Il leader politico senza corpo
I leader politici all’inizio dell’epoca repubblicana godono di grande prestigio e autorevolezza guadagnati sul campo in gioventù, durante il ventennio fascista e durante la guerra o per la lotta della liberazione.
De Gasperi aveva promosso il Partito popolare e nel 1943 era stato tra i fondatori della Democrazia Cristiana, nel 1945 fu eletto Presidente del Consiglio.
Togliatti con Gramsci e Terracini era stato uno dei protagonisti dell’Ordine Nuovo, partecipando nel 1921 alla nascita del Partito comunista italiano; dirigente dell’Internazionale Comunista aveva guidato poi il partito nella guerra di liberazione e nella resistenza.
Pietro Nenni era stato uno dei principali dirigenti italiani e internazionali del socialismo e dell’antifascismo e protagonista della resistenza e della guerra di liberazione; nel 1943 con Pertini promuove la riunificazione del partito sotto la sigla Partito Socialista di Unità Proletaria, divenendone il segretario.
Almirante aveva militato sul fonte dell’Africa settentrionale e dopo al caduta di Mussolini era stato capo manipolo della Guardia Nazionale Repubblicana e poi Ministro della Cultura popolare nella Repubblica di Salò, inoltre uno dei fondatori del Msi e segretario del partito nel 1946.
Anche gli altri personaggi politici potevano vantare gloriose biografie come Terracini, La Malfa, Saragat, Pertini e molti altri; anche un personaggio anomalo come Guglielmo Giannini aveva fondato il movimento dell’Uomo qualunque ed era capo indiscusso del suo partito.
Tutti questi personaggi avevano al capacità di guida e di leadership; il prestigio di questi leader è di natura politica e non riguarda qualità fisiche o personali.
Gli italiani che partecipano ai comizi non sono affascinati dall’uomo, ma dal politico e non essendoci ancora l’abbondanza dell’immagine e l televisione la popolarità non era legata all’aspetto o alla conoscenza dell’individuo.
Gli italiani partecipavano alla vita pubblica perché motivati ideologicamente.
Raramente si conosceva il privato del personaggio politico in quanto spazio pubblico e privato erano nettamente separati; fanno eccezione le fotografie di De Gasperi con la sua famiglia nelle Dolomiti, solo Togliatti a volte è invaso nella vita privata dalla stampa anticomunista e infatti si è a conoscenza dell’abbandono della prima moglie per un'altra e dell’adozione di una bambina.
Dagli anni ’50 con l’Incom si incominciano ad avere notizie della vita privata dei politici, ma sono ancora molto rare; brevi servizi che mostrano Togliatti mentre passeggia con la figlia o De Gasperi e la moglie che assistono ad un ballo.
Il Presidente del consiglio è invece un obiettivo su cui si indaga maggiormente, ma il massimo della cronaca rosa è l’annuncio del matrimonio della figlia di De Gasperi.
I principali rotocalchi e settimanali d’informazione negli anni ’40 e ’50 registrano un boom di vendita popolarità utilizzando la fotografia in testate come “Oggi”, “Tempo”, “Epoca” per raccontare i personaggi. I leader vengono presentati solo in veste pubblica e nel loro ruolo ufficiale, quindi non si afferma una fotografia che racconta la complessità del reale, ma una foto ordinata, composta e piacevole buona per ogni testata e che si possa adattare alla varie linee editoriali.
La guerra segna una rottura con i codici di rappresentazione e autorappresentazione del potere e dell’autorità e non solo la mancanza della sfera personale, ma anche la negazione della dimensione fisica del politico il cui corpo non esiste, non è un elemento significativo.
Il fascismo aveva già inteso l’importanza della fisicità per la comunicazione politica, ma già Mazzini e Garibaldi avevano riconosciuto un nesso fra l’apparenza fisica di un leader politico e la forza che questo esercitava sulle masse.
Durante il ventennio fascista l’aspetto fisico e la virilità del Duce venivano esaltati ì, mentre nel dopoguerra il corpo viene nascosto, non è uno strumento di comunicazione, ma un elemento anonimo.
La maggioranza degli italiani conosce poco i propri politici e la popolarità di De Gasperi, Nenni e Togliatti è legata alle posizione politiche e non all’immagine.
L’informazione era centrata sulla prevalenza della parola scritta, anche dopo l’attentato di Togliatti nel 1948 viene pubblicata dopo la prima foto del leader all’ospedale dall’ “Unità”, preceduta da lunghe cronache e piccole foto d’archivio del segretario.
L’immagine non aveva la funzione di documentare come oggi, ma solo di illustrare e l’immagine del leader non è ritenuta centrale nemmeno dai partiti.
Nei manifesti raramente apparivano i leader; nella produzione della Dc e del Psi i segretari sono assenti e sono riprodotti solo durante le ricorrenze; il volto di De Gasperi compare in un manifesto della Dc solo nel 1954, anno della sua morte; anche Luigi Sturzo è ritratto su un manifesto in occasione della sua scomparsa nel 1959, eccezione fa Giovanni Gronchi al quale nel 1955 la Dc dedica un manifesto di auguri per l’elezione a Presidente della Repubblica.
Secondo la visione ascetica della concezione cattolica del tempo il corpo era luogo di passioni e pulsioni e dunque possibile fonte di peccato e per liberare lo spirito era necessario farlo sparire; solo negli anni ’60 Moro e Fanfani saranno i protagonisti di una nuova stagione politica della Dc.
Nei manifesti del Psi sono raffigurati i padri e i martiri del socialismo italiano ossia Turati, Matteotti, Buozzi, ma Pietro Nenni compare solo nel 1952 con Andrea Costa per il sessantesimo anniversario della fondazione.
Anche per il Pci Togliatti è poco ritratto anche se è il più rappresentato, nel 1951 è affiancato da Antonio Gramsci, ma si è ancora lontani dalla personalizzazione della comunicazione e dall’uso strategico dell’immagine dei leader infatti Togliatti è comunque ritratto mentre lavora e questa foto si rifà ad alcune immagini di Lenin e Stalin e all’iconografia ufficiale del comunismo adottata in Unione Sovietica.
Con la scomparsa di Togliatti nel 1964 la sua immagine diviene protagonista della comunicazione comunista e tutti i manifesti sono dominati dal suo primo piano, solo eliminando la dimensione fisica si può esaltare il corpo naturale che divine immagine, icona, mito.
Tutti i partiti usano poco l’immagine, alcuni usano il corpo di Togliatti modificandolo mediante la caricatura e il fotomontaggio, mettendo in evidenza vizi e difetti del Pci e del comunismo, la linea di comportamento è sempre orientata alla riservatezza.
Questi leader dimostrano bravura e capacità sulla scena pubblica, sono grandi parlatori, abili comizianti che seducono la folla con il ragionamento o la passione, l’oratoria resta per la leadership un requisito più importante dell’immagine.
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Dettagli appunto:
- Autore: Anna Carla Russo
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Scienze della Comunicazione
- Esame: Semiotica
- Titolo del libro: La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena pubblica in Italia: 1945/2005
- Autore del libro: Novelli Edoardo
- Editore: Rizzoli
- Anno pubblicazione: 2006
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