Fondi mobiliari ad apporto e non ad apporto
I secondi (fondi mobiliari non ad apporto) sono quelli che comprano direttamente.
I primi (fondi mobiliari ad apporto) sono fondi il cui patrimonio è costituito da immobili apportati dai sottoscrittori delle quote del fondo (sono lo Stato che ho tanti beni immobili e anzi che venderli al fondo, li conferisco nel patrimonio e ottengo le quote del fondo).
Problema: apporto da un sottoscrittore è correttamente valorizzato?
Il fondo acquisisce questi beni che non vengono pagati, obbligo del gestore del fondo di acquisire un immobile ma prima deve farsi dare una perizia da un esperto dipendente (art. 16) che effettivamente dica che quel valore è congruo.
Gli investitori non hanno anche diritti amministrativi, solo patrimoniali.
Nel caso di fondi chiusi è possibile che venga costituita un’assemblea dei partecipanti ma con delimitate funzioni: competenza di sostituire il gestore nel caso non sia ritenuto adeguato e competenza ad approvare le modifiche del fondo se va a impattare sulle quote. Non hanno un organo in loro rappresentanza ma nella realtà avviene qualcosa di diverso.
Gli investitori (fondi riservati) partecipano o designano dei rappresentanti in organi che coagulano il gestore nelle scelte di investimento.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Elisa Bellati
[Visita la sua tesi: "Le politiche monetarie non convenzionali"]
- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Economia
- Corso: EIF (Economia Istituzioni Finanziarie)
- Esame: Diritto della banca e degli intermediari finanziari
- Docente: Andrea Pericu
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