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I "Viaggi di Francesco Petrarca" di Ambrogio Levati (1820) fra erudizione e romanzo

Si analizzano le origini del genere "romanzo storico" in Italia prima dei "Promessi sposi" del Manzoni, partendo dal punto di vista della biografia romanzata del Petrarca, scritta da Ambrogio Levati e pubblicata a Milano nel 1820

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1. PREMESSA La ormai sconfinata bibliografia sulle origini del romanzo storico non ha ancora messo in luce il temporaneo ma importante legame fra questo genere letterario e un altro genere, assai in voga nel Sette-Ottocento, quello della biografia letteraria. Per conoscere meglio il problema del romanzo storico, e della sua nascita e diffusione in Italia, può essere utile analizzarlo anche assumendo il punto di vista di un letterato di età romantica poco conosciuto ai suoi tempi, e totalmente sconosciuto oggi, e vedere come nella sua opera il problema del romanzo e dei suoi rapporti con la biografia emerga notevolmente. Si vedrà come il dibattito sul romanzo storico nasca da prospettive biografico-erudite (e dunque prescottiane), e solo successivamente trovi la sua migliore realizzazione, questa sì puramente narrativa, con il capolavoro del Manzoni. Dopo la bufera critica che si abbatté sui Viaggi all’uscita dell’opera, il nome di Levati quasi scompare dal panorama letterario, dai commenti e dalle recensioni pure così frequenti e vivaci nelle riviste dell’epoca. Egli stesso non tentò più la strada del romanzo, forse distoltone dalle aspre polemiche che i suoi Viaggi avevano provocato, ma proseguì sulla strada meramente compilatoria ed erudita, senza più pretese creative. Nonostante la “scomparsa” dal mondo della narrativa, tuttavia, i successivi testi di Levati – proprio perché in gran parte compendii ad uso scolastico – conobbero qualche ristampa e una discreta diffusione, e circolarono parecchio anche se non più recensite, non più al centro di polemiche, a volte addirittura pubblicate senza il nome dell’autore. Il “romanziere” Levati cedeva per sempre il posto al professor Levati. Nel secolo più recente, il nome di Levati ha continuato ad essere ricordato di sfuggita in citazioni bibliografiche e in brevi accenni all’interno di opere anche importanti, ma che mai offrivano un’analisi esauriente dell’opera del professore milanese. Sono soprattutto i Viaggi e il Saggio sulla letteratura ad essere ricordati, e sempre in rapporto rispettivamente alla polemica della “Biblioteca italiana” sul romanzo storico, e alla storia delle storie letterarie. Allo stato attuale non esistono indagini monografiche che trattino direttamente le sue opere. Di lui si è discusso rare volte, e sempre marginalmente; è citato per lo più in note bibliografiche, oppure il suo nome è ricordato per la stroncatura dei Viaggi scritta dallo Zajotti in una lunga e durissima recensione. Le uniche pagine in cui Levati è analizzato in maniera

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