Lo storyboard
Lo storyboard è la versione disegnata della sceneggiatura, o almeno delle sue parti più difficili da girare. Le principali scene del film sono disegnate come in un fumetto, inquadratura per inquadratura. Si è imposto con la nascita dello studio-system, cioè quel sistema di ripresa in studio che permetteva di pianificare esattamente le riprese. Oggi è obbligatorio negli spot pubblicitari, che creano un mondo artificiale e devono comunicare un messaggio chiaro in un tempo limitato.
Il disegnatore di storyboard lavora a stretto contatto con il regista e spesso, più che un autore, è considerato un semplice visualizzatore della creazione altrui (è inserito nei ruoli da tecnico e sottoposto a pagamento forfetario). Lo storyboard si comincia tre-sei settimane prima delle riprese, a seconda del budget. Per produzioni con set elaborati ed effetti, può servire anche un anno.
Il limite maggiore dello storyboard è l’impossibilità di mostrare il movimento o effetti ottici come le dissolvenze. La soluzione più ovvia è usare disegni schematici, frecce e didascalie. E’ possibile che il regista, per comunicare informazioni essenziali, si serva di disegni più schematici. Il grado zero dello storyboard è scrivere nei box, ma si possono anche usare disegni stilizzati.
Se c’è un rischio in cui incorrono i film girati seguendo pedissequamente un disegno è che le immagini possono sembrare fisse, artificiose. Di recente, nelle produzioni commerciali, si ricorre a strumenti di visualizzazione più sofisticati, come gli storyboard animati al computer.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Storia e Critica del Cinema, a. a. 2008/09
- Titolo del libro: Il film. Dalla sceneggiatura alla distribuzione
- Autore del libro: V. Buccheri
- Editore: Carocci, Roma
- Anno pubblicazione: 2003
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