LA MISURA UMANA IDEALE
La MISURA UMANA IDEALE deve rispondere ai BISOGNI e alle ASPIRAZIONI dell’uomo.
L’architettura infatti risponde alla domanda che cos’è un uomo in essenza in termini di bisogni e aspirazioni a partire dalla sua spazio temporalità.
Un’architettura è un’opera d’arte quando simboleggia un’idea di uomo, infatti osservando alcuni interni viene fuori una precisa idea di uomo e si coglie lo spazio temporalità, basti pensare ad alcuni interni di Loos o al contrario a quegli spazi che sono ostili alla vita umana.Tipi di soggettività
→ RELATIVISMO ovvero qualcosa di meramente personale
→ INTERSOGGETTIVITA’ ovvero qualcosa che si può argomentare perché è condivisibile e non meramente soggettivo o legato ad un gusto personale.
Definizione di architetto data da Umberto Eco ne “La struttura assente”
“È costretto a diventare sociologo, politico, psicologo, antropologo, semiologo…ma, insieme, e soprattutto, deve essere chi l’etimologia della parola che indica il suo mestiere che è…costruttore di cose prime e di cose eccellenti” e ancora “l’architetto si trova condannato, ad essere forse l’unica e ultima figura di umanista della società contemporanea”.
Formaggio afferma che progettare significa dover rispondere alla domanda sulla relazione tra libertà e necessità e si interroga sulla questione se progettare è un atto libero o meno, a tal proposito cita Spinoza che formula una nozione di autonomia non fondata sull’assenza della necessità alla presenza della libertà ma su entrambe, e arriva ad argomentare che la prassi umana è una prassi di libertà e di necessità insieme.
La libertà di un architetto quindi non è l’affermazione della sua autodeterminazione ma l’affermazione della sua autodeterminazione all’interno di una storia fatta da leggi che servono per comparare il lavoro dell’architetto con il numero infinito di comparazioni possibili e fornire l’occasione di un superamento attraverso appunto la comparazione con altro da sé.
Le varie classificazione che sono state fatte nel corso della storia e che oggi si fatica a fare, sono un esercizio di comparazione che spinge ad immaginare alternative possibili prima di trasformare una soluzione di partenza in un oggetto che ha un peso dal quale è complicato poi tornare indietro.
La storia delle classificazioni insegna che continuare a mettere alla prova classificazioni significa continuare a dare agli oggetti la possibilità di essere una risposta credibile a una domanda sul senso che questi hanno per gli uomini e si tratta di una risposta che passa per necessità attraverso la loro identità e la relazione che hanno con noi uomini,
Distinzione tra diversi ambiti di ricerca
→ MIOPI (es. scienziati) vedono da vicino ma non da lontano, hanno uno sguardo specialistico con un andamento verticale
→ PRESBITI (es. umanisti) vedono da lontano ma non da vicino, hanno uno sguardo lungimirante, che gli consente di immaginare il futuro
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Dettagli appunto:
- Autore: Francesca Zoia
- Università: Politecnico di Milano
- Facoltà: Architettura
- Corso: Progettazione Architettonica
- Esame: Estetica dell'architettura
- Docente: Simona Chiodo
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