Inizio della Seconda Guerra Mondiale: invasione della Polonia e accordo con la Russia – Richard J. Overy

Dopo le minacce anglo-francesi di guerra (ma essi tuttavia non erano realmente favorevoli ad una della guerra essendo con un programma di riarmo ancora incompleto), la soluzione finale della questione nella conferenza di Monaco del 1938 garantiva alla Germania i territori dei Sudeti, con la promessa di non attaccare il resto della nazione ceca e di mantenere la pace. Ma nei mesi successivi alla conferenza, Hitler accentuò il riarmo della preparazione bellica e aumentò la pressione sugli Stati dell’Europa orientale. Nel marzo 1939 Hitler occupò il resto della Cecoslovacchia. Ma quando i capi polacchi si rifiutarono di negoziare la restituzione alla Germania del porto baltico di Danzica, egli decise una guerra punitiva contro la Polonia nell’Agosto del 1939.

Per evitare il coinvolgimento sovietico, Hitler concluse nell’agosto del 1939 un patto di non aggressione con Stalin, con un protocollo segreto che divideva la Polonia tra i due paesi e garantiva all’Unione Sovietica una sfera di influenza sui paesi baltici. Di fronte a un tale scenario, Francia e Gran Bretagna decisero di intervenire, contrariamente a quanto pensava Hitler. Vi fu un risorgere di sentimenti nazionalistici che orientò decisamente l’opinione pubblica; l’hitlerismo adesso era visto come una pericolosa minaccia alla sopravvivenza dei valori e degli interessi dell’Occidente. Anche dagli imperi arrivarono adesioni alla causa. Il Canada rinunciò alla neutralità, Australia e Nuova Zelanda si impegnarono a dare aiuti; persino la neutrale America cominciò a dare incoraggiamenti alla causa occidentale. Fino alla dichiarazione di guerra del 3 settembre, si sperò che Hitler facesse marcia indietro; dal canto suo Hitler restò aggrappato tenacemente alla convinzione che i due paesi non si sarebbero mossi.