Strumenti e processi del montaggio
Strumenti e processi del montaggio filmico
Giunti al laboratorio di sviluppo e stampa, i negativi dei ciak giudicati buoni e riserve sono svilup-pati con un procedimento chimico analogo a quello delle fotografie. Vi sono due strade: stampare la pellicola positiva e montare con la moviola oppure eseguire un telecinema e usare il computer.
La moviola è un banco formato da sei/otto piatti rotanti, dotato di un dispositivo per leggere insieme le bobine dell’immagine e del suono. In sala montaggio, infatti, non arriva solo la pellicola sul positivo, ma anche il nastro magnetico sul quale il fonico ha registrato il sonoro. L’assistente montatore effettua la sincronizzazione tra le due bobine passandole in moviola. Le inquadrature sincronizzate vengono giuntate con lo scotch, avvolte su una bobina e proiettate per un controllo.
Alla moviola, il materiale può essere visionato e montato nella copia lavoro: la pellicola, attraverso un sistema di rocchetti, scorre dai piatti di sinistra a quella di destra, fino a un prisma illuminato che proietta l’immagine su un piccolo monitor. Quando il montatore ha deciso dove staccare, segna il fotogramma con il taglierino taglia la pellicola lungo l’interlinea tra i due fotogrammi.
Le inquadrature giuntate, infine, sono avvolte su una bobina. Normalmente il montaggio avviene in due tappe: dopo le riprese si fa un primo assemblaggio di massima (rough cut), lasciando le inquadrature un po’ più lunghe di quanto saranno alla fine e concentrandosi soprattutto sulla loro successione. Il montaggio definitivo è invece concordato con regista e produttore.
Se si monta mediante personal computer (desktop editing), il processo è differente: si tratta di un sistema non lineare, in opposizione a sistemi lineari come le centraline elettroniche, che obbligano a montare il filmato in sequenza senza poter tornare indietro. Con il computer, il negativo non viene stampato su positivo, ma trasferito su un nastro Beta attraverso il telecinema (che proietta la pellicola nell’obiettivo della telecamera) e quindi acquisito nell’hard-disk tramite un lettore.
La postazione è costituita da un’unità di elaborazione centrale, con alcune memorie e due o più monitor. Il primo monitor è di archiviazione: tutte le scene acquisite vi compaiono sotto forma di clip. Le clip prescelte sono trascinate dal primo al secondo monitor e lì disposte sulla time line.
E’ sulla time line che si realizza il montaggio virtuale, e che prende forma la copia lavoro: man mano che le inquadrature sono trascinate, la striscia si allunga e le giunte tra le inquadrature sono visualizzate da un tratto verticale; l’ordine delle inquadrature può essere sempre modificato.
Quando il regista ha approvato il montaggio definitivo, il computer produce una EDL (Edit Decision List), un elenco dei time code di tutte le inquadrature sulla time line. Un software permette di ritrovare tutti i punti dell’edit list anche sul negativo originale della pellicola, in modo da consentire le operazioni di taglio del negativo.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Storia e Critica del Cinema, a. a. 2008/09
- Titolo del libro: Il film. Dalla sceneggiatura alla distribuzione
- Autore del libro: V. Buccheri
- Editore: Carocci, Roma
- Anno pubblicazione: 2003
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