello studio, del lavoro, del merito, del rispetto della gerarchia, dell’onore, della dignità, del patriottismo. Vi è la totale assenza di riferimenti religiosi che riflette il laicismo positivista. I personaggi sono fortemente caratterizzati a senso unico: i compagni di Enrico rappresentano ciascuno la metafora di un carattere e di una condizione sociale che De Amicis vuole emblematizzare a fine pedagogico.