Sociologist profile: creazione di valore manageriale
Nell’epoca contemporanea il progredire della scienza tecnologica pone l’uomo di fronte ad evoluzioni accelerate, spesso inattese e soprattutto di difficile gestione, anche perché, sovente, non permettono tempi lunghi per l’assimilazione, rispetto ad un passato nel quale i mutamenti si verificavano in modo meno veloce e che frequentemente venivano controllati. In questo senso l’obiettivo era ed è quello di ridurre la complessità, costituita da relazioni di mondo vitale in fusione tra loro, che creano continuamente nuove combinazioni, si allineano e si sovrappongono. Nell’ambito del presente elaborato anche il termine apparentemente semplice come “lavoro” non può essere accettato secondo l’accezione di un senso comune che può essere estremamente superficiale, dato che non si sofferma troppo sul suo significato e sulle sue conseguenze. Ciò che può essere descritto come attività produttiva, apporta vantaggi all’intera società, se i meccanismi vengono capiti e modificati da un mondo di individui e di mercati ad uno di persone. Nella relazione ci si forma anche con persone estranee, che ci sono vicine a volte quasi forzatamente, ma in realtà sono proprio loro a conoscerci meglio di altri e a poterci dire chi siamo veramente. Pensare che una persona sia in un determinato modo e si comporti come tale è solo una nostra credenza, ed anche le prove che pensiamo di avere sono solo le nostre credenze filtrate e selezionate inconsapevolmente. I luoghi di lavoro sono diventati al loro interno infidi, bellicosi e competitivi. E anche con i vicini di casa, con i figli, nelle relazioni affettive in genere, finiamo per presentarci, curando soprattutto le apparenze e l'immagine. E’ proprio dallo scontro tra ciò che pensiamo di noi stessi e quello che gli altri pensano di noi che nasce quel problema che occorre arginare per tentare di risolverlo dopo un’attenta osservazione alla ricerca di eventuali cause e/o di variabili di riferimento, e che viene individuato con i termini di malessere in azienda. Tra le variabili fondamentali troviamo l’empatia: fattore socioterapeutico dominante rispetto all’abilità di condivisione emotiva ed affettiva, ma anche l’educazione alla convivenza, al rispetto e al sacrificio relativo, in quanto lavorare insieme può rendere più felici. Oltre alle classiche affermazioni e dichiarazioni che afferiscono all’uguaglianza, possiamo osare un allontanamento da queste già dal momento in cui vogliamo cercare l’esattezza della rappresentazione. Ognuno è fonte di diversità e quindi potenziale bacino d’innovazione, reinvenzione di professioni, arti, stili di vita, visioni del mondo e ovviamente di se stesso. L’approccio al mondo del lavoro in questo senso è critico e risolutivo, ma fare ricerca sociologica attraverso i tipici strumenti della socioterapia in ambito manageriale può aggiungere almeno un punto di vista nuovo. Per questo dovremmo puntare su noi stessi osservandoci a vicenda, lasciando da parte le idee pregiudiziali, gli ideologismi, le contrapposizioni. Quando è l’uomo a perdere di vista se stesso, la ricchezza che potrebbe crearsi si identificherà come finta e irrisoria. Per evitare che accada ciò è fondamentale specializzarsi per quel che si è portati, concretizzando l’essere. Bisogna credere e farsi aiutare da chi ha più esperienza, da uomini che hanno le facoltà giuste e che fanno leva sul lato sentimentale ed emozionale, per incentivare il raggiungimento dell’obiettivo. Eppure ci sono persone che nella vita hanno la sola ambizione di tirare avanti o, peggio, di limitarsi a sopravvivere, a danno di tutti. Le attività dell’umano operare dovrebbero essere monitorate, controllate, ma anche sentite con il cuore e la fede, ragionate per ottenere una maggiore efficienza e puntare più sulla performance personale e di squadra, evitando deleghe di responsabilità difficilmente distinguibili. Anche nel tempo della fluidità, si può concepire la vita come una fitta rete di rapporti prendendo coscienza del presente, in quanto futuro del nostro passato, cercando di studiarlo al fine di anticipare quanto può accadere nel futuro. Come si diceva in precedenza siamo in costante evoluzione, dovremmo capire che anche ambiti lavorativi possono cambiare e questo cambiamento non deve essere vissuto con drammaticità. Interessante è impegnarsi nella valorizzazione dei conflitti propositivi e prospettarsi verso nuovi orizzonti. Mirare ad ambienti di lavoro eccellenti, puliti e igienici, abbigliamenti sobri; dove grazie alle più recenti tecnologie si possano ottimizzare impianti, materiali, attrezzature. Considerare il lavoratore come una persona e non semplicemente come un accessorio della macchina. Gli uomini sono diventati dei meccanismi nella testa e nel cuore, così come nelle mani. Per evitare che si prospetti questo disagio è auspicabile definire percorsi di formazione, che puntino sull’apprendimento di meccanismi di problem solving.
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Informazioni tesi
Autore: | Giorgia Altobelli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Scienze Sociali |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Leonardo Benvenuti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 55 |
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