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Arbitrato e procedure concorsuali

Ultimata la redazione del presente saggio, il Governo, usufruendo della delega conferitagli dall’art. 5-bis, L. 14 maggio 2005, n. 80, ha varato un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al R.D. 16 marzo 1942, n. 267, nonché al decreto legislativo n. 5 del 2006 in materia di fallimento, concordato preventivo e liquidazione coatta amministrativa. Detto decreto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2008.
Quanto al tema che più da vicino ci riguarda, e cioè i rapporti tra arbitrato e procedure concorsuali, occorre dire che nulla, o quasi, è cambiato anche a seguito di quest’ulteriore riforma della legge fallimentare.
Invariato è rimasto, infatti, l’art. 83-bis l.fall. che tratta del destino dell’arbitrato pendente a seguito dello scioglimento del contratto in cui è contenuta la clausola compromissoria.
All’art. 35 l.fall., che conferisce al curatore il potere di stipulare compromessi dietro l’autorizzazione del comitato dei creditori, è aggiunto un nuovo comma dopo il primo che recita «Nel richiedere l'autorizzazione del comitato dei creditori, il curatore formula le proprie conclusioni anche sulla convenienza della proposta».
All’art. 24 l.fall., sulla competenza del tribunale fallimentare a conoscere tutte le azioni che derivano dal fallimento, è abrogato il secondo comma che richiama le disposizioni del codice di procedura civile sui procedimenti in camera di consiglio.
Infine, all’art. 25, primo comma, n. 6, l.fall. le parole «agli avvocati» sono sostituite da «ai difensori»; così che il curatore, che sia subentrato o abbia dato vita ad un procedimento arbitrale, avrà il potere, riconosciuto espressamente dalla norma in questione, di nominare qualsiasi persona, che sia un avvocato, un commercialista, un ingegnere oppure un medico, idonea ad assumere la difesa nel giudizio.

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7 PREMESSA Ultimata la redazione del presente saggio, il Governo, usufruendo della delega conferitagli dall’art. 5-bis, L. 14 maggio 2005, n. 80, ha varato un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al R.D. 16 marzo 1942, n. 267, nonché al decreto legislativo n. 5 del 2006 in mate- ria di fallimento, concordato preventivo e liquidazione coatta amministrati- va. Detto decreto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2008. La delega, di cui all’art. 5-bis citato, aveva la scopo di consentire al legislatore, ad un anno dalle modifiche apportate alla legge fallimentare dal d.lgs. 5/2006, di correggere le eventuali imperfezioni emerse dalla concreta applicazione della nuova disciplina; correzioni che, in ogni caso, sono state subordinate al rispetto delle direttive a suo tempo adottate con la legge de- lega del 2005. Dunque, ristretto nell'alveo della legge delega, il decreto cor- rettivo si è limitato a chiarire interrogativi, eliminare palesi contraddizioni, ed evitare scollamenti tra diversi istituti emersi in questo primo anno di ap- plicazione. Analizzandone il contenuto, si nota come le modifiche apportate al testo attualmente in vigore siano tante; la principale riguarda le cosiddette soglie di fallibilità. I limiti attualmente previsti, superati i quali non si è più considerati piccolo imprenditore, e si ricade dunque nelle procedure del fallimento so- no: capitale investito superiore a trecentomila euro, e ricavi non inferiori a duecentomila euro nella media degli ultimi tre anni. L’introduzione di que- sti due parametri ha, tuttavia, prodotto nell’ultimo anno un crollo, superiore

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