La teoria delle aree criminali
Tale teoria identifica le cause della condotta criminale nell’esposizione a particolare influenza ambientali, connesse al vivere in zone urbane ad alta concentrazione delinquenziale.
Le cosiddette aree criminali, cioè quelli in cui la delinquenza è particolarmente alta, sono caratterizzate da sovrappopolazione, deterioramento fisico delle abitazioni, condizioni igieniche inadeguate, alte percentuali di persone bisognose di sovvenzioni assistenziali, mobilità della popolazione.
Esse agiscono sia come terreno di coltura della criminalità e del deterioramento sociale, sia come polo d’attrazione di personalità delinquenti in cerca di ambiente protettivo armonico con le proprie devianze criminali, sia come causa di contagio per le persone povere che ivi cercano condizioni di vita più economiche.
Le aree criminale favorirebbero l’apprendimento delle condotte delinquenziale attraverso il meccanismo dell’imitazione, cioè della trasmissione sociale degli schemi di comportamento da persona a persona.
Nei confronti di tali studi viene però rilevato che essi, fondandosi per la maggior parte sulle statistiche ufficiali della delinquenza, non tengono conto della cifra oscura dei reati e, quindi, del rapporto tra caratteristiche delle aree e controllo sociale.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Stefano Civitelli
[Visita la sua tesi: "Danni da mobbing e tutela della persona"]
- Università: Università degli Studi di Firenze
- Facoltà: Giurisprudenza
- Esame: Criminologia, a.a. 2008-09
- Titolo del libro: Il problema della criminalità
- Autore del libro: Ferrando Mantovani
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