Michel Foucault 1926 - 1984 (francese)
Teorico, filosofo, sociologo, storico. Teoria sociologica: uno dei maggiori esponenti dello strutturalismo.
Strutturalismo in sociologia.
La società si fonda sulle sue strutture; nelle scienze sociali il concetto di struttura è ciò che permette la conoscenza della realtà. Concetto di EPISTEME: scienza ovvero l'insieme delle formazioni discorsive performanti per i sistemi concettuali di una determinata epoca storica, in un determinato contesto geografico e sociale; ancora insieme di preposizioni discorsive proprie di una determinata epoca; sistema coerente di concetti e valori tramite il quale una determinata epoca storica interpreta se stessa. Un esempio di disciplina che, nella nostra epoca e cultura, fornisce epistemi, è la psicoanalisi freudiana che ricorre spesso nell'autore oltre che come esempio di scienza in grado di produrre conoscenza anche come fonte di esercizio di potere nel limitare la libertà critica, sfruttando la propria autorità di disciplina consolidata. Dispositivi di potere: la lezione di Foucault sta proprio nella costante attenzione critica ai contesti, ai dispositivi cioè a quegli intrecci di condizioni spazio-temporali, di regole di comportamento e funzionamento implicite ed esplicite, saperi, culture, disponibilità di oggetti e relazioni che influiscono sulla stessa possibilità di entrare in relazione. Egli è uno storicista (sociologia applicata alla storia) per lui il divenire storico si sussegue senza senso a causa della fine del soggetto umanisticamente inteso: la storia non è un susseguirsi di eventi, un processo lineare di evoluzione ma un archeologia del sapere nel senso che i dati storici appaiono come reperti che vengono inviati ad epoche lontane. In Storia della follia nell’età classica Foucault sottolinea come la netta distinzione tra il concetto di ragione, a partire dalla differenza con la follia, avrebbe portato a considerare la follia in termini totalmente diversi da quelli delle epoche precedenti (600-700) dando luogo in epoca moderna alle istituzioni manicomiali. L’interesse di Foucault per la storia delle diverse concezioni di follia e lo studio delle pratiche di internamento è strettamente legato alla critica della razionalità strumentale tipica delle società moderne che inquadrano la ragione in criteri di efficienza produttiva e per questo riduttiva e violenta. Di qui l’analisi del potere: sia in storia della follia che in potere psichiatrico, sorvegliare e punire egli ritiene che le istituzioni ( dalle strutture economiche alle procedure indiziarie di polizia) sotto l’etichetta di governo o assistenza pubblica costituiscono in realtà forme di rimozione e controllo della devianza orientate alla normalizzazione quale strategia di governo. Foucault si oppone a qualsiasi forma di potere ed esalta in modo quasi romantico gli esclusi, gli emarginati: il potere è per l’autore una rete impersonale gettata sugli uomini e solo i soggetti che sono fuori dalla società non la subiscono. Foucault critica la teoria del potere a somma zero: se c’è qualcuno che ha più potere c’è qualcuno che ne ha meno perché l’ha perso; questa concezione marxista è tipicamente sostanzialistica perché vede il potere come una sostanza. In quest’ottica anche le istituzioni detengono il potere che è una forza legittima perché riconosciuta dallo stato sovrano (spersonalizzazione); Foucault invece preferisce una concezione diversa di potere, quella della rete impersonale gettata sugli individui dalla modernità che l’ha creata per controllare il diverso, ingabbiarlo e tenerlo distante o almeno normalizzarlo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze Politiche
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