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“La comunicazione multimediale e la musica” di Garbuglia


Garbuglia associa alla musica la multimedialità e per capire questo rapporto parte dallo studio del “Miserere” di Allegri.

Nel 1770 Mozart ascoltò il “Miserere” di Allegri nella cappella sistina del Vaticano perché era l’unico posto in cui si poteva eseguire quell’opera quindi chi voleva ascoltarla lo poteva fare solo immerso nello scenario pittorico e architettonico del luogo sacro. L’opera musicale è di Gregorio Allegri e il giudizio universale dipinto sulla parete della cappella sistina del vaticano è di Michelangelo, queste 2 opere erano collegate perché erano 2 comunicati che si integravano a vicenda quindi Mozart fa esperienza di entrambi (esperienza multimediale). 

Un comunicato multimediale è un testo che è stato prodotto e/o fruito utilizzando le moderne tecnologie ma più in generale tutta la comunicazione umana è necessariamente multimediale poiché tutti i comunicati si compongono di più aspetti fisicamente distinguibili tra loro per la loro organicità (= alcune caratteristiche rimangono costanti per tutto il comunicato) che assumono una funzione sintattica e semantica all’interno del comunicato, e la multimedialità tecnologica è uno sviluppo della multimedialità naturale

I comunicati multimediali possono essere il frutto di una elaborazione o di un’improvvisazione, possono essere ripetibili o non-ripetibili e i media da cui sono formati possono essere tecnologici o non-tecnologici; i media si dividono in dipendenti (se inseriti in un nuovo comunicato no mantengono lo stesso tipo di organicità) e indipendenti (se inseriti in un nuovo comunicato mantengono lo stesso tipo di organicità) ma non sono completamente autonomi poiché tutti i media per esistere hanno bisogno della compresenza di altri media. 
 
Per definire la multimedialità è importante il concetto di sincronia che fa riferimento a:
• la contemporanea presenza di 2 o più media, infatti la contemporaneità è un criterio valido per decidere se un media fa parte o meno di un determinato comunicato musicale ma la contemporaneità non è una caratteristiche sufficiente per decidere la partecipazione di un media a un comunicato multimediale (miserere e giudizio universale esistono contemporaneamente ma non sono considerate parti di un unico comunicato)
• la coordinazione esistente tra 2 o più media (miserere e giudizio universale sono coordinati)
Ma non sempre è possibile definire la sincronia tra 2 media e per questo è importante la presenza di un autore che ha il potere di far coincidere l’esistenza di 2 manifestazioni fisiche mentre è compito del ricevente stabilire quale aspetto della realtà fenomenica fa parte di un comunicato.

La multimedialità è un concetto diverso dalla multitestualità: nel primo caso ci sono più media usati in un unico comunicato, nel secondo caso ci sono più testi usati che si sovrappongono in un unico comunicato.

Arbib e Hesse hanno messo appunto la teoria degli schemi e riprendono il concetto di schema del corpo introdotto da Head e Holmes facendo riferimento a persone che, dopo aver subito lesioni celebrali o dopo un’amputazione, non percepivano più una parte del corpo; la percezione non è in grado di rilevare ciò che c’è ma considera un dato sensoriale inesistente quindi la conoscenza della realtà non può essere basato solo sulle stimolazioni sensoriali ma ha bisogno di una teoria. 

Uno schema è un’unità di rappresentazione del mondo di una persona e può essere descritto come l’immagine mentale di un singolo oggetto; uno schema non riproduce un’azione così com’è nella realtà ma ne è un’astrazione
Gli schemi possono essere esterni (osservabili) oppure interni (non osservabili ma indagabili attraverso l’introspezione), individuali oppure sociali (rappresentazioni collettiva). 
L’evoluzione degli schemi è sempre condizionata dal feedback provocato dalla realtà esterna. La teoria degli schemi si compone di un aspetto sincronico (costituito dal fatto che nello stesso momento sono attivati più schemi contemporaneamente, lo schema è un’unità da cui vengono strutturate delle rappresentazioni complesse) e di uno diacronico (dato dal modo in cui gli schemi cambiano nel tempo, gli schemi sono adattabili e stabili allo stesso tempo). Il senso è un sistema di schemi.

Tratto da SEMIOTICA di Emma Lampa
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