Fragilità finanziaria e rischio sistemico: il modello di Diamond & Rajan
Il seguente lavoro è strutturato su tre capitoli. Il leitmotiv è rappresentato dalla fragilità finanziaria, caratteristica tipica del sistema bancario.
Nel primo capitolo vengono fornite le basi, quindi le definizioni essenziali e i modelli analitici che permettono di comprendere ciò che verrà trattato nei capitoli successivi. In particolare viene fornita una definizione della fragilità finanziaria e viene descritto il modello di Diamond e Dybvig (1983) tratto dal paper “Banks Runs, Deposit Insurance and Liquidity” al fine di spiegare il meccanismo di “corsa agli sportelli”.
Nel secondo capitolo vengono analizzate le caratteristiche principali degli intermediari bancari ossia l’illiquidità dei prestiti e la fragilità dei depositi a vista. Ci si propone, quindi, di dare una risposta ai seguenti quesiti: le caratteristiche tipiche delle banche (tra le quali la fragilità finanziaria) sono un’aberrazione storica o hanno una logica? Inoltre, perché la fragilità finanziaria è una caratteristica fondamentale degli istituti bancari? Il modello trattato nel corso del capitolo, tratto dal paper “Liquidity Risk, Liquidity Creation and Financial Fragility: A Theory of Banking” di Diamond D.W. e Rajan R.G. è in grado di fornire una risposta ai tali domande. Nel corso del capitolo viene fornito, inoltre, un esempio numerico per facilitare la sua comprensione. Occorre precisare che questo non vuole essere un modello generico applicabile a qualsiasi circostanza, piuttosto un modello che, isolando alcune variabili economiche, cerca di dare una giustificazione teorica ad alcuni aspetti tipici delle banche tra i quali: l’emissione di depositi a vista, l’instaurazione di rapporti di Relationship Lending e il ruolo dei bank run. La trattazione prosegue con l’esposizione di alcune critiche al modello. Vengono messe in dubbio innanzitutto alcune ipotesi fondamentali (tra le quali l’esistenza di un rapporto esclusivo tra banca e impresa) per poi passare all’analisi di alcune variabili non considerate nel modello come la regolamentazione, la scarsità aggregata di liquidità e il ruolo delle riserve bancarie. Sempre nel capitolo secondo, viene affrontato il tema del Relationship Lending, effettuando dapprima un excursus storico sul significato del termine e analizzando poi le sue caratteristiche essenziali quali durata, intensità e modalità con cui la relazione si realizza. Vengono inoltre analizzati, seppur molto brevemente, i costi e i benefici derivanti dall’instaurazione di un rapporto duraturo e consolidato tra banca e impresa e le sue implicazioni nel modello di Diamond e Rajan. Il capitolo si conclude con l’esposizione di alcune motivazioni per le quali l’imprenditore non può emettere depositi a vista come le banche e con le conclusioni relative al modello.
Il terzo ed ultimo capitolo tratta l’argomento della fragilità finanziaria sotto l’aspetto del rischio sistemico. Viene offerto inizialmente un breve excursus sulla letteratura relativa al fenomeno del contagio per poi passare ad una trattazione più approfondita dello stesso, basata sul paper di Diamond e Rajan “Liquidity Shortages and Banking Crises”. Il modello di contagio qui discusso è in grado di evidenziare alcune delle dinamiche fondamentali del fenomeno di spillover nonché di determinarne le cause principali. Vengono trattati, inoltre, gli effetti generati dall’attuazione di particolari interventi da parte dell’autorità centrale, in particolare l’infusione di liquidità e la ricapitalizzazione. Il capitolo termina con le conclusioni relative al modello di contagio.
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Informazioni tesi
Autore: | Carola Molteni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e commercio |
Relatore: | Enzo Dia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 74 |
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