Quelli del Nuovo Cinema Paradiso - Sul Cinema Siciliano Contemporaneo
Quello che corre tra gli anni '70 e '80 è stato per le arti audiovisive in genere, un periodo di gestazione molto importante, in cui si prepara, attraverso l’esplorazione dei nuovi media, l’elevata produzione di cortometraggi, la partecipazione ai più importanti festival e l’istituzione di nuovi, quello che in molti hanno identificato come "nuovo cinema siciliano”. Infatti, già verso la fine degli anni ‘80, la Sicilia vanta la più alta densità di professionisti del settore rispetto all'intero panorama nazionale, la cui gran parte si concentra soprattutto nei tre grandi centri culturali dell’isola:
Palermo, Catania e Messina.
Nonostante questi artisti abbiano scelto un principio comune di partenza, che è quello di fare del cinema che sia vero mezzo di libera espressione dell’autore, e abbiano scelto di partire tutti sullo stesso treno, o per lo meno, nello stesso periodo, definire i parametri di una scuola specifica, o per lo meno di un movimento unitario che possa portare il nome di cinema siciliano, è impresa alquanto ardua.
Pur mouvendosi negli stessi centri e condividendo le stesse passioni, raramente questi artisti hanno cercato dei punti d’incontro, preferendo sviluppare il loro lavoro nella piena autonomia e perseguire la loro strada senza preoccuparsi minimante di quale fosse l’orientamento comune, se un orientamento comune ci fosse stato.
In un atteggiamento che crediamo sia un po’ obbligato per un cinema nato sull’obbiettivo di perseguire la massima libertà d’espressione del singolo, e che rispecchia un po’ la situazione del cinema contemporaneo (si è spesso parlato di “arcipelaghi”), i risultati più genuini trovano posto in un’estrema varietà d’esperienze, tutte paradossalmente molto valide nella loro individualità, e tutte ampiamente riconosciute dalla cinematografia italiana e, forse anche di più, da quella internazionale. Prova tangibile rappresentata dal fatto che a candidarsi oggi tra i principali rappresentanti del cosiddetto cinema siciliano, e forse anche del (cinema italiano) nel mondo, siano due esperienze diametralmente opposte come il cinema melodrammatico di Tornatore e il grottesco noir di Ciprì e Maresco.
Ma se nulla accomuna questi artisti fuorché la loro appartenenza di nascita alla terra degli agrumi e dei miti, e la voglia di fare del cinema, perché parlare di cinema siciliano? Esiste veramente un cinema siciliano, identificabile secondo parametri estetico-culturali? Ed esiste un nuovo cinema siciliano?
E se si, in cosa si differenzia dal vecchio?
Questo studio intende ripercorrere le esperienze del cinema siciliano con particolare attenzione alla produzione degli ultimi trent'anni, allo scopo di aprire un confronto diretto tra gli autori e le opere che di questo movimento culturale senza legge.
Lo scopo, puro è semplice, è di comprendere le dinamiche che hanno favorito lo sviluppo della settima arte in un contesto storico-culturale particolare per la storia italiana, e qual'è il potenziale in gioco per lo sviluppo del cinema italiano.
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Informazioni tesi
Autore: | Emanuele Cidonelli |
Tipo: | Diploma di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Umanistiche |
Corso: | DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Orio Caldiron |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 171 |
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