Mezzi di conservazione delle garanzie patrimoniali e abuso
Il presente studio si articola in tre capitoli che rappresentano, specularmente, l’impianto complessivo dell’elaborato: la responsabilità patrimoniale del debitore, i mezzi di conservazione delle garanzie patrimoniali e l’abuso. Obiettivo della ricerca è cimentarsi nel tentativo di comprendere se il creditore, nel legittimo esercizio del potere conferito dalla legge, nell’utilizzo dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale, sia sempre libero di tutelare il proprio credito con le modalità da egli prescelte, o se possa essere limitato nell’esercizio dei suoi poteri conservativi. In pratica nella valutazione del giudice sarà necessario che la posizione debitoria possa rinvenire la sua tutela nella applicazione diretta di una norma costituzionale con rango evidentemente superiore a quella ordinaria. L’elaborato, quindi, prendendo le mosse dai concetti di responsabilità patrimoniale del debitore e dalla disciplina delle garanzie patrimoniali del creditore, dipana la sua attenzione verso un approfondimento critico delle dinamiche interpretative con espressi riferimenti alla discrezionalità giurisdizionale. Vengono, così, singolarmente declinati ed approfonditi i mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale, definiti di diritto “comune”, cioè l'azione surrogatoria, l'azione revocatoria ed il sequestro conservativo, nonché taluni mezzi di conservazione definiti di natura “speciale”, come ad esempio il fermo amministrativo, alla luce di una recente casistica esplicativa e semplificatoria. La disamina contiene, quindi, un'indagine sistematica in cui rilevano i confini tra il legittimo impiego dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale del credito e l’utilizzo distorto degli stessi che, talvolta, sfocia in quel fenomeno definito giuridicamente “abuso del diritto”. In merito si premette che il nostro ordinamento, tranne che per determinate specifiche fattispecie, non ha mai positivizzato il divieto di abuso del diritto. Tuttavia, l’indeterminatezza e la vaghezza normativa in materia offrono la possibilità di cimentarsi, in fase di applicazione, in percorsi ermeneutici “antiformalistici” basati su un rinnovato approccio interpretativo. In fase di giudizio ponderativo, tuttavia, l'analisi dovrà essere realizzata “endosistemicamente” all’interno dell’impianto normativo vigente orientando lo sguardo direttamente verso valori costituzionalmente garantiti e verso vincolanti principi di matrice sovranazionale. La Costituzione si appresta, cioè, ad assumere un ruolo nuovo. Essa, infatti, non sarà limitata alla funzione di verifica della compatibilità normativa realizzata dalla Corte Costituzionale, ma estenderà la sua dimensione, con l’applicazione diretta di taluni suoi principi, a fattispecie negoziali concrete. Il bilanciamento dovrà essere, quindi, realizzato nel pieno rispetto di tre principi fondamentali. Il principio della proporzionalità,Il principio dell’adeguatezza e quello della ragionevolezza costituzionale. La soluzione, condivisa anche da autorevole dottrina, per trovare risposta ai casi di presunta condotta distorsiva, è riposta, quindi, nella Drittwirkung (trad. diretta applicazione) dei principi costituzionali nazionali, ed europei. Evidentemente questo approccio, distaccandosi dalla lettera del rigido testo di legge, assume un connotato sicuramente più ampio e dinamico.
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Martucci |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Seconda Università degli Studi di Napoli |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Giovanni Perlingieri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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