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Working through nell’hic et nunc e nell'incontro analitico

Working through nell’hic et nunc e nell'incontro analitico

Il lavoro di Borgogno dirige la nostra attenzione sul modo in cui l’analista si pone e risponde al suo pz: questo è sempre un indice dell’impatto che quest’ultimo ha su di lui; nel caso specifico M.
Deve essere sottolineato come la pz osservi attentamente come l’analista risponde alle sue comunicazioni ciò fa parte della loro corazza paranoide che le ha permesso di sopravvivere e continuare a rapportarsi con il mondo esterno;
ovviamente il trauma esperito si situa a un livello preverbale, cosi che le memorie che vi sono implicate non potranno se non per un lunghissimo tempo essere rese esplicite attraverso le parole, ma dovranno essere evocate e trasferite nell’analista; un pz scruta sempre l’analista allo scopo di testare se sia davvero capace di riconoscere le sue esperienze primitive; non tutti gli analisti si dimostrano in grado di sopportare momenti di assenza di parola e vuoto totale; alcuni di essi lo considerano un attacco nei loro confronti. Proprio per questo risulta importante secondo Ferenczi nel suo “diario clinico” che l’analista si sottoponga lui stesso all’analisi “trovarsi nei labirinti del Minotauro, aver trovato faticosamente l’uscita e poter cosi impersonificare il ruolo di guida dei pz negli inferni gironi”. L’analista deve possedere coraggio per inoltrarsi in quei territori psichici così minacciosi.
Nel caso di M “faceva hara-kiri e voleva che la vedessi” quindi avvisa l’analista che sarà costretto ad assistere e dovrà avere uno stomaco forte dato che si “riverseranno fuori tutti gli intestini” . l’analista sarà costretto a un assalto forte nei confronti della propria persona, un assalto mortale. Inoltre verrà il momento in cui dovrà diventare l’assassino e riprodurre con le sue mani l’assasinio un tempo perpetrato sul pz; tuttavia a differenza di quanto è avvenuto per il delitto iniziale non gli sarà permesso di negare le proprie colpe; la colpa è quella che lui non può offrire tutte le sue cure, e quindi espone il pz di nuovo allo stesso pericolo di un tempo; se si riuscirà  a portare l’accento dal traumatico dal presente all’infanzia resteranno cose sufficienti per condurre la relazione; l’analista nel controtransfert non potrà che ritrovare se stesso nei panni dell’aggressore, dell’assassino e in qst situazione sarà possibile per lui ottenere un progresso solo se saprà accettare come inevitabile il dover ripetere l’assasinio.
L’altro lato della medaglia è che con pz come M si identificano con l’aggressore assumendo un atteggiamento di natura sadica lo stesso analista sarà fatto oggetto di attacchi(tutti noi abbiamo avuto pz impossibili che hanno abbandonato l’analisi in cui abbiamo detto “io h provato di tutto, non potevo fare di più”  dando vita ad un enactment in cui pz uccide analista e analista uccide il pz;

Sono ovviamente solo possibilità che entrano a far parte di un processo le cui dinamiche dovranno essere giocate dalla coppia analitica; non bisogna perdere la speranza.

(Es: Paula Heimann : pz che arrivò a bussarle alla porta; ebrea che era vissuta nei campi di concentramento; lei capì che per aiutarla avrebbe dovuto incarnare il ruolo dei gerarchi nazisti nelle dinamiche contro-transferali; 
Sklars pz schizofrenica che esibiva nelle sedute i suoi tagli, le sue ferite inferte tra una seduta e l’altra; così nella seduta partecipavano un voyeur e n masochista; dopo settimane di tagliuzzamenti e nessuna possibilità che le interpretazioni avessero un senso,l’analista le disse che non aveva intenzione di guardare ciò che lei si faceva sul corpo e le intimò di andarsene); con paura si chiese se l’avrebbe più rivista e se si sarebbe suicidata, ma la settimana dopo si presentò in seduta dicendo “non pensavo le importasse del mio corpo”
Nessuno le aveva mai dato un limite per cui credeva fosse un fatto normale mutilarsi;

Conclude dedicando attenzione all’episodio quadrato-rombo-tuono; egli è stato un vero rombo che si è opposto al quadrato difensivo della pz e penso che la qualità dell’holding offerto sia stata soffusa e permeata proprio dalla sua voce risuonante; a far sentire sorretta la pz deve essere stato non il suo fiume di parole ma piuttosto il rombo emesso dalla sua voce che non risucchia/uccide tutto ma sostiene “non è un rumore indistinto, che tormenta non è un gemito è qualcosa che ti fa risorgere”

Risposta di borgogno a Sklars
Inizialmente si chiede in cosa consisterà l’hara-kiri a cui dovrà assistere: ben presto si troverà davanti ad un muro di silenzio e capirà che non basterà guardare e capire ma proprio entrare nei meandri di quella sofferenza lasciando che qst lo penetri facendolo ammalare dello stesso male che affligge M.  I tempi per districare il transfert furono davvero lunghi per permettergli di elaborare le pressioni proiettive e per poter capire il dolore sia di M sia della madre e poter nutrire l’idea che tutto si sarebbe giocato in analisi senza la morte di nessuno;
come ben coglie S. gli inferni gironi sono appunto gironi in cui è di casa la morte che si era rifugiata nel corpo di M quando nata non si era sentita la benvenuta; sarà quindi l’esperienza del corpo a farsi messaggera di quell’antico trauma e li l’analista lo dovrà scoprire sulla sua carne, non intellettualmente aprendo un varco tra corpo e mente e tra mente e corpo. 
Differenza con S. 
-Il rovesciamento dei ruoli è preso in considerazione da S ma non gli da la stessa importanza di B che la concepisce come base per la rinascita di emozioni e sentimenti   
- S. sostiene che tali pz si identifichino con l’aggressore da cui sono stati invasi, lascia però implicito che tali pz dissocino la risposta affettiva alla mancanza sistematica di cure e attenzioni che invece per B è la diretta conseguenza
- S pensa che l’aspetto più doloroso per gli analisti sia il trovarsi nei panni del genitore omicida, mentre per B l’elemento più difficile da sostenere è pensare all’intensità della pena provata da questo bambino con genitori di questo tipo ; quindi la colpa nostra più grave sarebbe quella di respingere l’identificazione del suo dolore

S sostiene sia importante identificarsi con i vari membri della famiglia perché per comprendere deve concentrarsi su motivi che hanno spinto i genitori ad agire così ma anche il contributo del figlio.
È stato possibile aprire un varco che consentisse all’affettività ignorata di essere riassunta in se creando una casa più adeguata per il soggetto, e x farlo dovette l’analista farsi uno stomaco capace di metabolizzare le esperienze non digeribili e non assimilabili, offrendo alla pz uno spazio mentale in cui la sua vita emotiva potesse diventare una sua funzione ; M aveva da tempo staccato la spina per poter sopravvivere in un mondo ritirato e depresso, era identificata con una madre che l’aveva portata inconsciamente a ritenersi con il tempo che si è esistenti unicamente se si è assenti psichicamente
Una rettifica di questo fu possibile dando significato alle sue comunicazioni corporee, dando voce al rovesciamento dei ruoli ai sentimenti dissociati ed esteriorizzati in me, sentimenti di rabbia, ritiro, vuoto, farle fare esperienza di una relazione diversa da quella di annichilimento e mortificazione sperimentata con la madre

Una caduta da cavallo Regazzoni 

Forse x una consuetudine con il montare a cavallo, l’autrice è colpita molto questa analisi di M. che ha avuto inizio con una caduta da cavallo.
M. è stata descritta come una pz inerte e silente da B. L’autrice si pone alcune domande: si chiede che cosa abbia creato una frattura tra M e l’attività? dato che per montare a cavallo bisogna essere tutt’altro che inerti e che cosa la abbia fatta sentire minacciosa e incompatibile con la sua vita.
Non vengono dati indizi sulla caduta: un incidente? Oppure un incidente non casuale? M ha sofferto la pz x interrompere quell’attività?(come è nata la sua passione?) forse M. non ne ha parlato per diniego? Per rimozione?
Regazzoni si immagina come M possa aver vissuto la sua attività sportiva in rapporto all’ambiente psicologicamente ed economicamente depresso;
si chiede dunque se  -la nascita prima
                                 -il montare a cavallo 
                                 -gli studi universitari 
non siano sempre stati percepiti da M come un furto cioè un modo di gravare economicamente sulle forze dei suoi genitori. L’università non poteva essere da M vista come un elemento forte di frattura con i suoi genitori che avrebbe comportato il lasciarli al loro destino e volerne un altro migliore x se
Alla luce di questo
Non potevano la caduta da cavallo e il contemporaneo arresto negli studi essere ad un tratto percepiti come insostenibili x il senso di colpa che comportavano da M? Oppure M. aveva paura di rompere quei legami che erano i soli che possedeva?

La Regazzoni scopre che i genitori avrebbero voluto un maschio Alessandro “un grande condottiero che li avrebbe risarciti per il loro soffrire.”
Si chiede dunque quanto possa aver pesato su M questo? Il suo compito di dover risarcire i suoi per le sofferenze passate e x quella non ultima di non avere avuto un figlio maschio. 
Il suo arresto non avrebbe quindi essere un modo x smarcarsi? ogni successo, ogni movimento avrebbe potuto lanciarla nella fantasia di diventare Alessandro Magno.

Considerazioni della Regazzoni sui sogni

L’autrice ipotizza che M nel vedersi tutto il giorno sul divano tirar fuori le viscere non possa non aver provato disgusto e orrore. “Una persona giapponese di identità incerta sta facendo hara-kiri..” 
Ipotizza che l’esperienza di M sia stata di profonda estraneità e confusione e che M percepisca una parte aliena a se stessa, quella che parla di cose intime, perché forse non c’era mai stato tempo per parlare di cose intime a casa sua; M inoltre sembra non sapere se questa aliena è guerriera e forte oppure se è una femminuccia, cioè non sa dire se l’analisi è qualcosa di cui ci si deve vergognare o qlcs di cui poter essere fieri.

-Il difetto congenito dell’anca della sua amica attiva nell’analista il pensiero che possa alludere a qualcosa che riguarda la nascita essere una figlia non desiderata

-“Solo un santo potrebbe aiutarla” senso di inadeguatezza che pervade sia analista sul fatto che non riusciranno a portare avanti a gravidanza(analisi); e della pz che ha timore di essere allontaata perché troppo faticosa e pesante  

-una regina che odiava la vita e un figlio tanto da cercare di ucciderlo scagliandolo giù dal palazzo: con la fine della seduta l’analista esprime il suo odio verso il pz? La pz-figlio si sente buttata via a ogni fine analisi dalla regina-analista?

-ammirato dalla regina per non procurarsi ferite: (che sollievo per la regina sapere che la figlia era forte per rimanere attaccata alla vita) 

-lei era però anche la pz preferita dell’analista(al suo capezzale aveva chiamato molti medici) ed era anche la figlia di genitori disposti a molti sacrifici per assicurarle qll che non avevano avuto e da regina si permette di tiranneggiare sull’analista con i suoi silenzi; la regina si rallegra però che l’analista continui ad essere disponibili non arrabbiato e non offeso; si tratta di scene in cui viene tenuto sotto scacco intero paese; l’autrice si chiede quindi se non possa essere una percezione della situazione di stallo in cui si trovava l’analisi; si chiede inoltre se l’aiuto di un astronave possa risolvere la situazione che è però amica o non amica? Essere liberata da quel rapporto che conosce, sentirsi buttata via, essere lei butta via ha su di se il segno incerto dei cambiamenti.

-Sogno caverna: B continua a cercare M dove lei non è già più, pronta ad un rapporto più esposto e più vivo

-episodio rombo-quadrato precedente a questo sogno; il sogno della caverna è la risposta a questo episodio, una risposta che mette in luce una pz pronta a ricevere un’interpretazione inconsueta e a reagire diversamente , anche se con la figura del carbonaio la pz cerca di ricordare all’analista che non possono ancora condurre un’analisi alla luce del sole, se non voglio incorrere in repressioni; per questo non può mostrarsi troppo viva ma deve optare nel suo stare in analisi in un modo che sia una quasi vita o una quasi morte (malgrado e probabilmente proprio perché la pz ha già conseguito laurea,lavoro,amicizie.

-dopo 8 mesi di intenso lavoro la pz ritorna al suo evidente mutismo intesa, di condotta da pz modello; un totale mutismo dopo mesi di buona: l’autrice si chiede quale possa essere la spiegazione. Una qualsiasi secondo B. reazione di fronte all’acquisizione di autonomia? Regazzoni sottolinea che M avverte il rischio di un ritorno in campo della sua pervicace tendenza a sottomettersi a compiacere i suoi bisogni e le aspettative altrui, decide così di ammutolirsi non vuole riprendere a fare quello che gli altri vogliono ma quelo che lei vuole per se 
-8anno seduta in cui la pz fa un lavoro sul suo sogno: La Regazzoni non condivide che un lavoro sia svolto tutto dal pz da solo; secondo lei anni di analisi dovrebbero dare al pz la capacità non di interpretare da solo bensi  di sostarvi insieme con ‘analista. E infatti non è convinta che  M proceda sicura e lo evince dai suoi  intercalari “come mi ha insegnato lei, non so se è d’accordo” nei quali forse richiede la mano dell’analista”

-sogno del gioco dei bambini: secondo M il gioco è eccitante ma pericoloso: un bambino in particolare la preoccupa; occorre chiamare il padre, che però tarda ad arrivare: non è forse un monito all’analista? alla sua funzione paterna? segnale di come sia ancora importante per lei che un padre si prenda conto del gioco pericolo che sta facendo?(interpretazione?)pur vedendola come persona con maggiori capacità? 
M non si attribuisce capacità madre.(infatti nel sogno va a chiamare la madre del bambino) 

-sogni dinosauri: proposta la crudeltà lacerante dei processi separativi; processi proiettivi della pz sull’analista: “non mi lascerà mai andare via, mi terrà con se” 
Però forse testimonia anche l’incapacità di noi analisti di lasciare certi pz

Risposta di Borgogno a Regazzoni

B si complimenta con l’autrice per aver dato prova di sapere anticipare molte conclusioni a cui lui è arrivato soltanto nel 4anno di analisi, si complimenta con lei per aver colto in modo rapido e succinto il dolore di M. e delle sue problematiche come se vi avesse partecipato in prima persona; e per essere stata in grado di prendere distanza dal proprio coinvolgimento che non tutti si dimostrano di avere sin da subito;
B si giustifica sostenendo che all’inizio dell’analisi di M era imberbe come analista, e che forse dietro il suo procedere a rilento c’era la motivazione di assumere funzioni di training e supervisione e voleva mostrare com’erano stati lunghi i tempi di working through e risposta effettiva dell’analista. Inoltre considera ci sia stata la necessità nell’analisi di M. (ma è anche un aspetto che fa parte del suo stile e del suo corredo di base) di entrare a tutto tondo nel gioco quale soggetto.

Per quanto riguarda la nascita della sua passione per i cavalli, inizialmente spiega che non fu facile parlarne con M perché la caduta da cavallo le bruciava ancora troppo; successivamente era riuscito a scoprire che era nata come amicizia e dimestichezza con un mulo che l’accompagnava da un paese all’altro(mezzo di trasporto). L’andare a cavallo in adolescenza era un volare magicamente al di sopra di tutto, era un modo per dissociarsi dall’aria pesante che si trovava a dover respirare in casa nella speranza di conquistare un’identità più forte dei suoi genitori. Il disarcionamento l’aveva di nuovo ricondotta a una dimensione di dipendenza confermando l’assunto che meno ci si muove e si sta ritirati meglio è; in questo contesto di rinnovata depressione era da pazzi pensare di trovare attraverso l’analisi la soluzione? oppure sarebbe stata nuovamente disarcionata?  Si doveva ripartire con una nuova passione oppure alla resa dei conti sarebbe stata deleteria?

Propone una descrizione dei moments now: momenti di autentica connessione della persona con il Terapeuta che modificano la relazione con lui e di rimando al senso di se del pz; sono momenti in cui il contesto relazionale si modifica inaspettatamente (sebbene segnali potessero scorgersi già prima) per questa caratteristica di sorpresa impongono una riorganizzazione del lavoro non nell’immediato ma nel corso dell’analisi. importante che si connetta il passato con il presente e il futuro; non sono solo momenti fugaci di incontro ma vengono ricordati a distanza di anni perché corrispondono a momenti di vita vissuta insieme che hanno portato a una ristrutturazione del modo di vedersi e di vedere quell’analisi; non nascono dal nulla ma da un terreno già arato insieme in cui con sorpresa nascono i primi frutti; importante che vengano ricostruiti gli antecedenti che gli han determinati( rosso Borgogno, rosso Bordeaux, storia dell’orsetto, richiesta di una sigaretta dal mio primo analista quando aveva pacchetti pieni;)

B. spiega come la seduta dell’ottavo anno di analisi invece sia stata proprio una seduta di svolta che ha segnato l’approssimarsi della conclusione dell’ analisi: M era in grado di esprimere con parole sue il tragitto fin li compiuto; B ritiene indispensabile che si debba lavorare con il pz al punto di farlo divenire capace di mettere in parole quanto ha appreso dall’analisi rispetto al suo mondo interno e sua storia; per questo all’analista  viene chiesto di farsi da parte, e restare in ascolto astenendosi da interpretazioni presenza riverberante e corrispondenza emotiva [citando Heimman passare in secondo piano ed essere presenza aggiuntiva che gli offre spazio senza interferire al di la di essere compagno sintonizzato sui suoi bisogni”. B considera che M. era sempre stata molto insicura e fornire delle interpretazione rispetto a quanto lei non aveva colto sarebbe stato inopportuno 
Si trova poi d’accordo con l’autrice per quanto riguarda il sogno dei piccoli dinosauri; perché rappresenta quanto sia difficile e lacerante la separazione per entrambi; “il passato più volte ritornò ma il presente più o. permise di riscriverlo” la cosiddetta riappacificazione di Freud che permetteva di rendere se e gli altri più reali e accettabili in “piena rotondità”; una maggiore comprensione anche delle ragioni dei comportamenti delle persone che spesso hanno condotto alla felicità. 

Sulla centralità della funzione paterna
Importante è stata la funzione mobilizzante del padre nel trattamento di M: speranza, ottimismo, gioa di vivere giocosità; M ha individuato nell’analista un qlc per ritrovare se stessa, un qualcuno che non stanco e fragile come i suoi, qlc che non abdicava ai suoi progetti e sogni, un soggetto agente differenziato da lei con un peso specifico che non era spaventato nel mostrarle i suoi limiti le sue paure le sue debolezze; un soggetto aperto a una gamma di sentimenti fermezza protezione verso l’altro ma anche odio per non riuscire a comprendere, per paura che tutto fosse vano un sentimento ineludibile; che rappresenta un autentico investimento sull’altro e il desiderio di combattere per fare evolvere una relazione in senso positivo;


Caso di Guidalberto
Fisico 28enne chiede analisi in seguito ad una richiesta di separazione della moglie improvvisa; era scostante nella partecipazione alle sedute, sempre in ritardo, senza preavviso, non stava mai fermo (si dava delle “varianti” così le definiva), e si divertita a mettere l’analista in difficoltà osservando con sadica soddisfazione le mie reazioni emotive a tali comportamenti.  
Aveva perso la madre da piccolo e l’argomento in casa era diventato un tabù; il padre invece di soddisfare le sue necessità di rapporto affettuoso passava il tempo a impartire ordini e lui che il più piccolo di 5 fratelli veniva spesso deriso; anche io provavo verso di lui questo intenso desiderio di sbarazzarmene. 

Tratto da LA SIGNORINA CHE FACEVA HARA-KIRI di Ivan Ferrero
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