Exploitation e Jacopetti: pionieri dello streaming video ''selvaggio''?
Nella prima parte della tesi verranno trattate le origini storiche dei film di exploitation (cioè di sensazionalismo) e dei Mondo movies accompagnate da un’analisi critica del fenomeno; la seconda parte è dedicata esclusivamente a Gualtiero Jacopetti: biografia, analisi dei film, pensiero, analogie col contesto storico-culturale; nella terza e quarta parte la tesi entra nel vivo: i Mondo Movies e Snuff Movies sono realistici o ricostruzioni? Jacopetti ha precorso i new media contemporanei? Un’analisi critica e tecnica dei portali di streaming video come Youtube o Spulp.com e dei siti “a sensazione” come rotten.com risponde a questo interrogativo ed altri ancora; la veridicità dei Mondo movies sia di Jacopetti che contemporanei (la serie home video Faces of Death), l’exploitation moderna divisa in “innocua” (e tutto sommato goliardica) come lo streaming video di situazioni comiche reali (ad esempio i casi grotteschi di Germano Mosconi, Nonno Fiorucci ecc…) e “pericolosa” (bullismo, violenze sugli animali ecc…)
La “pop culture” italiana è il “cantuccio” mediatico principale in cui “abitano” i film di Gualtiero Jacopetti. A partire dagli anni ’60 si sviluppa una propensione per una sottocultura (oggi molto rivalutata) che irrompe con violenza in quella tradizionale dell’italietta del boom economico: abbiamo i primi fumetti “neri” ossia Diabolik, Satanik e Kriminal di Magnus e Bunker; la moda beat e ribelle ereditata dagli Stati Uniti e, soprattutto, i film “di genere”. Pur essendo prodotti in un certo senso “anarchici” per ciò che riguarda contenuti e scene forti, sono pur sempre un effetto diretto dell’Italia del boom economico, dell’esplodere dei consumi; nasceva un nuovo genere di intrattenimento cinematografico, basato sull’importazione e la rielaborazione di generi “classici” (horror, thriller, film mitologico, peplum, western, fantascienza e così via). Fra gli autori più prolifici abbiamo Mario Bava, che portò in Italia l’horror gothic già famoso in Inghilterra con la Hammer Film, casa di produzione cinematografica che già negli anni ’50 rifaceva i vecchi successi Universal degli anni ’30 (Dracula, Frankenstein, la Mummia). Bava diventerà nel corso dei decenni il mentore dei più “giovani” Dario Argento e Michele Soavi; questi film, almeno quando non erano riletture di racconti, fumetti o romanzi, hanno trame sulla soglia del ridicolo, ma in effetti la vera caratteristica del cinema “pop” è essenzialmente la scena alla Grand Guignol molto teatrale e sanguinosa e l’uso magistrale del montaggio, della ripresa e della fotografia; immagini “pulite” e dai colori molto accesi, nel cinema “pop” si precorre un uso esasperato di tecniche allora trascurate come lo zoom e il montaggio, dinamici come nei film di trenta/quarant’anni dopo.
Abbiamo detto che nel mondo del cinema si crea questa “nicchia” solitamente snobbata dagli intellettuali di allora, ma anche il giornalismo, o meglio il cinegiornale, si congiunge al filone dei film “di genere” grazie a Gualtiero Jacopetti, uno dei primi che gira serie di documentari dal sapore “cinematografico” e d’intrattenimento puro. Jacopetti, nonostante alcuni di questi film siano monopolio di autori di sinistra (in quanto celano un sostrato critico sulla società), rientra a pieno titolo in una corrente culturale che su diversi supporti mediatici, è vecchia più di un secolo: l’exploitation.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Paolo Maria Pasanisi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi del Salento |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo |
Relatore: | Carlo Formenti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 153 |
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