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Allargamento e diritti umani nell'Unione Europea

In questo lavoro si pone il problema dei diritti umani all'interno della UE dal 1957 ad oggi. L'allargamento a nuovi membri è subordinato al rispetto dei criteri enunciati dal Consiglio Europeo di Copenaghen del 1993 (criterio poitico, criterio economico, criterio giuridico). Tale allargamento nei confronti dei paesi dell'ex blocco sovietico accentua il problema dell'identificazione e del consolidamento di una "identità" europea", capace di esprimere i valori comuni della nuova Europa senza oscurare, ma integrando le specificità delle sue tante "anime". Dal 1° gennaio 2007 si registra l'entrata nella UE della Romania e della Bulgaria, mentre è in una fase di stallo il negoziato di adesione con la Turchia della quale si riconoscono importanti progressi e riforme introdotte al fine di soddisfare i criteri per l'adesione all'UE. Si analizza il problema delle relazioni bilaterali tra la Turchia e Cipro che sta rallentando il processo di avvicinamento della Turchia all'Europa. Infine si espongono i possibili vantaggi della presenza turca nella UE.

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Introduzione Il 25 marzo 1957 si sono riuniti a Roma, al Campidoglio, nella storica sala “Orazi e Curiazi”, i delegati dei 6 Paesi che posero la firma ai Trattati istitutivi della CEE ed EURATOM, atto di nascita dell’Europa Unita. Da quel giorno il processo di allargamento dell’UE, svoltosi in varie fasi e ancora non concluso, ha portato i Paesi membri dai 6 di allora ai 27 di oggi ed ha contribuito ad unire un continente diviso da guerre che, tra il 1915 e il 1945, causarono la morte di decine di milioni di persone. Oggi 27 Stati europei convivono all’interno della stessa casa comune, pur conservando ciascuno la propria diversità culturale e linguistica, e condividono gli stessi valori di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, stato di diritto e uguaglianza, come sancito dal Trattato di adesione all’UE. L’integrazione europea, un processo che ha coinvolto 500 milioni di cittadini, si presenta oggi come un esempio unico al mondo di cambiamenti politici avvenuti pacificamente dall’estensione dei numerosi accordi per la libera circolazione delle persone e delle merci, al trattato di Maastricht del 1992 che ha istituito l'Unione Europea, prevedendo altresì l'introduzione della moneta unica, entrata in vigore dal 2002. Certamente i problemi del vivere comune europeo sono complessi, carichi spesso di accese discussioni e di incomprensioni sia in campo economico che sociale, dando luogo a rischi di rigurgiti verso tendenze isolazioniste ed antieuropeiste. Mi riferisco, in particolare, al problema dell’adesione della Turchia. Ma ritengo l’UE la risposta migliore alle sfide del 21° secolo: la globalizzazione, la crescita sostenibile, la competitività, l’approvvigionamento energetico, il cambiamento climatico e l’approvazione della Costituzione Europea. Il Trattato che disciplina i processi d'allargamento prevede che ogni Paese europeo possa aderire all'UE solo se rispetta i valori comunitari e soddisfa i criteri d’adesione enunciati dal Consiglio Europeo di Copenaghen del 1993. Tra questi ultimi spiccano la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto ed il rispetto dei diritti umani. I Paesi candidati devono inoltre avere un’economia di libero mercato, sottoscrivere i diritti e i doveri connessi agli altri Stati membri, e condividere gli obiettivi politici, economici e monetari dell’Unione. Ma l’adesione all’UE è soprattutto subordinata al recepimento dell’acquis comunitario, ovvero l’intero 2

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