Fisiologia-apparato riproduttore nel coniglio
Il maschio presenta 2 testicoli, e un pene retratto; a 20d basta alzare la coda ed estromettere l’apparato, da adulto i testicoli sono retratti. Per quanto riguarda l’apparato riproduttore femminile possiamo dire a parte la strutture delle corna uterine; presentano la tuba lunga circa 10 cm , mentre i veri uteri sfociano nella cervice con la possibilità di presentare molti feti (fino a 18), un numero normale è 10-12 nati. La vulva ,lunga 10-15 cm, da accesso alla cervice; con la FA, la pipetta viene introdotta nella vulva con rilascio vicino le cervici. La coniglia non ha un ciclo sessuale regolare come le altre specie allevate, a questo riguardo esistono due teorie: secondo alcuni il ciclo sessuale è assente e la coniglia è in una fase estrale permanente , mentre secondi altri il ciclo estrale dura 16-18 giorni con la fase estrale molto lunga di 12-14 giorni. L’ovulazione non è spontanea, è determinata dalla monta che agendo con stimoli nervosi e successivamente con messaggi ormonali porta all’ovulazione.
Gli estrogeni vengono prodotti dai follicoli, indotti dall’FSH prodotto dall’ipofisi; il follicolo è costituito da una teca esterna e internamente l’ovaio; l’FSH stimola la proliferazione delle cellule producendo estrogeni caratterizzando l’estro il quale rappresenta il momento ideale per la monta,in caso contrario i follicoli vengono riassorbiti e la vulva da rossa diventa viola, gli estrogeni diminuiscono alzando nuovamente il calore.
OVULAZIONE
L’ovulazione non avviene spontaneamente , in realtà deve essere stimolata esternamente (principalmente dal coito; comportamenti fra femmine in fase estrale, stimoli elettrici, stimoli meccanici vulvari, brusche variazioni ambientali o trattamenti ormonali con LH, LH-RH o gonadotropine), questo riflesso nervoso attraverso il sistema nervoso arriva all’ipotalamo, il quale inizia a produrre LH-RH (peptide 10aa) questo andrà ad agire sull’ipofisi producendo LH. L’LH provoca la rottura dei follicoli facendo fuoriuscire le cellule uovo catturate poi dalle 2 tube. L’ovulazione avviene 10-14h dopo lo stimolo.
FECONDAZIONE
Dopo l’accoppiamento, gli spermatozoi (150-200ml) risalgono rapidamente verso l’utero e l’ovidutto; tra questi solo l’1% arriva (entro ½-1ora) all’istmo e all’ampolla dell’ovidutto dove attendono gli oociti (entrano nell’ovidutto e discendono verso l’utero). Durante lo spostamento e l’attesa, gli spermatozoi subiscono una maturazione che li rende fertili; la massima capacità fecondante avviene a 13-16h. La fecondazione deve avvenire 1-1 1/2 h dopo l’ovulazione a livello dell’ampolla o dell’istmo dell’ovidutto.
PSEUDOGRAVIDANZA
Rappresenta la conseguenza dell’ovulazione senza fecondazione, causata da un accoppiamento sterile, da un accoppiamento tra femmine, da stimoli esterni o dalla presenza di corpi lutei persistenti. Questi stimoli producono corpi lutei attivi, producono progesterone modificando l’utero e la mammella come se fosse una vera gravidanza (la fattrice forma anche il nido) con l’interruzione dell’attività ovarica per 16-18d.
GRAVIDANZA
La gravidanza dura 30-32d; l’uovo fecondato arriva all’utero 72h dopo l’ovulazione, durante questo periodo lo zigote si divide passando per gli stadi di morula, blastula e gastrula, quindi di blastocista (0,1-0,2mm). Tra il 5° e l’8° , l’utero secerne la blastofibrina, una proteina necessaria per lo sviluppo del bastocista (condizionata da estradiolo/progesterone). La parete uterina si differenzia, l’epitelio dell’endometrio aumenta di superficie, producendo numerose villosità. Dl 6° giorno i blastociti secernano un ormone ad azione luteotropa che favorisce la persistenza dei corpi lutei e la secrezione di progesterone . Al 7° d i blastocisti si distribuiscono lungo il corno uterino a distanza regolare; al 7°-8° avviene l’ammidamento dei blastocisti, tra l8-15 si sviluppa la placenta materna; dal 9-10° d si sviluppa la placenta fetale che aumenta fino al parto; la produzione di progesterone aumenta fino al 15-16° d, quindi rimane costante, per ridursi rapidamente prima del parto. La mortalità embrionale e fetale è elevata (30-40%) ed avviene principalmente prima dell’impianto (15-20%), all’impianto e ammidamento (5-10%) ed alla formazione della placenta fetale (2-5d); lo sviluppo fetale è lento nei primi 20d di gestazione accelerato nell’ultima decade. Durante la gestazione, a 15-22d il peso dei feti aumenta da 1 a 16g (a 31d pesano 45-50g), a 15 giorni la placenta materna diminuisce mentre quella fetale aumenta.
PARTO
Il parto dura 10-30 minuti (raramente in + ore), e l’espulsione delle placente deve avvenire entro breve tempo (10’-1h); la coniglia ingerisce la placenta, i coniglietti morti e i residui di lettiera sporchi di sangue , la coniglia strofina con il muso i coniglietti stimolando la circolazione sanguigna e li copre con il pelo strappato dall’addome e dai fianchi (con paglia 40°, se il piccolo nasce fuori al nido non lo prende). Entro 48h i tessuti uterini involgono. La mancata formazione del nido, il parto fuori dal nido, il cannibalismo e l’abbandono della prole rappresentano comportamenti anomali che possono avere soprattutto le primipare.
PRODUZIONE DEL LATTE
La quantità di latte prodotta dipende da: fattori genetici (razza,individuo), dall’età, dall’ordine di parto (aumenta fino al 3°-4° parto), dal numero di coniglietti (9-10), dal periodo di lattazione, dal ritmo riproduttivo e da fattori ambientali (stagione, alimentazione, stato sanitario, tecnica di allevamento). Il picco di lattazione è verso 15d; il giorno stesso del parto la coniglia può essere fecondata. La lattazione dura 28-35d, l’allattamento dura 2-5 minuti a frequenze di 1-3 al giorno per una produzione totale di 6-7kg; giornalmente ne produce 160-250g, i coniglietti allattanti sono 8-10, mentre quelli svezzati 6-8. Lo svezzamento inizia a 16-20d, mediamente crescono 120-150g/d, un coniglietto ingerisce circa 20-25g di latte al giorno e accresce 10-20g al giorno.
Da 0 a 2-3 giorni viene prodotto il colostro (30-35%ss, 14-15% proteina, 15-16% lipidi, 2% ceneri, 2% lattosio), tra 3-5 giorni e 24-25 giorni la composizione è stabile (diminuisce la ss), mentre dal 25° giorno fino alla fine della lattazione aumenta la ss, i lipidi e le proteine mentre il lattosio diminuisce. Dall’inizio alla fine della lattazione il Ca (fino a 600μg/100ml), il Mg e il P aumentano, il K prima aumenta e poi diminuisce mentre il sodio prima diminuisce e poi aumenta.
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Zoocoltura
- Docente: Girolamo Xiccato
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