Violazione del diritto internazionale umanitario, commissioni militari e prospettive della base navale di Guantanamo
Onore in difesa della libertà recita l’insegna posta all’ingresso di Camp Delta, la struttura detentiva permanente che si trova all’interno della base navale statunitense di Guantanamo Bay, Cuba.
In seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti d’America, centinaia di persone sono state tenute in custodia all’interno di questa prigione in qualità di terroristi o sospettati di complicità con essi. A partire dal gennaio 2002 coloro che venivano arrestati durante il conflitto in Afghanistan furono trasferiti nella base di Guantanamo, dove trascorsero numerosi anni in attesa di un giudizio.
Molteplici questioni si rivelarono dubbie sotto diversi aspetti giuridici dal punto di vista del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. In primis le modalità di cattura e di trasferimento dei prigionieri, ma le violazioni più gravi certamente sono quelle commesse non rispettando le norme stabilite dal più importante corpus giuridico di diritto internazionale umanitario, le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, in particolare la III Convenzione concernente il trattamento dei prigionieri di guerra. L’Esecutivo statunitense si rifiutò di conferire ai detenuti lo status di prigionieri di guerra e i relativi diritti derivanti da esso, optando invece per considerarli quali combattenti nemici illegittimi, cui non garantire nemmeno il diritto di habeas corpus attraverso il quale avrebbero potuto contestare la legittimità della propria detenzione.
La violazione del diritto di habeas corpus fu una delle problematiche più discusse a causa delle opinioni contrastanti delle Corti statunitensi che si succedettero fino al 2008, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti decise che le corti federali avrebbero potuto esercitare la propria giurisdizione nel giudicare le petizioni presentate dai detenuti di Guantanamo. La base militare, infatti, fu scelta come struttura detentiva in quanto situata all’esterno del territorio statunitense: la zona in cui sorge Guantanamo fu affittata dagli Stati Uniti nel 1898, la sovranità dell’area risultava essere cubana mentre la giurisdizione statunitense. Di questo si fece forte il Governo statunitense che creò delle corti ad hoc che giudicassero i prigionieri: le Commissioni militari furono costituite attraverso un’ordinanza militare emanata nel novembre 2001. Tali Commissioni furono utilizzate in violazione di importanti norme, quali il diritto dell’imputato di avere l’assistenza di un legale di sua elezione, il diritto di accedere alle prove contro di sé o il diritto ad essere presente durante tutte le fasi del processo.
A seguito di una sentenza fondamentale emanata dalla Corte Suprema nel giugno 2006, l’amministrazione Bush promulgò il Military Commission Act, attraverso il quale venne conferita alle Commissioni militari la giurisdizione esclusiva sugli alien unlawful enemy combatants. Le direttive riguardanti la costituzione e il funzionamento delle Commissioni continuarono però a violare numerose norme internazionali, prima tra tutte il diritto dell’imputato di essere sottoposto al giudizio di una corte imparziale e indipendente, cosa che le Commissioni militari presiedute da giudici militari scelti dal Governo non potevano garantire.
Nel corso di questo elaborato si è cercato di individuare gli errori commessi dal Governo statunitense durante la cosiddetta war on terror, dando maggior rilievo agli aspetti concernenti il diritto internazionale umanitario e le norme sui diritti umani.
Nel primo capitolo si propone un'analisi generale sulla storia della base di Guantanamo a partire dal momento della sua acquisizione da parte degli Stati Uniti fino agli sviluppi avvenuti nel periodo immediatamente successivo agli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono, quando venne deciso di trasformare la base navale in un centro di detenzione.
Nel secondo si sono analizzate più nel concreto le violazioni del diritto internazionale perpetrate dagli Stati Uniti, nonostante i numerosi richiami della comunità mondiale e degli organi preposti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale: dalle violazioni del diritto umanitario alle violazioni dei diritti umani.
Nell’ultimo capitolo si è approfondito lo sviluppo della situazione successiva all’emanazione del Military Commission Act del 2006, indicandone i contrasti con il diritto internazionale. Per ultimo, si è proposta un’analisi relativa alle possibili alternative alle Commissioni militari, quali l’utilizzo delle Corti federali statunitensi, le Corti civili di altre Nazioni o i Tribunali internazionali.
Nella conclusione si è trattato dell’aspetto odierno e delle prospettive del carcere di Guantanamo, la cui chiusura, tanto richiesta dalla comunità internazionale, sembra finalmente essere voluta anche dal Governo statunitense.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessia Fabbri |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lingue, culture e comunicazione internazionale |
Corso: | Lingue straniere per la comunicazione internazionale |
Relatore: | Christian Ponti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 144 |
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