APPROFONDIMENTI
Cyberkids tricolore: i bambini italiani nel web
Magari il mouse è più grande della loro mano, ma loro sanno muoversi nel mondo nel web con più sicurezza dei loro genitori. Il fenomeno dei ciber-kids, bambini che fin dalla più tenera età padroneggiano Internet, è sempre più esteso anche in Italia. Il nostro Paese agli inizi del decennio veniva additato in Europa per l’arretratezza nella diffusione dell’Ict. Un problema che investiva non tanto la possibilità d'accesso agli strumenti informatici, quanto la necessità di una politica d'educazione per permettere l'effettivo utilizzo a tutta la popolazione, comprese le fasce deboli, e per superare quindi il digital divide imperante. Al grido di “più Internet per tutti”, il Ministero per l’innovazione e per le tecnologie è corso ai ripari. In primo luogo, cercando di allevare una generazione di giovani “connessi” aumentando il numero di postazioni informatiche nelle scuole e con incentivi alle famiglie per l’acquisto di pc. Il resto, l’ha fatto la diffusione della banda larga. La prima indagine sul comportamento dei bambini europei in internet è stata effettuata nel 2002 da Nielsen//Netratings, che costituisce lo standard di misurazione della Rete per i principali operatori in 14 Paesi del mondo. Al tempo della pubblicazione, il dato su cui i media posero l’attenzione era l’ “arretratezza” tecnologica dei bambini italiani rispetto ai coetanei di altri Paesi dell’Unione europea (l’indagine quantitativa sul tempo di connessione è stata condotta su un campione di 4800 bambini rappresentativo dell’infanzia connessa in Internet in Italia, Francia, Germania e Regno Unito). Uno scalpore che forse oscurò altri importanti aspetti rilevati sul comportamento dei piccoli italiani in Internet. Cinque anni fa, la diffusione della navigazione infantile trovava ancora un forte limite nella presenza di tecnologie informatiche e di connessione nell’ambiente domestico. Sul totale dei bambini dai 2 ai 13 anni, solo il 35% aveva la possibilità di connettersi alla Rete da casa. Di questi, il 41% risultava navigatore attivo, una percentuale media che può essere confrontata con le rilevazioni per fascia d’età: 20% dai 2 ai 6 anni, 39% dai 7 ai 9 anni, 62% dai 10 ai 13 anni (tra il totale di bambini in case connesse a Internet).
In questi ultimi anni è aumentato il numero complessivo di connessioni a Internet, soprattutto ad alta velocità (nel 2002 poco più del 10% dei piccoli navigatori aveva a disposizione un modem con velocità superiore ai 56Kb) e si è moltiplicata l’offerta di abbonamenti a costo fisso mensile al posto delle tariffe a tempo: due condizioni che hanno incrementato il numero di bambini “connessi” e influito sul tempo e la frequenza della navigazione. Dall’analisi di Nielsen//NetRatings risulta un dato rilevante: l’8% dei navigatori italiani connessi da casa è un bambino (un milione su 12,8 milioni di navigatori italiani con connessione domestica).
Fondamentale inoltre l’analisi qualitativa, condotta tramite 8 colloqui di gruppo (4 con bambini di scuole medie ed elementari e 4 con genitori) e 12 interviste individuali in profondità con insegnanti e amministratori scolastici di scuole pubbliche e private. Metà dei colloqui si è svolto a Milano e metà a Brindisi. L’analisi del comportamento dei bambini in Internet ha segnalato rilevanti differenze per fascia d’età tra alunni delle elementari e preadolescenti delle medie, che possono essere così riassunte: alle scuole elementari, l’esperienza di Internet è quasi sempre domestica, pomeridiana e assistita; si tratta di un’esperienza ludica, e le pagine prevalentemente visitate sono dedicate a cartoni e fumetti, programmi televisivi per ragazzi, squadre di calcio e giocattoli. Alle scuole medie, inizia l’utilizzo di Internet finalizzato allo studio. La navigazione è più autonoma e le competenze sono uguali se non maggiori a quelle dei genitori; emergono attività più complesse, come la ricerca mirata con l’ausilio di motori di ricerca, l’interpolazione di informazioni raccolte da fonti diverse, download di dati (immagini, file audio e video, accessori per cellulari), mail e chat. In corrispondenza della scuola media, oltre ad aumentare la percentuale dei navigatori attivi, si registra anche una vera e propria impennata del tempo passato in Internet. Una fotografia più recente sull’utilizzo e sul comportamento delle nuove tecnologie da parte dei ragazzi è fornita dai rapporti annuali Eurispes/Telefono azzurro sull’infanzia e l’adolescenza, indagini sociologiche condotte mediante interviste a un campione di bambini italiani dai 7 agli 11 anni e di ad adolescenti dai 12 ai 19 anni. Il rapporto analizza ogni campo della vita dei giovani, con particolare attenzione ai problemi di sicurezza, disagi e maltrattamenti. Prenderemo qui in considerazione i capitoli del VI Rapporto 2005 dedicati a al rapporto dei bambini con Internet.
Per quanto riguarda la diffusione delle tecnologie nelle famiglie italiane, il Rapporto Eurispes 2005 registrava un tasso di penetrazione dei pc è pari al 52%, con la presenza della Rete nel 46% delle famiglie, mentre il 42% ne fa un effettivo utilizzo. La diffusione delle tecnologie innovative in ambito domestico ha assunto, per quasi un decennio e fino al 2003, ritmi assolutamente sostenuti; solo nel periodo 2003-2004, a causa dell’acuirsi della congiuntura economica sfavorevole, si è registrata una flessione dei tassi di crescita nei consumi tecnologici domestici. Poi, tra gennaio e marzo del 2005 la spesa italiana per l’Ict ha iniziato nuovamente a crescere, raggiungendo quota 14,8 miliardi, con un progresso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 3,7%. A fare da traino a questo incremento è il settore delle telecomunicazioni, con una crescita attestatasi nel periodo considerato del 5,1%. Le famiglie italiane, rispetto ai paesi più sviluppati, si collocano al top nella penetrazione di cellulari personali tradizionali, attestandosi in buona posizione anche per quanto concerne cellulari multimediali e pc. Tuttavia il divario con le famiglie degli altri paesi più sviluppati si fa forte per quanto riguarda la penetrazione dei collegamenti a Internet tradizionali e a banda larga. Nel 2005 è aumentato di 5 punti percentuali il numero delle famiglie in possesso di uno o più pc: la percentuale infatti è pari al 57% contro il 53% del 2004, mentre rimane stabile al 42% la percentuale degli utilizzatori di Internet. In particolare il 10% naviga tramite banda larga a consumo, il 7% utilizza la banda larga flat e il 25% si connette in modalità narrow band.
Secondo le rilevazioni effettuate nei primi mesi del 2004 dall’Icaa - International Crime Analysis Association fra soggetti di 8-3 anni e fra genitori e insegnanti di minori fruitori di Internet, anche se la maggior parte dei genitori intervistati conosce a grandi linee il funzionamento di Internet (90%), permane una consistente percentuale di soggetti (32%) che afferma di non aver mai navigato sulla Rete. Più che di un salto generazionale, si potrebbe parlare di un vero e proprio capovolgimento di ruoli. Spesso è proprio la presenza di un figlio che spinge i genitori a dotarsi di beni tecnologici: nel 2003 il 63,3% (rispetto al 24,9% del 1997) delle famiglie italiane con almeno un minorenne possedeva un pc, e il 43,4% (solo il 3% nel 1997) un accesso ad Internet, contro il 3,4% e il 2,3% delle famiglie costituite di soli anziani e il 47,5% (17,8% nel 1997) e il 35,7% (2,7% nel 1997) delle altre famiglie.
La presenza in famiglia di figli, soprattutto se inseriti nel circuito scolastico, è un fattore che incide in maniera decisiva sull’ingresso della piattaforma informatica in casa e sull’intensità del suo utilizzo.
Confrontando i dati dei Rapporti Eurispes nell’arco di cinque anni, nel 2000, la quota di utenti Internet tra i 15 e i 24 anni superava il 35%, arrivando al 38,3% per i giovani di 20-24 anni. Nel 2005, quest’ultimo “picco”, relativo alla massima diffusione di cybernauti, risulta essersi progressivamente spostato verso età ancora più giovani:
nel 2003 è la fascia di età 18-19 anni a registrare la massima percentuale di navigatori (63,6%). La quota di utilizzatori Internet sale rapidamente anche dai 6 ai 15 anni, e, dopo aver raggiunto l’apice in corrispondenza dei 18 anni, comincia a diminuire, in modo più graduale per gli uomini e più rapido per le donne, fino a raggiungere valori bassissimi fra gli anziani, soprattutto fra le ultrasessantenni.
Secondo il Rapporto Eurispes 2005, solo il 18% degli studenti italiani ha la possibilità di utilizzare un pc a scuola, il 39% di ragazzi non usa ancora il pc e il 70% non accede ancora ad Internet. Però, una quota crescente di navigatori (8%), ha meno di 14 anni e i bambini fra i 10 e i 13 anni hanno sviluppato un rapporto particolarmente intenso con la Rete: ben il 62% degli utenti in giovanissima età infatti possiede una connessione Internet domestica. Seguono i bambini fra i 7 e i 9 anni, il 39% dei quali può godere di un accesso alla rete direttamente a casa contro il 20% dei bambini dai 2 ai 6 anni. Il fine settimana è sempre più il tempo in cui i bambini si dedicano alla navigazione in Internet piuttosto che alla fruizione televisiva pomeridiana. Nel periodo delle scuole medie il rapporto con la Rete si struttura e diviene finalizzato. Internet diventa sempre più una fonte di ricerca di informazioni funzionali agli argomenti trattati a scuola, una sorta di tutor virtuale che consente un semplice accesso a un mondo di conoscenze, ma che può essere, e viene impiegato, anche nella ricerca di immagini, file audio e video, di accessori software per il sempre più presente cellulare, e il centro della socialità virtuale delle chat, dei blog e delle loro nascenti varianti.
Dalle rilevazioni Eiaa (European Interactive Advertising Association) sulle attività praticate meno spesso a causa di Internet, risulta che la Rete, più che isolare i ragazzi, provoca una diminuzione del tempo dedicato agli altri media. Infatti molti intervistati (dai 15 ai 24 anni) affermano che Internet ha sottratto tempo alla televisione (43%), oppure alla lettura di quotidiani, riviste e libri (rispettivamente 40, 38 e 33%), agli sms (30%) e alle telefonate (28%), alla radio (24%); all’incirca un ragazzo su cinque segnala poi una diminuzione del tempo trascorso in famiglia o fra amici (20%), o all’aperto (17%). Ma che cosa trovano i giovani in Internet, che gli altri media non offrono? Molti apprezzano la rapidità di Internet (80%), la possibilità di ottenere ciò che si vuole quando lo si vuole (70%), e la considerano uno stimolo per l’attività mentale (ne è convinto un intervistato su due),
mentre continuano a preferire la televisione come fonte di informazione (63%, contro il 30% di coloro che si informano tramite Internet).
Dati più recenti sul comportamento dei bambini in Rete emergono dal VII Rapporto Eurispes/Telefono Azzurro sull’infanzia e l’adolescenza, pubblicato il 21 novembre 2006. L’indagine sociologica conferma il diffuso utilizzo di Internet nelle nuove generazioni, l’autonomia nella navigazione e, questo il dato cui i media hanno dedicato maggiore rilevanza, la padronanza fin dall’età scolare di funzioni avanzate quali la compravendita di oggetti on line.
Oggi in quasi tutte le case italiane (92,5%) è presente un computer. Secondo il Rapporto Eurispes 2006, il 46,6% dei bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni dispone di un computer nella propria stanza. Nel 22,1% dei casi il pc si trova invece nella stanza o nello studio dei genitori, nel 15% nel soggiorno, nell'1,9% in cucina e nell'8% in un'altra stanza. L'utilizzo del pc aumenta al crescere dell'età degli intervistati: dall'80,4% fra i bambini dai 7 ai 9 anni all'85,1% fra quelli dai 10 agli 11 anni. Per gioco o per studio, internet viene usato da quasi la metà del campione intervistato.
Complessivamente, infatti, naviga il 48,2% dei bambini italiani, suddivisi tra il 38,2% di coloro i quali usano internet da casa propria, il 3,4% che naviga da casa di amici, il 2,9% dall'abitazione di parenti/conoscenti, il 2,2% da scuola e infine l'1,5% che utilizza internet point. Il 32,9% naviga abitualmente e circa un terzo (34,8%) dei bambini non ha nessun tipo di controllo sul tempo di utilizzo in Rete. Un bambino su tre (33,6%) si collega ad internet da solo. Il 29,1% naviga in presenza dei genitori e il 15% in compagnia di amici o dei fratelli.
Il 54,9% dei bambini utilizza internet per giocare, mentre il 52,6% e il 40,2% cercano sul web rispettivamente informazioni di loro interesse e materiale utile per lo studio. Anche il download di musica, film, video è un'abitudine frequente (46,6%) tra i più piccoli.
Le percentuali che riguardano le pratiche interattive sono più basse, ma comunque rilevanti: il 19,3% dei giovanissimi intervistati sostiene di partecipare ai giochi di ruolo. Chatta il 15,9% dei bambini, comunica tramite posta elettronica il 19,3%, legge e scrive regolarmente sui forum il 16,5%; meno diffusa invece la lettura dei blog (9,3%).
Poi, come abbiamo anticipato, c’è il dato ritenuto “sorprendente” dai media, cui è dedicato un capitolo del Rapporto Eurispes: quello sulla “generazione E-bay”. Ben l’11,4% dei bambini intervistati, di età compresa tra 7 e 11 anni, afferma di aver già fatto acquisti sul web. Una percentuale che potrebbe apparire, ma non lo è affatto se pensiamo all’insieme di competenze e di disponibilità necessarie per attivare una transazione on line: dalle modalità di pagamento, alla diffusione dei dati privati quali codice fiscale, carta di credito o un indirizzo domiciliare preciso, fino alla valutazione della convenienza di fare acquisti online, “alla cieca”. Secondo il Rapporto, sarebbero le ricadute dell’ottimo andamento delle vendite su E-bay e della fiducia sulle transazioni in rete. Il più popolare portale delle aste e delle vendite on line utilizza un sistema di “rating” dei venditori affidato al giudizio degli acquirenti. Questi possono esprimere il proprio parere sull’andamento di una transazione (ad esempio, se l’oggetto comprato risponde alle caratteristiche pubblicizzate on line, se è in buone condizione, se è arrivato tempestivamente, ecc.) dandole un “voto”: la media viene esposta come un segnale per gli altri utenti, che possono essere così invogliati o scoraggiati nel fare acquisti da un certo venditore. Forse anche grazie all’esempio di genitori o fratelli più grandi, i bambini possono avere imparato questi meccanismi e sfruttano a loro favore le opportunità dell’e-commerce: grande offerta di ogni cosa, anche delle più rare e ricercate, e convenienza di prezzi.