La crisi in Kosovo e le relazioni russo-statunitensi 1998-1999
La crisi in Kosovo rappresentò un importante banco di prova per le relazioni russo-statunitensi, che si deteriorarono pericolosamente a causa dell’intervento militare dell’Alleanza Atlantica nella ex-Yugoslavia. La campagna aerea della NATO, infatti, provocò l’astiosa reazione delle autorità di Mosca, determinando, da un lato, l’adozione di una serie di misure ritorsive, e dall’altro, il riemergere dell’antica retorica antiamericana dei tempi della Guerra Fredda. Tuttavia, le minacciose dichiarazioni dei leader russi, primo fra tutti il presidente Boris Yeltsin, furono immancabilmente seguite da smentite e rassicurazioni circa la volontà di Mosca di “non lasciarsi coinvolgere militarmente” nel conflitto. Ciò non significa che alcuni eventi - quali l’invio nel Mar Adriatico della nave spia Liman e il presunto ordine di Yeltsin sul puntamento delle testate nucleari russe contro i paesi della NATO - non suscitassero l’infastidita e preoccupata reazione dell’amministrazione statunitense.
Mosca e Washington, in ogni caso, tentarono di trovare un modus vivendi, a dispetto delle aspre divergenze sul Kosovo. Entrambe le parti, infatti, riconobbero ben presto “l’importanza delle relazioni reciproche” e la necessità di “ripristinare una cooperazione costruttiva” nei più svariati campi. La Russia, inoltre, era priva della forza militare per contrastare la NATO e gli Stati Uniti, e non voleva che i suoi legami con il mondo occidentale fossero messi a repentaglio a causa dell’intransigenza di Milosevic. A questo proposito, è necessario sottolineare che l’intervento dell’Alleanza Atlantica nei Balcani coincise con una fase difficilissima delle trattative di Mosca con l’IMF, la massima istituzione finanziaria internazionale. In sostanza, la politica del Cremlino durante il conflitto del Kosovo fu condizionata, in misura decisiva, dalla disastrosa situazione economica del paese. L’assoluta necessità della continua assistenza finanziaria dell’IMF - su cui Washington esercitava un’influenza tutt’altro che trascurabile - spinse la Russia a reclamare il ruolo di mediatore nella crisi yugoslava, contribuendo così alla sua soluzione.
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Deiana |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Liliana Saiu |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 126 |
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