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Caratteristiche delle ferite da armi da fuoco caricate con proiettili multipli nella medicina legale


Si tratta delle lesioni prodotte dai comuni fucili da caccia: nei quali la cartuccia contiene numerosi pallini che dopo uno o due metri di traiettoria si distanziano a formare la rosata, che va sempre più allargandosi fino alla massima estensione (cono diretto), dopodiché si riduce in quanto perde via via i pallini periferici causando la progressiva riduzione della superficie colpita (cono inverso).
Si possono osservare dunque diverse tipologie di lesioni:
a. una breccia unica, prodotta dai pallini ancora ammassati;
b. una breccia centrale, quando è appena iniziata la formazione della rosata;
c. ferite multiple a rosata, osservabili quando il pallini sono totalmente discostati tra loro.
Le distanze alle quali sono rilevabili i suddetti quadri lesivi variano a seconda dell’arma e della carica.
La forma della rosata è circolare se il colpo è esploso perpendicolarmente al bersaglio, ovale se il tiro è obliquo.
Le singole lesioni non posseggono caratteri distintivi rispetto a quelle da proiettile unico già illustrate precedentemente.
Con le armi caricate a pallini è assai raro trovare fuori d’uscita poiché la forza viva posseduta dal singolo agente balistico è tale da esaurirsi all’interno dei tessuti colpiti.
Nei colpi esplosi da vicino anche la borra può penetrare ed essere rinvenuta fornendo utili indicazioni sul tipo di cartuccia e sul calibro dell’arma.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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