Tecniche di garanzia procedurali e processuali del diritto d'accesso ai documenti amministrativi
Il presente lavoro si propone di analizzare le tecniche di garanzia procedurali e processuali del diritto d’accesso ai documenti amministrativi.
La necessità di esaminare i caratteri e l’effettività degli strumenti di tutela del diritto in questione nasce dall’assoluta indefettibilità che la visibilità e la trasparenza dell’esercizio dei poteri pubblici assume nel periodo storico in cui viviamo. Non solo, ma tali esigenze già emergevano nella vasta produzione letteraria del periodo della rivoluzione francese, quando il carattere pubblico del potere veniva avvertito come fondamentale elemento di distinzione tra lo stato costituzionale e lo stato assoluto.
L’accessibilità ai documenti in possesso della pubblica amministrazione, pertanto, ben può essere considerata come elemento qualificante degli ordinamenti democratici moderni: i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione rispondono ad una organizzazione democratica dello Stato se il diritto all’informazione e alla conoscenza delle attività concernenti l’esercizio dei pubblici poteri è riconosciuto e ampiamente tutelato.
Benché l’oggetto specifico della nostra trattazione sia lo studio delle garanzie poste a tutela del diritto d’accesso, è apparso utile fare una breve analisi dei caratteri essenziali dell’istituto, al fine di dare un quadro chiaro e completo delle diverse problematiche che ancora oggi, a distanza di quindici anni dal varo della legge sul procedimento amministrativo, rendono difficoltosa l’applicazione effettiva del principio di trasparenza, e quindi della tutela del diritto d’accesso.
Pertanto, dopo aver tratteggiato brevemente nel primo capitolo, il fondamento teorico del diritto, soprattutto in riferimento alle disposizioni costituzionali, e dopo aver ripercorso le fasi storiche che hanno portato al riconoscimento normativo dello stesso, nel secondo capitolo ci siamo occupati dei profili sostanziali.
Nello specifico abbiamo analizzato gli elementi che maggiormente si ricollegano alla questione della tutela come la titolarità del diritto, la natura giuridica, i limiti oggettivi, i documenti accessibili e le modalità d’accesso.
Successivamente sono stati definiti i limiti posti dalla legge 241/1990 all’esercizio del diritto d’accesso, necessari per la salvaguardia di ulteriori interessi egualmente meritevoli di tutela da parte dell’ordinamento. Tra questi, primaria importanza assume l’esigenza di preservare la riservatezza di terzi i cui dati personali siano oggetto degli atti di cui si chiede l’accesso.
A conclusione del secondo capitolo sono state brevemente delineate le modalità di accesso.
Nel terzo capitolo della trattazione ci si è dedicati, quale oggetto principale della tesi di laurea, alle tecniche di garanzia poste a tutela del diritto d’accesso ai documenti amministrativi.
Innanzitutto si è dato grande risalto ai rimedi giurisdizionali di tutela, primo fra tutti lo speciale rito abbreviato previsto dall’articolo 25 della legge 241/1990 che consente una rapida definizione della controversia in materia di accesso. La peculiarità di tale rimedio, non a caso considerato “speciale”, sta, oltre che nella riduzione dei termini per la proposizione del ricorso e nella decisione presa in camera di consiglio, nella possibilità che il giudice amministrativo, accertata l’illegittimità del diniego o del differimento dell’accesso, ordini alla p.a. di esibire il documento richiesto. Pertanto, nel corso del capitolo saranno esaminati tutti gli elementi che caratterizzano il rito speciale previsto dall’art. 25, con particolare attenzione alle problematiche processuali che ancora si riscontrano nell’applicazione della disciplina.
Nel concludere il capitolo sulle tecniche processuali di garanzia del diritto d’accesso, è stato interessante valutare la possibilità, per il soggetto che si sia visto illegittimamente negare la pretesa all’ostensione, di adire il giudice civile per ottenere il risarcimento del danno. Vedremo come alcune pronunce giurisprudenziali, tra la quali una della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, ed alcuni illustri giuristi, condividano pienamente tale opportunità.
A conclusione del nostro lavoro non potevamo non dare uno sguardo alla normativa comunitaria. Quest’ultima, a partire dai primi anni Ottanta, si è mostrata sempre più sensibile alla necessità di garantire trasparenza e visibilità all’esercizio dei pubblici poteri. Oltre che da un gran numero di atti comunitari, l’ultimo dei quali il regolamento CE 1049/2001, il desiderio di trasparenza nelle istituzioni comunitarie è confermato dalla scelta del legislatore costituzionale europeo di inserire il diritto d’accesso agli atti comunitari tra i diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione europea, firmata dai 25 Stati membri e dai 3 paesi candidati il 29 ottobre 2004, che entrerà in vigore quando sarà ratificata da tutti gli Stati firmatari.
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Cordova |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Fabio Giglioni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 163 |
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