Discriminazione di prezzo di terzo grado
Discriminazione di prezzo di terzo grado
La discriminazione di prezzo di terzo grado viene applicata dalle imprese che non hanno informazioni sufficienti per stabilire quanto sono disposti a pagare i singoli clienti, ma possono essere in grado di avere informazioni sufficienti per effettuare una discriminazione imperfetta tra gruppi di clienti. Questa discriminazione è reale e soprattutto quella più praticata. Il settore che più la applica è quello del trasporto aereo.È legata all’elasticità della domanda, la domanda è molto rigida. L’impresa quindi applica un prezzo diverso per ogni gruppo di clienti. Il ricavo marginale è identico, da un lato c’è una domanda più elastica, dall’altro c’è una domanda più rigida. Quindi le imprese fanno degli studi sull’elasticità della domanda per poter discriminare.
E’ la più diffusa nella realtà. L’impresa ha delle informazioni sui prezzi di riserva dei consumatori, ma non sono così dettagliate come quelle necessarie per la discriminazione di primo grado. Esiste un segnale esogeno che permette di collocare i clienti all’interno di un gruppo.
L’impresa applica prezzi diversi a gruppi di clienti diversi : segmentazione del mercato.
Il monopolista applica un prezzo uniforme a tutti i consumatori all’interno di un gruppo, tale prezzo è diverso per ogni gruppo, questo in base ad informazioni esogene, ad esempio età , sesso, occupazione, localizzazione.
Il mark-up del prezzo sul CMa è inversamente proporzionale alla elasticità (e) della domanda del gruppo.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Economia industriale
- Docente: Pontarollo Enzo
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