La conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro: risposte di policy multilivello
Il concetto di conciliazione è da porsi in relazione a quello di equilibrio tra la sfera pubblica e la sfera privata della vita degli individui . Queste due dimensioni, vita privata e lavoro, sono tutt’altro che separate, in quanto fanno parte di un delicato sistema di interdipendenze che informa, nel suo complesso, la domanda e i tempi del mercato del lavoro e le esigenze relative all’organizzazione familiare . Tuttavia, i due ambiti di vita pongono vincoli che rendono difficile la completa realizzazione di se stessi, non solo in quanto individui: conciliare significa appunto poter prendere decisioni secondo i propri desideri e i propri progetti di coppia .
La società in cui viviamo ha portato a una rottura dell’armonia che dovrebbe accompagnare la crescita di ognuno, come persona e come lavoratore. Per capire come al giorno d’oggi si necessiti di un riequilibrio, bisogna partire da un’analisi delle trasformazioni demografiche e socio-culturali che hanno interessato tutto il mondo occidentale lungo la seconda metà del Ventesimo Secolo, che, se da una parte hanno mutato il modo di “fare famiglia”, dall’altra hanno avuto un impatto notevole sull’economia, sulle caratteristiche del mondo del lavoro e sulla domanda e l’offerta di politiche sociali.L’introduzione tardiva del concetto di conciliazione nel nostro paese è dovuta principalmente al doppio livello di divisione di genere del lavoro e delle responsabilità: se stereotipi e ruoli socialmente costruiti hanno fortemente differenziato le aspettative sociali di uomini e donne, gli uni dediti al lavoro remunerato al fine di provvedere al sostentamento della famiglia, le altre “angeli del focolare”, la politica italiana, da parte sua, sin dagli anni ’50 e ‘60 ha istituzionalizzato il ruolo della famiglia negli ambiti di cura e assistenza, dando vita a un patto compromissorio secondo cui la creazione di un sistema di garanzie occupazionali e previdenziali destinate al lavoratore capofamiglia sopperiva alla mancanza strutturale di prestazioni sociali. La complementare asimmetria tra madri e mogli homemaking caregiver e padri e mariti male breadwinner che ne deriva è l’assunto alla base dello sviluppo di un quadro di regolazione dei rapporti di lavoro fortemente disincentivante per le donne con carichi familiari.
Lo squilibrio di genere è solo una delle criticità che questo lavoro vuole evidenziare. Il diverso grado di assorbire, accettare e assecondare i mutamenti demografici e socio-economici, sia a livello europeo, sia a livello locale, ha infatti determinato forti squilibri geografici per quanto concerne le modalità d’intervento delle politiche sociali.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Silvestrin |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Paola Degani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 91 |
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