L'operaio e il mondo sindacale nell'Europa del XIX secolo – Michael Hanagan
Oltre alla coalizione dei protezionisti c’erano le classi lavoratrici. Una nuova figura , l’operaio industriale semispecializzato rimpiazzò il lavoratore-artigiano nella militanza sindacale. Nel 1900 tutti i lavoratori del continente sembravano volgersi quasi ovunque verso un socialismo che ripudiava l’accentramento statale e abbracciava l’internazionalismo. Ma le apparenze ingannano. Malgrado aderissero a una internazionale dei lavoratori, spesso conflittuale, i militanti socialisti erano reclutati da ambienti politici repubblicani e si mantenevano sostanzialmente fedeli all’idea di una nazione democratica.
I leader politici socialisti erano propensi a considerare l’internazionalismo come un obiettivo a lungo termine; nell’immediato, essi si sforzavano di democratizzare lo stato esistente, riconoscevano il carattere nazionale della politica e che lo Stato centralizzato era l’unico quadro in cui la politica sociale potesse realizzarsi. Inoltre, come avrebbe dimostrato la 1^ Guerra mondiale, i sentimenti internazionali delle classi lavoratrici erano meno radicati di quanto apparisse.
L’importanza delle azioni nel mondo sindacale è pari a quella dei dibattiti nei congressi socialisti, perciò in questo contesto si svilupparono le nuovissime tecniche di protesta rivoluzionaria, la più importanti delle quali fu lo sciopero generale. In Francia, Germania, Italia, Russia le ondate di protesta erano la risposta a eventi politici. Il crescente peso elettorale dei lavoratori e l’adesione agli scioperi pose una sfida al potere dello Stato e alle strategie degli individualisti. I lavoratori subivano le conseguenze del protezionismo e i movimenti sindacali lo avversavano ovunque.
Dopo il 1851, con l’aumento della pressione fiscale e l’estensione della coscrizione militare, gli Stati concessero la cittadinanza allargata e i diritti fondamentali. Tuttavia, solo i Francesi possedevano il suffragio universale. In alcuni paesi, i nuovi diritti fondamentali furono estesi anche alle classi lavoratrici. La trasformazione delle riforme sociali in diritti fondamentali era piuttosto limitata ma i lavoratori cominciavano a incontrare lo Stato non solo nei suoi ruoli di garante dell’ordine, reclutatore ed esattore, ma anche come medico, insegnante, agente assicurativo e ispettore sanitario.
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Dettagli appunto:
- Autore: Domenico Valenza
- Università: Università degli Studi di Catania
- Esame: Storia contemporanea, a. a. 2005/06
- Titolo del libro: Il mondo contemporaneo. Storia e storiografia
- Autore del libro: G. Longhitano
- Editore: Palombo, Palermo
- Anno pubblicazione: 2005
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