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La dignità dell'uomo nel cristianesimo e nella mistica religiosa

Cristianesimo e dignità dell'uomo


Nella genesi si dice che Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza. Superiorità e signoria dell’uomo sugli altri animali sono strettamente congiunte a quest’aspetto: l’uomo è più simile a Dio, più divino, delle altre creature e la sua somiglianza è in vista di un’altra e maggiore, quell’intima e indissolubile unione tra uomo e Dio. Ai giusti infatti è riservata la totale assimilazione a Dio (San Paolo, ma Cristo stesso). Tra gli autori cristiani Lattanzio è il primo a celebrare la divinità della natura umana, esaltata ad opera della grazia: la statura eretta dell’uomo è  segno della sua capacità di emergere, di salire, di risalire. Questo potere di assimilazione con Dio può essere accettato o respinto, per questo Scoto Eriugena riteneva l’uomo superiore anche all’angelo. Questa duplice possibilità è teorizzata da Alano Di Lilla, come lotta tra sensualità e spirito: è sempre sottintesa l’azione della grazia, ma l’uomo nel suo consenso è fondamentale.
Guglielmo di Saint Thierry afferma che la regalità dell’uomo sta nella sua volontà, anche se la divinizzazione nell’uomo è resa possibile dall’incarnazione di Cristo (Clemente d’Alessandria, Ireneo, Leone Magno…)


Dignità dell'uomo nella mistica


Il mistero a cui la mistica allude è la nascita di Dio nell’uomo: il mistico è colui che giunge ad unirsi a tal punto con Dio che la sua vita e la vita divina sono una sola. Tale unione produce un’esaltazione dell’uomo che è sconfinata come Dio stesso abitante dell’uomo. Ripudio della nobiltà di sangue a favore di quella spirituale, la nobiltà di Dio. Avendo perso, a causa del peccato originale, l’originaria presenza di Dio, l’uomo la può recuperare grazie al sacrificio di Cristo, recuperando l’antica nobiltà perduta.


La dignità dell'uomo nel pensiero precristiano


Nel De natura deorum di Cicerone (che si rifà a Panezio) si elogia l’uomo e la sua capacità grazie alla sua capacità di signoreggiare la natura, ma soprattutto di innalzarsi verso il cielo e pervenire alla conoscenza degli dei.
Ovidio nelle Metamorfosi riprende il tema della creazione ad immagine degli dei. Il tema della divinità dell’uomo, della sua cognatio con gli dei, è ricorrente in tutta la filosofia antica , in particolare in quella platonica e neoplatonica (da cui connubio con il cristianesimo nascerà l’esaltazione rinascimentale della dignitas homini). Anche gli scritti ermetici ( II-III sec D.C.) affermano che l’uomo è composto da due elementi, divino e terrestre. Secondo il mito l’uomo divino formato da Dio a coronamento della creazione si unisce alla natura e da vita agli uomini terrestri: dalle nozze tra l’archetipo uomo divino e natura nascono così i singoli uomini. La compresenza degli elementi significa la possibilità di abbassarsi o innalzarsi.

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