L'amministrazione americana in Iraq
Le ragioni della guerra: la ricerca delle armi di distruzione di massa
Molte delle fonti analizzate sottolineano come alla base della dichiarazione di guerra all’Iraq vi sia una menzogna: ovvero la ricerca di armi di distruzione di massa che – come l’amministrazione Bush sapeva bene – l’Iraq non possedeva più dai tempi del conflitto con l’Iran. Questo tema è affrontato in Fahrenheit 9/11 e su di esso si basa il film Green Zone, in cui l’ufficiale Miller, incaricato di controllare i siti in cui dovrebbero trovarsi i micidiali ordigni, scopre che della loro inesistenza il governo americano era a conoscenza prima dell’occupazione dell’Iraq.
Quando, il 19 marzo 2003, il Presidente Bush annuncia l’inizio delle operazioni militari, parla alla Nazione di una guerra fatta per «disarmare l’Iraq, liberare la sua gente e difendere il mondo da un grosso pericolo». Come diventa chiaro per i soldati e i funzionari impiegati in Iraq, il «disarmo» non è che una scusa per attaccare:
Guidavamo gli autobus iracheni, trasportando prigionieri di guerra, e cercavamo di capire perché ogni volta che facevamo tappa in una base militare appena conquistata non ci trovavamo alcuna arma di distruzione di massa
Bush è riuscito a far credere con l’imbroglio agli americani che ci fosse un collegamento tra l’orribile tragedia dell’11 settembre e l’Iraq, quando tale collegamento non esisteva […] che disgrazia, che vergogna, e che spreco di vite umane
Come è ormai chiaro a tutti, l’Iraq non era e non è una minaccia immediata per gli Stati Uniti né per il resto del mondo. La maggior parte dei terroristi sono stranieri che vengono qui per ribellarsi alle forze della coalizione
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Dettagli appunto:
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Autore:
Isabella Baricchi
[Visita la sua tesi: "Il mondo di Padania. La costruzione dell'identità fra capi, guerrieri, fattrici e scudieri"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Teorie della Comunicazione
- Esame: Modelli di comunicazione storica nel Nord America
- Docente: Elena Lamberti
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