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La Risoluzione Fulbright per gli Stati Uniti d'Europa. La visione americana dell'Europa dopo il secondo conflitto mondiale

Intento di questa ricerca è stato individuare le motivazioni che portarono gli Stati Uniti d’America, durante e dopo il secondo conflitto mondiale, a cambiare la loro politica estera da isolazionista ad interventista.
La condizione disastrosa di fame, disperazione e sbando in cui versavano le popolazioni europee impose agli U.S.A., unica nazione in grado di poterlo sopportare, un massiccio intervento a sostegno dell’Europa, volto alla sua ricostruzione e ripresa economica: il Piano Marshall.
Fu proprio nella decisione di tale intervento e nella sua applicazione che emersero tutte le problematiche, soprattutto politiche ed ideologiche, che spinsero gli U.S.A. verso scelte che legarono il loro destino a quello europeo per tutti gli anni a venire.
E’ in questo contesto che, tra le intelligenze politiche del momento, emerse quella del Senatore democratico James W. Fulbright con la sua Risoluzione Senatoriale n° 10 del 21 Marzo 1947.
Nonostante non sia mai stata discussa e votata dal Senato, scatenò, al momento della sua presentazione, notevole interesse da parte della stampa e larga condivisione tra l’opinione pubblica.
Si chiedeva al Congresso degli Stati Uniti d’America di “favorire” la “creazione” degli Stati Uniti d’Europa.
Il senatore Fulbright spiegò ampiamente, in successivi interventi al Senato americano, che la costituzione federale dell’Europa avrebbe scongiurato il pericolo di successivi conflitti comprimendo e controllando gli esasperati nazionalismi; che solo in uno stato federale, simile a quello degli U.S.A., gli Europei avrebbero iniziato una lunga e proficua collaborazione volta al benessere e alla pacificazione mondiale.
Gran parte degli europeisti, che già da molto tempo avevano individuato la necessità e le motivazioni per realizzare l’unificazione europea, si scostavano dall’idea del Senatore americano circa i tempi e modi della sua realizzazione.
Davanti all’urgenza di arginare il pericolo sovietico e di vedere nell’Europa un fedele alleato, gli U.S.A. approntarono una serie d’interventi che nell’immediato permisero la rinascita europea, ma il cui scopo politico fu di portare gli stati del Vecchio Continente a condividere con gli Americani programmi, idee ed obiettivi.
Il lungo percorso dell’unificazione europea, ancora non concluso, trae le proprie origini negli accordi militari ed economici stipulati inizialmente tra le nazioni europee e successivamente estesi all’alleato americano con la realizzazione del Patto Atlantico.
Attraverso l’analisi delle conseguenze della Risoluzione n° 10 e delle successive iniziative politiche di Fulbright, è emerso il ruolo fondamentale svolto dal senatore, nell’accettazione da parte dell’opinione pubblica americana degli interventi U.S.A. in Europa, consenso fondamentale per la loro attuazione.
Per la trattazione dell'argomento di questa tesi sono state consultate le principali monografie americane ed italiane che fanno riferimento alla risoluzione Fulbright e la inquadrano nel più generale contesto dell'evoluzione dei rapporti fra Stati Uniti ed Europa occidentale nel secondo dopoguerra.

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INTRODUZIONE Intento di questa ricerca è stato individuare le motivazioni che portarono gli Stati Uniti d’America, durante e dopo il secondo conflitto mondiale, a cambiare la loro politica estera da isolazionista ad interventista. La condizione disastrosa di fame, disperazione e sbando in cui versavano le popolazioni europee impose agli U.S.A., unica nazione in grado di poterlo sopportare, un massiccio intervento a sostegno dell’Europa, volto alla sua ricostruzione e ripresa economica: il Piano Marshall. Fu proprio nella decisione di tale intervento e nella sua applicazione che emersero tutte le problematiche, soprattutto politiche ed ideologiche, che spinsero gli U.S.A. verso scelte che legarono il loro destino a quello europeo per tutti gli anni a venire. E’ in questo contesto che, tra le intelligenze politiche del momento, emerse quella del Senatore democratico James W. Fulbright con la sua Risoluzione Senatoriale n° 10 del 21 Marzo 1947. Nonostante non sia mai stata discussa e votata dal Senato, scatenò, al momento della sua presentazione, notevole interesse da parte della stampa e larga condivisione tra l’opinione pubblica. Si chiedeva al Congresso degli Stati Uniti d’America di “favorire” la “creazione” degli Stati Uniti d’Europa. Il senatore Fulbright spiegò ampiamente, in successivi interventi al Senato americano, che la costituzione federale dell’Europa avrebbe scongiurato il pericolo di successivi conflitti comprimendo e controllando gli esasperati nazionalismi; che solo in uno stato federale, simile a quello degli U.S.A., gli Europei avrebbero iniziato una lunga e proficua collaborazione volta al benessere e alla pacificazione mondiale. Gran parte degli europeisti, che già da molto tempo avevano individuato la necessità e le motivazioni per realizzare l’unificazione europea, si scostavano dall’idea del Senatore americano circa i tempi e modi della sua realizzazione. 3

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