Fattori che frenano lo sviluppo dell'economia preindustriale
L’economia preindustriale era caratterizzata da diversi vincoli, che hanno frenato lo sviluppo:
- L’economia era basata fondamentalmente su un sistema dominato dalla ruralità (agricoltura), quindi c’era una centralità del sistema agricolo.
- Il sistema agricolo aveva come obbiettivo la possibilità di disporre in quantità sufficiente del grano per poter provvedere ad un’economia di sussistenza, per far sopravvivere la collettività.
Economia preindustriale frenata dal sistema agricolo di sussistenza
- L’economia era caratterizzata da bassi rendimenti della terra e bassa produttività del lavoro.
- L’irrazionale utilizzo dei suoli: perché si utilizzava la terra per la sopravvivenza. Era la comunità a gestire la terra, quindi le regole della collettività del villaggio erano superiori rispetto all’iniziativa individuale. Era il villaggio a decidere cosa produrre, in che quantità, ecc…
- Gli uomini non riuscivano a far conciliare la crescita della popolazione e la disponibilità delle risorse; quindi la società preindustriale non era in grado di riuscire a soddisfare i bisogni della popolazione, perché non è capace di generare risorse.
La rottura di questo vincolo è uno dei fattori dell’economia di mercato.
La centralità dell’agricoltura si legava alla produzione e al consumo del grano e per questo era indispensabile usare il maggese, che lasciava riposare il terreno un anno. L’agricoltura si basava su una produzione cerealitica.
Tecniche colturali nell'economia preindustriale
Il grano era la coltivazione fondamentale per le popolazioni europee, ma era una risorsa depauperante che costrinse gli agricoltori a trovare un modo di conservare la fertilità della terra, altrimenti dispersa dal succedersi anno dopo anno delle coltivazioni.
Al tempo non esistevano conoscenze agricole che permettevano di provvedere ad una corretta lavorazione del terreno e all’impiego di fertilizzanti.
L’unico modo per ricostituire la fertilità una rotazione agraria su ciclo biennale, sistema a due campi possibile nell’area mediterranea per la terra leggera e asciutta di queste zone, e consisteva nell’alternanza di un anno con coltivazione a cereale vernino e l’anno successivo a maggese; o triennale, sistema a tre campi, possibile nell’Europa continentale per le sue terre pesanti, dove venivano alternati i cereali vernini (frumento e segale), i cereali primaverili (orzo e avena) e il maggese.
Il maggese è una pratica agricola (di solito svolta in maggio) che consiste nel lasciare la terra un anno a riposo e nel frattempo prepararla per una successiva coltivazione a cereali. Venivano quindi strappate l’erbacce e la terra veniva concimata, per recuperare le proprie caratteristiche nutritive, depauperate dalle precedenti colture.
I tre sistemi di coltivazione, fondiari:
- SISTEMA ATLANTICO : tipico delle zone costiere occidentali, è un sistema fondiario dove prevale il pascolo. È il contadino a gestire la terra.
- SISTEMA MEDITERRANEO : tipico della Spagna, Francia meridionale e Italia, unisce in rotazione biennale le culture arboree e i cereali. Anche qui è il contadino a gestire la terra.
- CAMPI APERTI / OPEN FIELD : tipico delle Midland inglesi, della Francia settentrionale, dell’area tedesca e delle aree meridionali della Scandinavia. La produzione rimane sempre la stessa, ovvero cereali e piante arboree, ma cambia la gestione della terra: la gestione è collettiva, i campi sono a disposizione di tutta la comunità, che decide cosa si coltiva e chi acquista il prodotto.
Al momento della mietitura il prodotto ritornava al proprietario legale in giusta proporzione, dopo di che fino alla successiva lavorazione, diventava proprietà collettiva. Durante queste fasi di uso libero, unite alla possibilità di utilizzo dei common lands ( terre cedute dal feudatario che consentivano il pascolo, la raccolta di legname e se ricche d’acqua, la pesca) permettevano alla comunità di usufruire dei beni per l’economia di sussistenza.
Il singolo individuo non poteva occuparsi della terra senza la decisione della collettività: primo perché le proprietà fondiarie erano costituite da piccoli appezzamenti non continui e sottoposti da molti vincoli d’uso, se il singolo individuo non avrebbe potuto fare niente senza essere notato dai vicini; secondo perché i singoli coltivatori non avevano le attrezzature necessarie per gestire una terra.
Economia preindustriale frenata dalla scarsa tecnologia e dalla struttura sociale
- L’Europa preindustriale ha una scarsa capacità di innovarsi tecnologicamente. Ad esempio non disponevano di fertilizzanti, di conseguenza le terre dovevano stare ferme un anno.
- Le terre vengono gestite dalla comunità perché il sistema non è in grado di generare risorse per tutta la popolazione, per questo deve garantire una sussistenza a tutti.
- La struttura sociale dipende dalle risorse naturali. Il sistema produttivo è vincolato dalla disponibilità delle risorse naturali. La Rivoluzione Industriale rappresenta la liberazione di questo vincolo: la società non dipende più dalle risorse naturali, ma è l’uomo che le crea, che le genera.
La società preindustriale era legata all’unico prodotto che si poteva produrre, quindi l’uomo dipendeva dalle risorse.
- Nell’età preindustriale non esistevano fabbriche, ma solo manifatture.
Anche la manifattura era dipendente dal sistema agricolo.
Qualsiasi sistema produttivo parte dalle materie prime (INPUT) che vengono trasformate in prodotto finito (OUTPUT).
Gli economisti si soffermano sul processo di trasformazione: quando prevale il lavoro umano sul fattore tecnologico siamo di fronte alla manifattura, viceversa quando prevale il fattore tecnologico sul lavoro dell’uomo, siamo di fronte alla fabbrica.
Formule del rapporto tra lavoro umano e fattore tecnologico o capitale
LAVORO UMANO: L
FATTORE TECNOLOGICO O CAPITALE: K
L/K =
- L > K : manifattura
- L < K : fabbrica (Questa formula rappresenta il passaggio all’economia di mercato)
Tipologie di manifattura nell'economia preindustriale
Nell’età preindustriale erano tre i tipi di manifattura:
- RURALE / PROTOFABBRICA : è una manifattura che dipende dai prodotti agricoli, che utilizza come materie. Viene quindi eseguita in campagna, perché ha bisogno della terra, quindi sta vicino alla terra.
Un esempio di manifattura in questo periodo è quella tessile.
FATTORE DI SUCCESSO : permette una grande quantità di prodotto a basso costo e il coltivatore era impegnato anche quando non lavorava la terra.
- URBANA: L’artigiano era un artista, e lavorava prevalentemente su commissione per produrre beni di lusso che in gran parte non erano essenziali. Per difendere e regolare questo mercato chiuso, perché produce solo per i nobili, per il Re, gli artigiani si associavano tra di loro. Nascono così le corporazioni, ovvero associazioni di autogoverno di artigiani urbani, che stabilivano cosa produrre, fissavano il prezzo e concedevano l’autorizzazione per fare questo lavoro. La corporazione controlla quindi il mercato e gestisce la domanda. Una forma moderna di corporazione sono i cartelli.
- MERCANTE IMPRENDITORE : è un intermediario, che acquista la materia prima, la da in lavorazione a qualcun altro, poi ritira il prodotto finito e lo vende. I mercanti imprenditori operavano soprattutto nel settore tessile.
Il mercante imprenditore riusciva così a far circolare quei beni rurali, condizionati dall’autoconsumo o dai minimi mercati locali, e troppo deboli per entrare in competizione con un mercato esterno.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Storia economica - a.a. 2006
- Docente: Locatelli Andrea Maria
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Appunti presi durante il corso di Storia Economica a.a. 2008-09.