Contraddizioni d’Africa. Persecuzione dei “bambini-stregoni” e strategie d’intervento culturale in loro tutela
Questo lavoro nasce dall’idea di approfondire un tema incontrato nel corso di un’esperienza lavorativa svolta presso un’associazione che si occupa di adozione internazionale.Durante tale percorso sono venuta a conoscenza del fatto che una della maggiori cause di abbandono di minori in Africa,in particolare nellaRDC,è l’accusa di stregoneria rivolta ai bambini.Questa acquisizione è tornata ad interrogarmi allorquando ho dovuto considerare quale disciplina scegliere e quale argomento trattare nel lavoro di ricerca conclusivo del corso di studi.Ho dato così avvio alla mia ricerca relativa al fenomeno dei bambini-stregoni inAfrica.L’assunto di partenza del presente lavoro è il tentativo di fornire una lettura globale della stregoneria inAfrica per poi giungere a sviscerare le ragioni per le quali si arriva ad addossare il pesante marchio di streghe proprio ai bambini.In corso d’opera è emerso,come era prevedibile e come sostenuto da molti degli autori consultati durante il percorso di analisi,come il fenomeno della stregoneria possa essere trattato in molti modi e da molti punti di vista:storico,antropologico,psicologico,filosofico,teologico,pastorale…La stregoneria richiede,necessariamente,un discorso multidisciplinare.La lettura qui offerta vuole essere principalmente di carattere storico- antropologico con riferimento ad aspetti psicologici,sociologici e pedagogici.L’ultimo capitolo ci consegnerà perfino un approccio educativo pastorale al fenomeno dei bambini stregoni inCongo.La prima parte del lavoro ha per titolo Uno sguardo serio,in riferimento all’invito che ci rivolge l’etnologa francese Favret-Saada a proposito delle modalità con cui affrontare il tema della stregoneria in Africa,dal momento che parlare di questa,significa entrare in un preciso rapporto di significazione con la realtà.La prima parte comprende due capitoli:ilI°è finalizzato ad offrire una visione d’insieme sulla concezione della stregoneria in Africa–sulla stregoneria buona e su quella cattiva;sulla contro-stregoneria e sul valore socialmente fondante di questa–con particolare riferimento a quell’opera,universalmente considerata come la pietra miliare della ricerca etno-antropologica,Stregoneria,oracoli e magia tra gliAzande, frutto di una lunga ricerca sul campo dell’antropologo britannicoEvans-Pritchard;mentre il II°capitolo,Un Paese in crisi,s’inoltra nel particolare,trattando dei cambiamenti che hanno avuto luogo in seguito all’avvento storico del colonialismo europeo nelContinente africano e dunque dei mutamenti che,verificatisi nell’immediato su un piano concreto, hanno prodotto profondi effetti di riverbero anche a livello sociale,politico e culturale,in particolare–per il tema che a noi interessa–producendo ampie ripercussioni sulla concezione e sull’interpretazione della stregoneria nei Paesi africani. Per questo motivo è stato preso in grande considerazione il fenomeno della evangelizzazione missionaria, proponendone una lettura in chiave di acculturazione religiosa.LaII°parte,che reca il titolo“Dentro”e“fuori”:figli d’Africa,a voler con ciò rendere metaforicamente l’idea della condizione della strega–condizione in genere propria di chi,per qualsiasi motivo,vive ai margini–come di colei che sta sul limitare.Ella siede sullo steccato, a metà tra la società e la natura,tra ciò che è civile e ciò che è selvaggio,tra il razionale e l’irrazionale e stando lì unisce ed insieme divide animi e coscienze.La strega richiama all’ordine proprio in quanto la sua semplice presenza lo pone in pericolo,al contempo attrae per la sua forza oscura e misteriosa,per il suo essere sull’abisso,non temendo di guardarlo e respinge per la sua essenziale diversità,perché ella è l’Ombra,lo scarto della società positiva–nel senso etimologico di positum est.Anche questa parte si compone di due capitoli,l’uno interamente dedicato al tentativo di comprendere il fenomeno dei bambini stregoni e di conoscere alcune delle tragiche storie che li vedono protagonisti;l’altro,In cammino,in cui si racconta,dopo una premessa storica sul Congo,la storia della nascita di un impegno sociale,culturale,educativo ed insieme–come precedentemente accennato–religioso,quella del Gruppo Aleimar, che collabora in loco con le suore appartenenti all’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice.Seguono le conclusioni che–se mi è consentita la definizione–sono proattive,nel senso che in esse si propongono dei percorsi di ricerca,i quali, poggiando su quanto disquisito nell’intero lavoro,tendono a delineare dei possibili itinerari di approfondimento teorico e d’intervento pratico.Infine sono riportate in Appendice alcune brevi interviste
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Informazioni tesi
Autore: | Gianna Eugenia Serano |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Consulenza Pedagogica e Coordinamento di interventi formativi |
Relatore: | Paola Falteri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 164 |
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