Lo scandalo degli appalti nell'amministrazione Bush
Tutto il paese brulica di contractors delle società provate. Blackwater, Kellogg Brown and Root [KBR], Halliburton e così via. Queste società private si occupano di qualsiasi cosa, dalla sicurezza ai servizi di catering! […] noi stiamo cagando soldi per queste stronzate e pochissimi progetti sono davvero utili alla popolazione irachena.
Una delle critiche più forti fatta all’amministrazione Bush in merito alla missione in Iraq è l’aver appaltato la fornitura di servizi (dal cibo, alla sicurezza, alla lavanderia, alla benzina e al petrolio) a multinazionali legate a personaggi dell’establishment e senza alcuna competenza in materia, che si sarebbero enormemente arricchite durante gli anni di guerra senza aver fornito servizi soddisfacenti. È il tema su cui si basa il documentario Iraq for sale, ma è presente in molte delle fonti analizzate:
Siamo in una base operativa di merda che si chiama Peacesetter e che si trova in culo al mondo nel triangolo sunnita […] Non c’è assolutamente nulla per noi […] Non ci sono neppure le docce. Sembra che ci stiano lavorando e che le avremo nel giro di un paio di giorni. C’è semplicemente un gruppo di tende circolari dell’esercito. Non ci sono neppure dei veri cessi.
I vestiti sporchi affidati alle cure della lavanderia Kbr, una sussidiaria della Halliburton, venivano riconsegnati puliti dopo due settimane, quando non sparivano. Invece di trovare una lavanderia a Baghdad o assumere iracheni per lavarli a mano, la Kbr spediva abiti e biancheria in Kuwait.
La società appaltatrice non aveva alcuna esperienza nella gestione di operazioni mediatiche in zone postbelliche, era specializzata in sistemi informatici per il Dipartimento della Difesa e le agenzie di intelligence. In ogni caso, il Pentagono offrì il contratto alla Saic senza indire nessuna gara di appalto con altre società. Se ne occupò l’ufficio di Doug Feith, il suo vice, Christopher Ryan Henry, era stato vicepresidente della Saic prima di entrare al Pentagono.
L’amministrazione americana in Iraq non è stata proprio un fallimento. Non ha garantito i diritti del popolo iracheno, ma ha messo al sicuro altre cose. I giacimenti di petrolio sono al sicuro, e le corporation americane si sono assicurate contratti governativi multimiliardari che permettono loro di saccheggiare il petrolio iracheno. Dovremmo esserne tutti orgogliosi. Il nostro diritto a sfruttare i possedimenti iracheni è al sicuro. Viva la libertà!
Se i soldati americani ogni giorno fanno da scorta a più di cento camion che trasportano il petrolio fuori dall’Iraq, tutto quel petrolio dove va a finire?
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Autore:
Isabella Baricchi
[Visita la sua tesi: "Il mondo di Padania. La costruzione dell'identità fra capi, guerrieri, fattrici e scudieri"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Teorie della Comunicazione
- Esame: Modelli di comunicazione storica nel Nord America
- Docente: Elena Lamberti
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