CAPITOLO I
Insegnare ad effettuare la scelta migliore e a riconoscere il proprio talento,
attraverso la formazione continua e il self-management
8
1
E' l‘interesse personale che muove gli uomini a compiere scelte razionali,
secondo le loro coerenze interne e facendo sempre capo a bisogni valoriali, che poi, se
2
condotti in modi esagerati ci sovrastano e si discostano dalle originali intenzioni.
―Si è verificato un grande distacco tra l‘economia e l‘etica e purtroppo solo la prima, da un punto di vista
logistico è riuscita a condizionare notevolmente l‘economia del benessere, che è comunque influenzata
3
dal comportamento effettivo delle persone.‖
4
Il diritto potrebbe sostenere notevolmente l‘autonomia di ogni attività della vita; questa
disciplina permette di regolare ogni ambito, in modo da rendere la moralità e le
consuetudini maggiormente condivise, vere e proprie norme, non riscontrabili
penalmente, ma comunque di incentivo per la civiltà. Così facendo, anche il
5
comportamento abituale potrà essere giudicato non dal semplice buon senso ormai
inappagante, ma da una reale democratizzazione della cultura a vantaggio della
1
―In socioterapia il criterio di scelta, che rende la volontà distruttiva per la collettività, è l‘autoreferenza,
propria o altrui, oppure la referenza passiva. Nel momento in cui non si esercitano le proprie capacità di
giudizio, occorre prestare attenzione perché si potrebbe cadere preda di architetture altrui.‖ L. Benvenuti,
Lezioni di Socioterapia. La persona media/afferma e media/mente, op. cit., p.130.
2
Come sottolinea J. Ladrière (1999) vi è una certa fluttuazione terminologica, dove però è importante la
distinzione fra l‘ispirazione che orienta l‘azione e l‘idea di un codice normativo. La questione della
morale richiederebbe da un punto di vista analitico e concettuale il chiamare in causa una serie di temi
correlati, senza darli per definitivamente archiviati: soggetto, scelta, libertà, intersoggettività,
responsabilità, solidarietà, appartenenza, riconoscimento.
3
Vedi Amartya Sen, Etica ed economia, Laterza, 2004, Prefazione pp. VII-VIII.
4
Se il singolo riuscisse a decodificare se stesso, a capire cosa può fare e se poi a tali capacità aggiungesse
quella di essere in grado di capire l‘ambiente, ed, infine, riuscisse a tradurre tutto questo in azione, allora
lo si metterebbe in condizione di essere autonomo. Senza conoscenza non c‘è autonomia. L. Benvenuti,
Lezioni di Socioterapia. La persona media/afferma e media/mente, Baskerville, Bologna, 2008, p.21.
5
Occorre creare le condizioni sociali per l‘interruzione della quotidianità, ma anche la perfetta
coincidenza fra habitus e campo, in modo da non ridurre totalmente lo spazio dei possibili: come sostiene
Cohen, ―la limitatezza [nel senso di disponibilità agli altri] dei testimoni passivi deriva da un sé che non
riesce a vedere la maggior parte del mondo oltre i suoi confini‖ (2001, p.348), in cui si è sordi a ciò che
già non si è già udito. (P. Escobar, 2001, p.107).
9
giustizia, della correttezza, della complicità civile e della concomitanza tra il giudizio
6
diffuso e l‘azione.
Secondo la socioterapia:
―A guidare l‘azione quindi sarebbero considerazioni, direttamente o indirettamente, affettive, e il loro
limite sarebbe proprio quello di avvenire in un regime di spaccatura della rappresentazione, perdendo di
vista quella che dovrebbe essere una caratteristica base dell‘azione medesima, e cioè il fatto di essere
7
rappresentativa, e dunque guidata contemporaneamente da entrambe le dimensioni.‖
Il mondo economico s‘interessa all‘uomo reale, eppure in questa società moderna pare
8
proprio che voglia annientare la realtà umana in un rapporto inversamente
proporzionale tra la storia, che nella sua evoluzione sottolinea la dignità, la moralità e la
giustizia separando la dimensione economica, come se questa non derivasse da quei
valori giustappunto citati. Si deduce che la concezione morale sia sfociata in un
9
―egoismo etico‖.
10
Sarebbe la motivazione personale a spingere il singolo all‘azione e quindi al
11
risultato che potrebbe prestarsi ad una maggiore produttività anche sociale. Ma come
6
―Perché la giustizia e il diritto (…) riguardano (…) una relazione tra due ‗tutti‘ – il ‗tutto‘ della persona
individuale e il ‗tutto sociale‘ ciò altrimenti sarebbe soltanto una pura subordinazione della parte al
‗tutto‘; e l‘amore, assumendo volontariamente ciò che sarebbe servitù, lo trasfigura in libertà e in libero
dono.‖ J. Maritain. La persona e il bene comune, Morcelliana, Brescia, 1973, p.48.
7
L. Benvenuti, Lezioni di Socioterapia. La persona media/afferma e media/mente, op. cit., pp.129-130.
8
La persona nascendo all‘interno di un certo contesto culturale, viene da esso determinata ma,
contemporaneamente, teorizza la possibilità di una retroazione della persona rispetto alla società stessa
con una propria specificità di sua modifica. U. Hannerz, La complessità culturale, Il Mulino, Bologna,
1998, p.5.
9
Amartya Sen, Etica ed economia, Laterza, 2004, pp.8-16.
10
Vedi precedente nota n.6.
11
Considerato l‘impatto ambiguo degli sforzi compiuti dalla società per dotarsi di regole, è necessario
presumere che la responsabilità morale – essere per l‘altro prima di poter essere con l‘altro – sia la prima
realtà dell‘io, un punto di partenza piuttosto che un prodotto della società. Essa precede ogni
coinvolgimento con l‘altro, sia che questo avvenga mediante la conoscenza, la valutazione, il dolore o
l‘azione. Essa non ha perciò alcun «fondamento», alcuna causa, alcun fattore determinante.‖ Z. Bauman,
Le sfide dell’etica, Feltrinelli, Milano, 1996, p.20.
10
12
abbiamo già accennato non sempre le persone, agiscono razionalmente in base ad
un‘idea, esse commettono errori, vivono momenti di confusione, ipotizzano, fanno
13
esperienze azzardate e istintivamente si lasciano andare alle emozioni.
Quando decidiamo di contrarre matrimonio, normalmente lo facciamo perché
desideriamo condividere con la persona amata la nostra vita, ma in questo modo
14
stipuliamo una sorta di contratto che porterà ad effetti di natura economica.
―Le normali transazioni economiche subirebbero un collasso, se l‘interesse personale non
15
rivestisse un ruolo sostanziale nelle nostre scelte.‖
La questione è indagare sulla pluralità dei fattori che ci influenzano, che siano personali
o più utili all‘umanità poco ci interessa, se poi generano effettivamente dei buoni
16
risultati.
Spesso capita di perseguire un obiettivo per soddisfare un desiderio, ma una
volta raggiunto non ci sentiamo appagati; mentre altre volte capita di ritrovarsi a fare
17
delle scelte non volute che inconsapevolmente ci portano alla conquista della felicità.
12
L‘assunzione di razionalità richiama la teoria hobbesiana sintetizzabile in: Homo homini lupus.
13
―Occorre prestare estrema attenzione agli approcci basati sulla convinzione di potere utilizzare la
ricostruzione dei percorsi di vita di una persona (o di un sistema sociale) come mezzo di previsione delle
possibili conseguenze dei comportamenti dello stesso (o di tale sistema)‖. L. Benvenuti, Lezioni di
Socioterapia. La persona media/afferma e media/mente, op. cit., p.31.
14
A. Kleinfeld-Wernick (1992) ha dimostrato come, in considerazione dello stretto legame tra etica e
antropologia, l‘introduzione del concetto di persona nella teoria economica risulti una estensione
necessaria utile tanto per gli aspetti descrittivi e teorici economici (in quanto la persona, nella sua
dimensione individuale e sociale, è il soggetto della vita economica) tanto per quelli normativi etici, che
rende giustizia all‘ideale kantiano di dignità e all‘essenza degli umani in quanto persone. A. Kleinfeld-
Wernick, “The Concept of a Person as the Antropological Basis of Business and Corporate Ethics”, in P.
Koslowsky, Sringer-Verlag, Budapest, 1992. Citato in ―L‘agire economico tra efficienza ed equità: un
breve excursus teorico‖ di Mariantonietta Fiore Quaderno n. 17/2007 del Dipartimento di Scienze
Economiche, Matematiche e Statistiche.
15
Amartya Sen, 1983.
16
Riferimento J. M. Keynes, 1968.
11
18
Quindi non sempre l‘azione utilitarista sfocia nel benessere atteso dalla persona, non
19
meno considerevole è il problema dell‘influenza delle circostanze contingenti sulla
misurazione dell‘utilità, come riflesso sistematico dell‘appagamento personale.
Detto questo possiamo porre l‘accento sull‘asimmetria che si è venuta a creare
20
arbitrariamente tra l‘economia predittiva e l‘economia del benessere, dedicando tanta
attenzione a quest‘ultima. Si verifica sempre più un impoverimento del valore etico,
21
teso alla gratificazione dei diritti e delle libertà personali, lo stesso Nozick (1974) ha
parlato della rivendicazione volta alla persecuzione delle proprie volontà entro i limiti
deontologici e nel rispetto delle libertà altrui.
Ecco perché nel nostro quadro di riferimento vi possono essere una molteplicità di
considerazioni etiche, che ci indirizzano verso una determinata azione piuttosto che
22
un‘altra.
In conclusione indagare sull‘interdipendenza generale, richiede
23
l‘internalizzazione delle valutazioni esterne, al fine di incorporare il valore migliore
2425
nel rispetto delle libertà, in concomitanza con il disvalore della violazione dei diritti.
17
Vedi precedente nota n.13.
18
L‘utilitarismo pur essendo una teoria del ragionamento etico fondata sul comportamento giusto (volto a
massimizzare la quantità di piaceri per il maggior numero di persone (J. Bentham, 1962) e sulla
confrontabilità dell‘utilità, va oltre l‘analisi dei criteri morali, per valutarne i risultati, le conseguenze (da
cui l‘accostamento del conseguenzialismo al welfarismo) tramite metodi strettamente ed esclusivamente
quantitativi (monetari). Cfr. T. Carter, 2005. ―L‘utile è assunto come criterio d‘azione e come principio
dei valori morali e le persone sono concepite come ―recipienti passivi di utilità, come esseri che,
semplicemente, provano piacere e dolore.‖ Amartya Sen, Etica ed economia, Laterza, 2004, p. 93.
19
Decidere nella contingenza, cioè nell‘immediatezza del rapporto con l‘altro (o con una situazione
complessa) che è, a propria volta, un decisore (o composto da decisori) sul cui comportamento si possono
avanzare solo ipotesi, dalle quali si dovrà tenere conto nel momento in cui si prenderà una decisione –
diverso è il giudicare dall‘esterno o il riflettere su quanto accaduto e sulla base delle conoscenze di quanto
già accaduto. L. Benvenuti, Lezioni di Socioterapia. La persona media/afferma e media/mente,
Baskerville, Bologna, 2008, p.30.
20
Vedi Amartya Sen, Etica ed economia, Laterza, 2004, p.35.
21
Vedi precedente nota n.7.
22
Vedi precedente nota n.13.
12