Fattori criminogeni della famiglia strutturalmente anormale
tra i fattori criminogeni della famiglia strutturalmente anormale vengono considerati:
d.la disgregazione familiare, in quanto vi è un sostanziale accordo nell’asserire che un’alta percentuale di delinquenti viene da “focolari domestici infranti”, abbracciandosi tra l’altro con questa comprensiva e non appropriata espressione distinti tipi di fratture esterne, e non anche l’ambiente familiare strutturalmente integro, ma privo di coesione e tormentato da una cattiva atmosfera psicologica e da violenti litigi, che può essere più deviante di uno infranto dalla morte di un genitore o dal divorzio.
Le ricerche di molti autori sembrano, altresì, indicare che la famiglia disgregata ha maggior effetto criminogeno per le ragazze che per i ragazzi e per i pre-adolescenti che per gli adolescenti.
La delinquenza sembra risultare più frequente nei figli dei genitori che avendo grandi conflitti rimangono uniti, rispetto ai figli dei genitori che invece si separano; così come tra i delinquenti provenienti da famiglie dissociate è stato constatato che la trascuratezza da parte dei genitori era più frequente che la separazione.
Benché non sia pacifico il significato criminogeno della deprivazione materna, cioè della prolungata separazione del bambino dalla madre nei primi anni di vita, come pure della assenza della madre lavoratrice da casa, in questi ultimi lustri si è considerata la carenza di cure materne come fattore sempre più frequentemente responsabile della delinquenza minorile.
Sono stati individuati tre tratti fondamentali di personalità, che sarebbero collegati in modo caratteristico all’assenza materna e provocherebbero gravi difficoltà di rapporti interpersonali e spesso un’evoluzione in senso antisociale: il sentimento di abbandono (con ricerca, talvolta rivendicativa, di affetto e di sicurezza), l’insensibilità affettiva (con rifiuto di legami affettivi per timore di perderli nuovamente), l’aggressività (facilitata dall’indifferenza affettiva e sentita come una ripetizione delle reazioni alla “cattiva madre”);
e.la gravidanza e la nascita illegittima, che sono considerate causa frequente di reati da parte della madre.
Il materiale statistico disponibile dimostra una più alta frequenza del delitto tra gli illegittimi, che sono in genere contraddistinti da senso di insicurezza e di inferiorità, dovuto all’assenza della figura paterna come modello di identificazione, oltre che da ostilità verso la madre;
f.le famiglie con problemi sociali, cioè che presentano certe caratteristiche negative (scarsa intelligenza, immaturità, redditi molto bassi, abitazioni scadenti e sovraffollate, ecc…), che hanno portato ad affermare che la delinquenza minorile è centrata oltre che sull’“area”, anche sulla “casa” il che il cattivo influsso dell’area può essere compensato da un buon focolare domestico;
g.la situazione matrimoniale, poiché, se non è stato possibile provare che gli scapoli sono più criminali degli sposati ed è, invece, riconosciuto che le nubili delinquono meno delle donne sposate, è pur vero che matrimoni turbati sono assai frequenti tra i criminali.
Se non si può accettare la tendenza a ricercare nelle carenze delle dinamiche familiari la causa principale o unica della condotta criminosa, dal momento che la famiglia non può essere disgiunta dal contesto socio-culturale in cui vive e dagli influssi di questo, tutte le indagini confermano tuttavia una stretta correlazione tra delinquenza e tipo di famiglia: se la famiglia inadeguata non comporta necessariamente la delinquenza dei figli, la percentuale dei delinquenti e devianti provenienti da famiglie inadeguate è più alta di quelli provenienti da famiglie adeguate.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Criminologia, a.a. 2008-09
- Titolo del libro: Il problema della criminalità
- Autore del libro: Ferrando Mantovani
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