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Paura dello straniero e simbolica dello spazio

Il seguente lavoro, si propone di analizzare le dinamiche complesse che inducono gli appartenenti a una comunità, in presenza di determinate condizioni sociali e politiche, ad assumere comportamenti finalizzati a vincere la precarietà e l’incertezza, attraverso meccanismi atti ad espungere le tensioni e le paure interne, rovesciandole in odio nei confronti di una categoria identificata come nemico. Si cercherà di delineare, nel primo capitolo, una grammatica della paura che si esprime attraverso i molteplici dispositivi che gli individui adottano, dopo aver assorbito gli input e le motivazioni persuasive provenienti dall’esterno. La paura corrisponde al mero sentimento di terrore conseguente ad uno sconvolgimento della coscienza, oppure in essa si cela un sistema di significati mitico-simbolici funzionali a pacificare l’individuo delimitandolo entro confini specifici? Si analizzerà il modo in cui la tecnologia e il progresso hanno mutato le condizioni e le relazioni sociali, evidenziando il reale apporto in termini di benefici sostanziali e le conseguenze che questo impatto ha determinato nella percezione collettiva dell’instabilità e dell’insicurezza. La nascita delle proto-istituzioni umane, la loro origine ed evoluzione, di cui si tratterà nel cap. II, sarà lo strumento attraverso cui si cercherà di comprendere i complessi e sempre più cruenti fenomeni di violenza moderna, che colpiscono i paesi appartenenti all’asse economico-politico più evoluto del pianeta, retto da burocrazie e sistemi di potere che, progressivamente, hanno causato la sparizione dell’universo mitico-simbolico dello spazio, lasciando, lo stesso, in balìa delle crisi scatenate da quel mimetismo umano di cui René Girard è preminente teorizzatore. La favola di Esopo del vecchio leone e della volpe, morale di un potere che nella sua visione totalitaria finisce per divorare gli altri e sé stesso, racchiuderà ed integrerà le analisi che saranno sviluppate di volta in volta.

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4 Introduzione Il seguente lavoro, si propone di analizzare le dinamiche complesse che inducono gli appartenenti a una comunità, in presenza di determinate condizioni sociali e politiche, ad assumere comportamenti finalizzati a vincere la precarietà e l’incertezza, attraverso meccanismi atti ad espungere le tensioni e le paure interne, rovesciandole in odio nei confronti di una categoria identificata come nemico. Si cercherà di delineare, nel primo capitolo, una grammatica della paura che si esprime attraverso i molteplici dispositivi che gli individui adottano, dopo aver assorbito gli input e le motivazioni persuasive provenienti dall’esterno. La paura corrisponde al mero sentimento di terrore conseguente ad uno sconvolgimento della coscienza, oppure in essa si cela un sistema di significati mitico-simbolici funzionali a pacificare l’individuo delimitandolo entro confini specifici ? Si analizzerà il modo in cui la tecnologia e il progresso hanno mutato le condizioni e le relazioni sociali, evidenziando il reale apporto in termini di benefici sostanziali e le conseguenze che questo impatto ha determinato nella percezione collettiva dell’instabilità e dell’insicurezza. La nascita delle proto-istituzioni umane, la loro origine ed evoluzione, di cui si tratterà nel cap. II, sarà lo strumento attraverso cui si cercherà di comprendere i complessi e sempre più cruenti fenomeni di violenza moderna, che colpiscono i paesi appartenenti all’asse economico-politico più evoluto del pianeta, retto da burocrazie e sistemi di potere che, progressivamente, hanno causato la sparizione dell’universo mitico-simbolico dello spazio, lasciando, lo stesso, in balìa delle crisi scatenate da quel mimetismo umano di cui René Girard è preminente teorizzatore. La favola di Esopo del vecchio leone e della volpe, morale di un potere che nella sua visione totalitaria finisce per divorare gli altri e sé stesso, racchiuderà ed integrerà le analisi che saranno sviluppate di volta in volta.

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