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Servizi pubblici locali e strumentali: Una convivenza possibile? Il caso della San Donnino Multiservizi

“Stay hungry, stay foolish” è il motto con cui Steve Jobs chiudeva il discorso all’Università di Stanford nel lontano 2005. Il presente lavoro si propone di approfondire una materia ostica e complicata come quella sui servizi pubblici locali, seguendo questa filosofia. Quando ho iniziato la scrittura di questo elaborato, nel gennaio 2012, non avrei mai immaginato che la materia mi potesse appassionare a tal punto da spendere tutto il tempo a disposizione nella ricerca e nell’approfondimento. Questo scritto ha l’obbiettivo di dare una chiave di lettura semplificata alla normativa e analizzare la materia sia dalla prospettiva giuridica, che da quella di policy. La prima parte affronta la normativa sui servizi pubblici locali a partire dal 2000, fino al più recente decreto Liberalizzazioni (approvato nel gennaio 2012), nella seconda analizzo il caso della San Donnino Multiservizi analizzando la società nella sua complessità, ripercorrendone l’evoluzione dal 2001, anno di nascita, fino all’ultimo esercizio approvato nel 2011, affrontando sia gli aspetti economico-finanziari, sia quelli riguardanti la complessa governance societaria. Attraverso l’esperienza lavorativa di questi mesi mi sono formato, ho ampliato le mie conoscenze e nei prossimi mesi potrò osservare, da un punto di vista privilegiato, l’implementazione della policy. Infine ho tentato di rispondere a una questione di fondo sulla quale sia dottrina che la giurisprudenza non hanno ancora trovato un punto di sintesi: I servizi pubblici locali a rilevanza economica e quelli strumentali, possono convivere all’interno di una stessa società? A tal fine oltre alla normativa ho analizzato la policy di Liberalizzazione sia dal punto di vista giuridico, che di policy.

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VI INTRODUZIONE La “tela di Penelope” La “tela di Penelope” della disciplina dei servizi pubblici locali è stata tessuta completamente oppure ne manca ancora un pezzo? Una domanda legittima che sarebbe opportuno si ponessero molti operatori del settore, pubblici o privati che siano. È difficile individuare un altro ambito normativo che, come questo, negli ultimi anni abbia visto il proprio quadro di riferimento comporsi e scomporsi. Sono passati ormai più di ventuno anni dalla promulgazione della legge sull’ordinamento degli enti locali 1 che rivoluzionò la materia dei servizi pubblici locali. Tale norma prevedeva accanto alle tradizionali forme di gestione (l’affidamento in concessione a terzi, l’azienda municipalizzata e la gestione diretta) delle nuove forme tra cui l’affidamento dei servizi a nuove società a capitale misto pubblico-privato. 2 Questa legge innanzitutto definiva il concetto di servizio pubblico locale identificandolo nella produzione di beni, servizi e attività rivolte a realizzare fini sociali e promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali. Questo nuovo concetto superava la Legge Giolitti del 1903 che elencava le fattispecie del servizio pubblico, apportando un dinamismo che dava all’ente locale la possibilità di decidere e delineare il concetto di servizio a rilevanza pubblica, al fine di interpretare le esigenze della propria comunità. Si afferma quindi un nuovo quadro, ancora attuale, nel quale il concetto di servizio pubblico muta sia nel tempo che nello spazio, in quanto a seconda delle caratteristiche territoriali e della volontà politica del momento si affermano specifiche e sostanziali differenze [Bigoni 2009]. Ventuno anni, quindi uno in più dei venti che impiegò complessivamente Ulisse per fare ritorno a Itaca mentre Penelope tesseva e poi disfaceva la sua tela. Esattamente come il nostro legislatore con la disciplina sui servizi pubblici locali: affannato nella ricerca di un assetto che a ogni riforma riuscisse a essere più coerente con i sempre più stringenti principi europei pro-concorrenziali di apertura dei mercati ai privati e contemporaneamente tenesse conto delle spinte, sempre più pressanti, di quel vastissimo mondo che sui servizi pubblici fonda la sua sopravvivenza [Perticarari 2011]. 1 Legge 142/1990: Ordinamento delle autonomie locali. 2 Un nuovo soggetto con forma privatistica e azionariato misto pubblico-privato.

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