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Ipostasi del cadavere


Venuta meno l’energia pressoria prodotta dalle contrazioni del cuore, il sangue si raccoglie nelle parti declivi, sotto la spinta della forza di gravità e della funzione vasale residua.
Le ipostasi indicano la posizione assunta dal corpo dopo la morte e concorrono con altri dati a stabilire l’epoca del decesso.
Talora possono fornire utili indizi circa la stessa causa di morte.
In rapporto al tempo si distinguono diverse fasi.
In linea generale, quando ancora non si vedono ipostasi sul corpo, possiamo supporre che siano trascorse meno di 2 ore dal momento della morte; dalla seconda, terza ora in poi e sino alle 12 ore successive, le macchie aumentano di intensità.
Si è soliti distinguere:
a. fase di migrabilità assoluta o totale: muovendo il cadavere, le ipostasi possono spostarsi completamente dalla prima sede e ricomparire nella nuova diventata declive; in questo caso è lecito pensare che non siano trascorse più di 6-8 ore dal momento della morte;
b. fase di migrabilità parziale: muovendo il cadavere, le macchie ancora si spostano, ma solo parzialmente; perciò accanto alle ipostasi già esistenti, si producono nuove piccole macchie, mentre le prime si attenuano di intensità; ciò depone per un maggior tempo trascorso rispetto al momento del decesso, solitamente dalle 8 alle 12 ore;
c. fase di fissità relativa: può essere considerata estesa dalla 12ª fino alla 48ª-72ª ora circa; le macchie possono ancora scomparire o meglio spostarsi dalla posizione originaria, ma solo esercitando un’azione pressoria locale;
d. fase di fissità assoluta: superata la soglia della 48ª-72ª ora dal momento della morte, la macchia ipostatica non è più spostabile.
Le ipostasi sono di colorito rosso-violaceo; possono assumere un colorito rosso ciliegia nell’avvelenamento da ossido di carbonio, un colore rosso vivo nella avvelenamento da cianuro, un colorito bruno o colore bruno caffé nelle morti causati da veleni metaemoglobinizzanti, il loro colorito diventa verdastro nello stadio colorativo della fase putrefattiva, hanno un colorito assai pallido e sono estremamente scarse nelle morti per shock emorragico.

Tratto da MEDICINA LEGALE di Stefano Civitelli
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