APPROFONDIMENTI
Salviamo i nostri idoli e la capacità di sognare
Gli idoli. Vengono identificati con i miti degli adolescenti, figure irraggiungibili che emanano un fascino capace di calamitare l’attenzione e la fantasia di personalità in formazione, in cui il processo di individuazione richiede prepotentemente la presenza di modelli. A volte vengono ritenute figure pericolose, responsabili di allontanare i loro “adepti” dalla realtà, abbagliandoli con un mondo che non esiste. Ma non sempre è così e, soprattutto oggi, non sono solo gli adolescenti a soccombere al fascino degli idoli.
Sono stata ad un concerto rock e mi ha colpita l’eterogenea moltitudine di persone che alzano le mani verso il palco. Persone che indossano la stessa maglietta, che si radunano a migliaia e che hanno sulla bocca lo stesso nome. Ma perché? In nome di cosa? Cosa cercano? E cosa trovano?
Un paio d’ore di evasione? La risposta più semplice sembrerebbe questa, ma in realtà molte volte c’è di più. Spesso su quel palco c’è qualcuno che è “presente” nella nostra vita molto più a lungo di una serata e in un modo molto più complesso di quanto potrebbe sembrare
Partiamo da una premessa e cioè che è capitato a tutti di provare, almeno una volta, quel senso di insoddisfazione, di incompletezza, che fa andare alla ricerca di qualcosa di cui avvertiamo la mancanza. E’ in questo momento che la nostra attenzione viene catturata dall’idolo: lui ha tutto quello che noi avremmo sempre voluto avere, è tutto quello che avremmo voluto essere. Di più: lui può rappresentare qualcosa che non abbiamo ancora ammesso, nemmeno con noi stessi, di desiderare.
A questo punto abbiamo due modi di vivere il rapporto con quello che abbiamo deciso di eleggere a nostro idolo.
Il primo è subire, più o meno inconsapevolmente, il fascino di ciò che consideriamo impossibile. L’impossibile è qualcosa che ci attira ma che riteniamo al di fuori dalla nostra portata, qualcosa da ammirare ma che resta confinato in una realtà diversa dalla nostra, qualcosa che ci fa sognare, che porta colore nella nostra vita ma che non implica l’assunzione di alcun impegno, non ci richiede di metterci in gioco, di esporci in prima persona, di rischiare. Ci offre una scappatoia virtuale, una fuga immaginaria da una realtà che non ci basta, ma non una soluzione o la possibilità di una svolta.
L’altro modo in cui possiamo sperimentare l’attrazione per un idolo è un’ammirazione dettata da qualcosa che apprezziamo ma che, soprattutto, vogliamo eguagliare. Ad esempio, non è il successo fine a sé stesso che ci colpisce, ma la volontà e la determinazione con la quale quella persona, che proprio per questo ammiriamo così tanto, è arrivata a raggiungere i suoi obiettivi.
L’idolo, quindi, diventa funzionale a qualcos’altro e finisce per essere amato non tanto per quello che realmente è ma per ciò che viene a rappresentare per ciascuno di noi.
Molti dei nostri idoli stenterebbero a riconoscersi nell’immagine che ci siamo costruiti di loro perché ciascuno, a modo suo, li adatta alle sue esigenze e assegna loro delle caratteristiche che rispondono a quello che sta cercando.
La grandezza di un idolo sta nel saper suscitare una forma di immedesimazione che da luogo ad un approccio costruttivo. In questo caso l’idolo, con il suo esempio, diventa un punto di riferimento, un modello da seguire, uno stimolo ad impegnarci. Come lui è stato capace di raggiungere i suoi obiettivi, così noi possiamo essere capaci di raggiungere i nostri.
Gli idoli diventano importanti quando alimentano e incoraggiano la capacità di sognare e di credere nei propri sogni.
Tutti abbiamo bisogno di idoli ma troppo spesso non lo vogliamo ammettere in omaggio ad un’ideologia razionalista che ci inaridisce e ci imprigiona. La quotidianità tende spesso a relegarci in binari prestabiliti, comodi e sicuri ma che concedono poca libertà alla fantasia e alle emozioni, il potere dei sogni è di darci la spinta necessaria a superare queste barriere psicologiche, a credere che i limiti possono essere superati.
“Siamo tutti nella fogna – diceva Oscar Wilde – ma alcuni di noi guardano alle stelle”. La capacità di alzare lo sguardo dipende solo da noi.