Come elaborare il trauma?
Interventi volti a permettere l’elaborazione del trauma finalizzati a promuovere nei soggetti traumatizzati (in questo caso gli interventi vengono svolti su soggetti adulti):
○ Accettazione delle emozioni, con attenuazione dell’oscillazione tra iperarousal (rabbia) e ipoarousal (evitamento e ritiro)
○ Senso di sicurezza e superamento del possibile transfert traumatico --> essendo la relazione analitica una relazione intima, il rischio è che si crei una relazione molto intensa di attaccamento, in cui potrebbe verificarsi una ritraumatizzazione (riattiva le angosce vissute nelle sue relazioni di attaccamento traumatiche) --> è quindi necessario essere molto cauti per evitare la ritraumatizzazione, quindi evitare transfert e cercare di creare una alleanza con la parte non traumatizzata del paziente, in modo da creare un senso di sicurezza
○ Narrazione autobiografica (dell'esperienza traumatica, dato che potrebbe essere dissociata dalla coscienza) e aspetti autoregolatori
○ Riconoscimento di emozioni molto intense e negative di paura, colpa e vergogna croniche, che non sono mai state affrontate o verbalizzate.
Lo scopo è quella di integrare l'esperienza traumatica nella vita del soggetto, che però spesso passa attraverso emozioni molto negative, che prima devono essere valorizzate dal terapeuta, e poi devono essere ridotte di intensità --> tutto ciò avviene in soggetti adulti. Con bambini molto piccoli invece non si ha lo strumento verbale, e quindi come strumento per elaborare le esperienze traumatiche può essere usato il gioco.
Van Der Kolk
Approccio integrato:
Top down – parlare del trauma in ambiente sicuro e rispecchiante
➢ Rischio che la relazione terapeutica riattivi la paura rispetto alla relazione traumatizzante
Bottom up – partire dal corpo, esperienze di rilassamento e di neurofeedback
➢ per aumentare l’autoconsapevolezza corporea e la regolazione dell’ipervigilanza
Come elaborare il trauma: Peter Fonagy
un approccio per facilitare l'elaborazione del trauma in bambini inferiori alla preadolescenza è quello di utilizzare il gioco. Ad esempio Fonagy va a vedere come il gioco è caratterizzato nel bambino che ha subito dei traumi -> il bambino che ha subito trauma ha una minore capacità di giocare e anche di mettere in atto il gioco simbolico e di finzione -> quindi questo bambino deve essere aiutato e incoraggiato nell'iniziare a giocare, prima a livello più semplici e poi a livello simbolico. Così il gioco può essere utilizzato come strumento per esprimere simbolicamente stati emotivi, anche negativi. l'ipotesi è che il bambino abbia difficoltà sia a simbolizzare il trauma sia di mentalizzarlo (parlarne) --> attraverso il gioco il terapeuta aiuta il bambino ad avvicinarsi alle esperienze traumatiche, simboleggiandole e mentalizzandole attraverso il gioco. A sua volta il genitore di un bambino che subisce traumi ha scarse capacità di mentalizzarlo, quindi si dovrebbe lavorare non solo con il bambino ma anche con la coppia genitore-bambino
Come elaborare il trauma attraverso la mentalizzazione secondo Fonagy:
○ Atteggiamento esplorativo della terapia basata sulla mentalizzazione rispetto agli stati mentali ed emotivi propri e altrui
○ Atteggiamento analitico mind-mindedness
○ Analista come compagno sicuro per l’esplorazione che permette di elaborare l’eventuale fobia rispetto all’attaccamento. Anche qui il bambino, come l'adulto, potrebbe essere ritraumatizzazato nella relazione con il terapeuta (il bambino traumatizzato vive le relazioni con gli altri con atteggiamenti negativi) --> si deve stare attenti a non essere troppo invasivi nei confronti delle esperienze traumatiche
Modello psicoterapico rivolto a bambini: A. Lieberman, 2005
Un'altra autrice che si è occupata tantissimo di bambini che hanno subito traumi o che hanno assistito a violenza domestica è Lieberman. Anche lei pone molto attenzione al gioco, che prima di tutto deve essere gioco semplice (dato che il bambino non sa giocare a livello simbolico), cioè senza inizialmente nessuna interpretazione, finalizzata a permettere al bambino una prima espressione delle proprie emozioni -> Importanza della condivisione dell’attività ludica con il terapeuta con costruzione di significati condivisi. Inizialmente il gioco avverrà senza trasformazioni degli aspetti aggressivi --> gioco può essere rigido e ripetitivo e con scarsa collaborazione con il terapeuta (possono essere presenti aspetti di disorganizzazione e temi aggressivi accentuati) Poi il gioco diventa sempre più simbolico -> poi possibile funzione trasformativa del gioco rispetto alle aree traumatiche, con ripetizione e attenuazione di tale esperienze in un contesto protetto e finzionale.
Modalità psicoterapiche:
- Psicoterapia bambino/genitore, Nel caso che l’abuso sia extrafamiliare
- Lavorare con il genitore anch’esso vittima di abuso o violenza
- Lavorare con il genitore maltrattante in modo moderato
Modalità di intervento: Interventi volti ad aumentare la riflessività del genitore (importante lavorare solo con il bambino, ma anche con il genitore --> se si lavora solo con il bambino, poi lui ritorna in un ambiente abusante e le nuove competenze acquisite non gli servono a nulla) e la comprensione delle reazioni ed emozioni del bambino
Ad es.
○ rispetto all’aggressività che il bambino rivolge al genitore o ai giochi nel corso della seduta
○ O rispetto alla punitività del genitore o alle sue denigrazioni verbali --> commentare che il genitore è stato troppo punitivo e aiutare il genitore a partecipare al gioco del bambino
Strumenti per indagare esperienze traumatiche nell’adulto
esistono degli strumenti che permettono di analizzare e anche di "quantificare" le esperienze traumatiche --> uno è un questionario self-report, il CECA, Childhood Experiences of Care and Abuse (Bifulco e Moran 1997) --> permette di identificar quali e quante esperienze di abuso un adulto o un adolescente ha subito
Scale:
○ Neglect – trascuratezza genitoriale
○ Antipathy – continui rimproveri
○ Physical abuse – oltre un ragionevole castigo
○ Psychological abuse – ostaggio della sorte
○ Sexual abuse – condividere il segreto e la colpa
In un approccio psicoterapico o anche preventivo può essere utile sapere se i soggetti hanno vissuto o no esperienze traumatiche (come ad esempio in situazioni di genitorialità a rischio)
Regole di classificazione:
○ Punteggio 1 marcato e 2 moderato --> presenza
○ Punteggio 3 lieve e 4 poco/niente --> assenza
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Dettagli appunto:
- Autore: Mariasole Genovesi
- Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia dello sviluppo e dei processi educativi
- Esame: Psicologia dello sviluppo socio-affettivo
- Docente: Cristina Riva Crugnola
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