Stima del fondo ai fini del bilancio
- L’ammontare del fondo contabilizzato deve rappresentare la migliore stima del costo richiesto per adempiere all’obbligazione esistente alla data di chiusura del bilancio. Se la stima attendibile non è possibile, non si iscrive nulla in bilancio. Il principio dice in rarissimi casi in cui non si ha idea, si può non accantonare.
Questo implica una stima del valore corrente delle passività – per l’importo che l’impresa sarebbe disposta a pagare per estinguere l’obbligazione alla data del bilancio o trasferirla a terzi. Inoltre bisogna stimare gli intervalli possibili e determinare l’importo probabile.
- Utilizzo di tutte le informazioni disponibili o relazioni peritali.
- Nei rari casi in cui non è possibile effettuare una stima, la passività è trattata come passività potenziale (contingent liability).
- L’accantonamento è calcolato al lordo delle imposte.
- La stima non è compensabile con gli utili da dismissione di attivi, benché collegata agli eventi che originano al passività.
- La stima deve tener conto dei rischi e delle incertezze connesse all’ammontare da rilevare come accantonamento: ponderazione delle probabilità o dei vari elementi rilevanti alla stima (es. IAS 37.39).
- Il rischio determina la variabilità del risultato della stima. È necessaria cautela, ma l’incertezza non deve determinare l’intenzionale sovrastima delle passività. Il risultato più prudente non deve essere trattato come il più probabile.
- L’incertezza della stima deve essere oggetto di informativa.
- Quando l’effetto è significativo, occorre attualizzare l’importo da accantonare ad un tasso rappresentativo del valore di mercato del denaro nel tempo : quando l’effetto è significativo il fondo va attualizzato. Se penso di pagare la passività tra 5 anni, devo attualizzare la passività e accantonare così un importo più piccolo. La scrittura da fare è ONERI FINANZIARI a FONDO. In questo modo faccio crescere la passività, in modo tale che nel 2015 quando mi aspetto di dover pagare il fondo sia attualizzato. È intuitivo che pagare 100 tra 5 anni è un costo inferiore che pagare 100 oggi, perché idealmente quei 100 euro li faccio fruttare, quindi più tardi si paga più c’è un ritorno economico. Infatti il tasso di attualizzazione finanziaria è diverso rispetto a quello dell’impairment test (WACC). Il WACC tiene conto della struttura finanziaria dell’impresa, mentre il tasso di attualizzazione tiene conto del mercato. Inoltre il WACC in un business solido è inferiore di un WACC soggetto a forti rischi di mercato, perché il WACC tiene conto non solo della struttura, ma anche il rischio di settore. Per attualizzare i fondi invece si va a vedere solo la componente finanziaria, quindi se quei 100 li pago tra 5 anni, nel frattempo ho una passività che onorerò ritardata nel tempo, quindi quei soldi nel frattempo li posso utilizzare nel mercato e mi daranno un ritorno. Oggi la passività attualizzata vale 80, perché è dato da 100 meno quello che possono beneficiare dall’impiego di questi soldi. Devo quindi accantonare 80. Nel momento in cui stimo quanto vale la passività, faccio i miei ragionamenti finanziari, stimo che vale 100, ma il valore attuale è 80.
- Gli eventi futuri possono essere considerati ai fini della stima solo se vi sono oggettive evidenze che accadranno: nuove normative, nuove tecnologie : tutti gli eventi che accadono dopo il 31.12 e che mi permettono di fare una migliore stima devono essere presi in considerazione.
Ipotizzo che la mia passività vale 100 e mi domando quando la pago, se la pago nel 2015 mi devo domandare quanto vale nel 2015, ipotizzo che vale 100 perché sono costi di bonifico. Attualizzo e oggi vale 80.
Sono in un contenzioso legale, so che devo pagare al mio dipendente 100, però nel 2015 non pagherò 100, ma 120 perché il giudice mi condannerà a pagare in più anche gli interessi per i pagamenti che non ho fatto.
Il discorso va valutato sulla base del fatto che la passività produce interessi o meno. Se penso di essere condannato anche agli interessi devo attualizzare 120 e il valore attualizzato sarà 100. Se invece 100 è già il costo che penso di sostenere, attualizzo e il costo sarà minore.
Lo IAS 18 dice che se vendo un prodotto che vale 100 oggi, e quindi faccio la scrittura CREDITI V/CLIENTI a RICAVI ma concedo al cliente una dilazione che va fuori al di là dei normali termini di pagamento, e il 100 me lo paga tra 5 anni. Il fari value della mia vendita non sarà 100, ma 100 meno l’effetto finanziario che sopporto per avergli dato il mio bene e non aver preso i soldi. Quindi questo 100 oggi vale 80, la scrittura sarà quindi 80. E ogni anno farà la scrittura CREDITI a PROVENTI FINANZIARI fino a far arrivare l’80 a 100. Questo è il concetto di interesse implicito applicato al ricavo.
Il tasso non ha nulla a che fare con il WACC, ma è un tasso puramente finanziario che non incorpora concetto di rischio di settore e di struttura.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: International Accounting - corso progredito
- Docente: Gozzetti Mario, Romeo Alberto
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