Separazione di proteine
Nel 1903, il botanico russo Mikhail Tswett ha descritto la separazione dei pigmenti delle foglie delle piante in soluzione mediante l'uso di assorbenti solidi. Egli chiamo questo processo cromatografia. I moderni metodi di separazione usano tutti procedimenti cromatografici. In tutti questi sistemi, la miscela di sostanze che deve essere frazionata viene disciolta in un fluido liquido o gassoso chiamato fase mobile. La soluzione viene poi percolata attraverso una colonna costituita da una matrice porosa solida che in alcuni tipi di cromatografia può avere un liquido legato a sé, e che viene chiamata fase stazionaria. Le interazioni che si generano tra ogni singolo soluto e la fase stazionaria tendono a ritardare il passaggio del soluto attraverso la matrice solida in un modo che rispecchia le proprietà del soluto stesso. I vari metodi cromatografici vengono classificati sulla base delle proprietà delle loro fasi mobili e stazionarie. Per esempio, nella cromatografia gas-liquido, la fase mobile e stazionaria sono rispettivamente un gas e un liquido, mentre nella cromatografia liquido-liquido esse sono liquidi non-miscibili, uno dei quali è legato ad un supporto solido inerte. I metodi cromatografici possono essere classificati anche sulla base delle interazioni principali che si generano tra la fase stazionaria e le sostanze che devono essere separate. Per esempio, se le forze ritardanti hanno un carattere ionico, la tecnica di separazione viene detta cromatografia a scambio ionico, mentre, se il ritardo è dovuto ad un assorbimento del soluto sulla fase stazionaria, la tecnica viene detta cromatografia per assorbimento.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Azarnia Tehran
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
- Corso: Scienze Biologiche
- Esame: Biologia molecolare
- Titolo del libro: Il Gene VIII
- Autore del libro: Benjamin Lewin
- Editore: Zanichelli
- Anno pubblicazione: 2007
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