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La responsabilità internazionale delle organizzazioni internazionali

Il problema della responsabilità internazionale delle organizzazioni internazionali nasce, per lo meno a livello teorico e in dottrina, in seguito al riconoscimento della loro personalità giuridica internazionale. La capacità di essere titolare di diritti e obblighi internazionali dovrebbe, infatti, automaticamente implicare che ad una loro inosservanza il diritto internazionale ricolleghi degli effetti giuridici negativi, ossia che il soggetto che si comporta in modo non conforme ne debba rispondere. Tale principio è ritenuto generale e valevole per ogni soggetto di qualsiasi ordinamento giuridico.

Paradossalmente, nonostante nessuno metta ormai in dubbio la capacità giuridica internazionale di almeno alcune organizzazioni internazionali, a differenza della responsabilità internazionale degli Stati – argomento ampiamente dibattuto in dottrina e oggetto di codificazione – all’argomento della responsabilità internazionale delle organizzazioni internazionali è stato dedicato molto meno spazio. Prevale l’idea, infatti, che in virtù della propria personalità giuridica, distinta dalla semplice somma degli Stati membri, alle organizzazioni internazionali si applichino le stesse norme sulla responsabilità valevoli anche per gli Stati.

La presente tesi mette in dubbio tale applicabilità analogica e giunge invece alla conclusione che la responsabilità internazionale (come definita per gli Stati) delle organizzazioni internazionali spesso sembra incompatibile con la loro peculiare natura di soggetti “derivati”.

Il fatto (dimostrato dallo studio della prassi*) che, pur comportandosi in modo non conforme al diritto, le organizzazioni internazionali non subiscono nessuna conseguenza negativa, evidentemente, rimette in dubbio non solo la capacità delle organizzazioni internazionali di essere titolari delle norme riguardanti la responsabilità, ma di essere soggette al diritto internazionale in generale.

*L'analisi prende spunto dal caso al quale ormai quasi tradizionalmente si fa riferimento in materia e che rappresenterebbe una prova inconfutabile della capacità dell'ONU di essere internazionalmente responsabile dei propri atti: una serie di accordi di riparazione per danni subiti da cittadini privati durante l'intervento nel Congo degli anni sessanta. Si parte quindi dalla riaprazione - obbligo in cui può tradursi la responsabilità - per risalire all'illecito. Dall'esame dei fatti emerge che tali accordi non sono stati stipulati, da parte dell'ONU, in seguito ad una presunta violazione del diritto internazionale e pertanto non forniscono valida prova alle tesi sostenute in dottrina.

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1 Introduzione SOMMARIO: 1. Le organizzazioni internazionali e le norme sulla responsabilità – 2. Il piano dell’indagine – 3. Gli orientamenti metodologici. 1. Le organizzazioni internazionali e le norme sulla responsabilità Nel quadro del diritto internazionale, le organizzazioni internazionali rappresentano un fenomeno relativamente nuovo ma di sempre crescente importanza. Il loro numero è in costante aumento e, sempre più spesso, le organizzazioni internazionali si aggiungono o si sostituiscono ai singoli governi nello svolgimento di funzioni tradizionalmente proprie degli Stati. Il problema della responsabilità internazionale delle organizzazioni internazionali nasce, per lo meno a livello teorico e in dottrina, in seguito al riconoscimento della loro personalità giuridica internazionale1. La capacità di essere titolare di diritti e obblighi internazionali dovrebbe, infatti, automaticamente implicare che ad una loro inosservanza il diritto internazionale ricolleghi degli effetti giuridici negativi, ossia che il soggetto che si comporta in modo non conforme ne debba rispondere. Tale principio è ritenuto generale e valevole per ogni soggetto di qualsiasi ordinamento giuridico2. 1 In genere si fa riferimento al parere consultivo espresso dalla Corte Internazionale di Giustizia riguardo alle Nazioni Unite nel caso Reparations for Injuries Suffered in the Service of the United Nations, in ICJ Rep., 1949, p. 174; v. anche Interprétation de l’accord du 25 mars 1951 entre l’OMS et Égypte, in Rec. CIJ, 1980, pp. 89, 90. 2 DUPUY, Droit International Public, Paris, 1998, p. 169.

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