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L'Alta velocità - tra opportunità di sviluppo e malaffare

L'Alta velocità è uno dei più grandi progetti infrastrutturali mai realizzati che ha rappresentato in molti casi un'opportunità di sviluppo per i territori interessati e la possibilità per i grandi potentati economico-finanziari di realizzare facili guadagni. Questo lavoro si propone di raccontare la storia e le tappe evolutive di un progetto fortemente voluto prima dall'Unione Europea e poi dai singoli governi nazionali, tutti fortemente convinti della necessità di realizzare un più moderno sistema ferroviario che potesse proporsi come una valida alternativa agli altri trasporti modali. Anche l'Italia ha sottoscritto la strategicità di questo progetto che in una ventina d'anni ha attirato a sé investimenti sempre crescenti, quasi esclusivamente pubblici, cosa che ha portato la magistratura ad aprire diverse inchieste che chiarissero l'intrecciatissimo sistema d'interessi pubblico-privato e la posizione della politica troppo spesso speculare a quella della criminalità organizzata. Il tutto senza prescindere dall'impatto socio-ambientale che inevitabilmente un'opera di queste dimensioni porta con sé.

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1 Introduzione Sin dalla prima metà degli anni ottanta i grandi poteri economici, finanziari ed imprenditoriali, oltre al mondo politico, hanno focalizzato la loro attenzione attorno alla costruzione di grandi opere infrastrutturali sempre più sponsorizzate e pubblicizzate, con l‟ausilio dei media, come indispensabili, strategiche e prioritarie a raggiungere quegli obiettivi di crescita e di sviluppo posti a fondamento della nostra società. La realizzazione di queste opere faraoniche è stata giustificata dalla necessità di rispondere compiutamente al fenomeno della globalizzazione; una società – come quella mondiale – in cui si registra una crescita progressiva delle relazioni e degli scambi transazionali nei settori più diversi, evidentemente non può prescindere da un sistema infrastrutturale integrato e il più efficiente possibile, che queste relazioni deve favorire. La costruzione dell‟Alta velocità, infatti, si propone di rispondere ad un bisogno crescente – questo è almeno il messaggio che si è voluto trasmettere alla società civile – di spostare una grande mole di passeggeri e di merci tra i diversi paesi. In Italia il progetto TAV è stato presentato come prioritario ed indispensabile ad evitare che il paese potesse rimanere isolato rispetto alle dinamiche europee. Di sicuro il settore delle grandi opere ha attirato a sé in questi anni sempre maggiori interessi, «perché basato su attività a basso contenuto tecnologico e a scarso rischio d‟impresa, in grado di movimentare nel tempo immensi capitali in larga parte pubblici» 1 . La grande opera dell‟Alta velocità, come molte altre opere, è concepita per incentivare la convergenza economico-culturale fra gli stati, facendo attenzione contemporaneamente a soddisfare i nuovi bisogni e ad assicurare un ritorno economico a chi in queste opere ha investito enormi capitali. L‟Alta velocità si propone come un‟opera altamente innovativa e a basso impatto ambientale, in grado di rispondere compiutamente alle esigenze della società. Ma sarà effettivamente 1 Marco Cedolin, Grandi opere – Le infrastrutture dell’assurdo, Bologna, Arianna editrice, 2008, p. 173.

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Parole chiave

alta velocità
infiltrazioni malavitose
intrecci pubblico-privato
opere faraoniche
tav
val di susa
sindrome nimby
ferdinando imposimato
pacini battaglia

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