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L’accoglienza dei richiedenti asilo in Italia. Il caso campano.

L’accoglienza dei richiedenti asilo in Italia. Il caso campano.

Il presente lavoro nasce dall’esigenza di approfondire uno degli aspetti meno investigati, e tuttavia cruciale, del diritto d’asilo: l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati negli Stati membri dell’Unione europea.
In particolare, nel primo capitolo verrà ricostruita la cornice giuridica in materia di asilo attraverso l’esame dei principali atti normativi adottati nell’ambito dell’Unione europea.
Nel secondo capitolo, l’attenzione si soffermerà sull’attuale disciplina italiana in materia di protezione internazionale come modificata attraverso la trasposizione degli atti adottati dall’UE.
Nel terzo capitolo, infine, verrà analizzata la realtà campana e, in particolare, napoletana. Dopo aver ricostruito il quadro normativo regionale applicabile con riguardo ai rifugiati e ai richiedenti asilo, verrà data voce alle associazioni e agli operatori che lavorano a stretto contatto con i rifugiati e i richiedenti asilo presenti sul territorio.

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5 Introduzione Non c’è più grande dolore al mondo della perdita della terra natìa. Euripide, 431 a.C. Le migrazioni caratterizzano la storia dell‟umanità. Sin dalle origini le persone hanno deciso di spostarsi per diversi motivi 1 : in taluni casi per ragioni economiche, nella speranza di migliorare il proprio tenore di vita e garantire alle proprie famiglie delle opportunità migliori; in altri, per sfuggire alle persecuzioni ed alle guerre e cercare asilo altrove. Sin dall‟antichità, è esistita una tradizionale forma di accoglienza e di ospitalità nei confronti di queste ultime categorie, che ha assunto col tempo connotati diversi. L‟istituto dell‟asilo ha, dunque, radici molto profonde ed antiche. Nella tradizione greco- romana, l‟asilo si sviluppa come nozione di “luogo sacro o santuario inviolabile in cui veniva assicurata l‟immunità a chiunque vi si fosse rifugiato” 2 ; in effetti, il sostantivo greco “ásylon” (    ), composto dalla particella privativa “a” e dal verbo “syláo” (catturare, violentare, devastare), indica letteralmente “ciò a cui non può essere fatta violenza” 3 ; parimenti, il sostantivo latino “asylum” designa ancora più specificamente un luogo inviolabile, un rifugio 4 . Ne deriva che, in quell‟epoca, il singolo individuo non era titolare di un diritto soggettivo all‟asilo ma, piuttosto, godeva di una protezione in conseguenza del riconoscimento dell‟inviolabilità sacrale di un tempio o di un altro luogo di culto 5 . A partire dal IV secolo si sviluppa l‟asilo canonico che, pur condividendo con quello greco- romano il fondamento religioso, si differenzia enormemente nelle ragioni che vi sottendono, dal 1 Sulle ragioni che originano i movimenti migratori, si vedano, per esempio: S. SASSEN, Migranti, coloni, rifugiati: dall'emigrazione di massa alla fortezza Europa, Milano, Feltrinelli, 1999, pp. 13 - 18; L. SAPORITO, Per un diritto europeo dell’immigrazione, Torino, Giappichelli, 2008, pp. 68 - 72; A. M. BIRINIDELLI, Analysis of integration: changes and continuity, in Studi Emigrazione, n. 152/2003, pp. 697 - 699. 2 B. NASCIMBENE, Asilo e statuto di rifugiato, relazione tenuta al Convegno annuale 2009 dell‟Associazione Italiana dei Costituzionalisti - Lo statuto costituzionale del non cittadino, Cagliari, 16-17 ottobre 2009, p. 2, reperibile al sito www.costituzioalisti.it; S. MASIELLO, Punti di fuga: prospettive sociologiche sul diritto di asilo e i rifugiati in Italia, Napoli, Liguori, 2007, p. 9. 3 L. ROCCI, Vocabolario Greco - Italiano, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 1998. 4 L. CASTIGLIONI, S. MARIOTTI, Vocabolario della Lingua Latina, Milano, Loescher editore, 1990. 5 F. GRAZIANI, Antichi e nuovi rifugiati nel diritto internazionale contemporaneo, Napoli, Editoriale Scientifica, 2006, pp. 95 - 96; G. CORDINI, Il diritto di asilo nelle Costituzioni contemporanee e nell’ordinamento dell’Unione Europea, in D. CASTELLANO (a cura di), Il diritto di asilo in Europa: problemi e prospettive, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2008, p. 51.

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