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Trasformazione del Welfare e aiuti di Stato


In primo luogo, le apprensioni che circondano il processo di trasformazione dei sistemi nazionali di welfare non possono essere ricollegate alla disciplina degli aiuti di Stato in quanto tale.
Quest’ultima non si basa su una logica di predominio dell’efficienza economica sulle esigenze proprie della solidarietà.
Al contrario, si può dire che una interpretazione estensiva della disciplina degli aiuti statali finisca col tutelare l’integrità dei sistemi nazionali di welfare sia dagli effetti della concorrenza tra Stati membri, sia dagli sprechi di risorse pubbliche effettuati dai governi nazionali.
In secondo luogo, si è notato come tale equilibrio tra esigenze variamente ricollegabili alle nozioni di solidarietà e concorrenza sia soggetto ad oscillazioni giurisprudenziali.
Se da un lato la Corte traccia i confini dell’art. 87 Trattato CE in maniera tale da evitare il confronto con una parte cospicua delle politiche sociali nazionali, dall’altro essa tenta di ritagliare all’interno della stessa nozione di aiuto di Stato nuove soluzioni regolative che meglio si adattano alla ormai dilagante compenetrazione tra logiche di mercato ed interesse pubblico.
In entrambi i casi, però, sarebbe inesatto parlare di antagonismo o indifferenza da parte della Corte rispetto alle politiche sociali nazionali; semmai, è proprio la consapevolezza delle ricadute delle proprie decisioni sulle politiche nazionali a condurre verso scelte incoerenti.

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